Covid, terapie intensive: la Lombardia doppia la soglia critica

Il 60% dei posti letto sono occupati da pazienti Covid, ben oltre il 30% indicato dal Ministero della Salute

Le terapie intensive si stanno svuotando: qui un reparto a Brescia

Le terapie intensive si stanno svuotando: qui un reparto a Brescia

Milano - Tra i dati che costringono la Lombardia ancora alla zona rossa c'è quello sulla pressione ospedaliera. Se l'indice Rt è stabile e settimana scorsa è sceso a 1,16  e l'indice di positività ieri è calato lievemente a 7,1% - per salire oggi oltre 8%  - estano le criticità relative all'incidenza del contagio - la regione ha 631 nuovi positivi ogni 100mila abitanti - e quella sulle terapie intensive. La Lombardia ha di fatto doppiato la soglia critica del 30% di posti letto nelle terapie intensive occupati da pazienti covid: l'ultimo dato aggiornato a ieri reso nato dall'agenzia governativa per i servizi sanitari regionali indica un poco rassicurante 60% in crescita di un punto rispetto al giorno prima. Va un poco meglio nelle aree ospedaliere non critiche  - specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia - dove i pazienti covid occupano il 53% dei posti letto, dato stabile, a fronte comunque di una soglia critica del 40%. Il dato lombardo è peggiore di quello medio nazionale: in Italia i posti letto di terapia intensiva occupati da pazienti covid sono il 39% mentre nell'area non critica si sale al 43%

Il dato lombardo
Il dato lombardo

Il rapporto Gimbe

"Nonostante la lieve flessione della curva dei contagi, peggiora la situazione sul versante ospedaliero, anche perché la terza ondata è partita da un 'altopiano' molto elevato di posti letto occupati. Infatti, a livello nazionale entrambe le soglie di allerta di occupazione di posti letto da parte di pazienti Covid in area medica (oltre il 40%) e in terapia intensiva (sopra il 30%) sono superate: rispettivamente 43% e 39%. Superata la soglia d'allarme in 10 e 12 Regioni rispettivamente per l'area medica e per le terapie intensive", ha detto Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe commentando il rapporto Gimbe relativo alla settimana 17-23 marzo.  Il dossieri dimostra che  nella maggior parte delle Regioni che erano in zona rossa o arancione o avevano comunque attuato rigorose restrizioni mirate, la variazione percentuale dei nuovi casi è in riduzione: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Molise, P.A. Bolzano, P.A. Trento, Umbria. Viceversa. Lo stesso dato è in aumento in Calabria, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle d'Aosta e Veneto, che 3 settimane fa erano in area gialla o bianca. Continua a crescere però il peso sulle strutture sanitarie: a livello settimanale, aumentano le persone in isolamento domiciliare (528.680 rispetto a 506.761, pari a +4,3%), i ricoveri con sintomi (28.428 rispetto a 26.098, +8,9%) e le terapie intensive (3.546 rispetto a 3.256, +8,9%), mentre calano i decessi (2.327 a fronte dei 2.522, -7,7%).

 

Il bollettino del 25 marzo in Lombardia

Sono 5.046 i nuovi positivi in Lombardia a fronte di 59.696 tamponi effettuati (8,4%). I guariti/dimessi sono 3.040 per un totale complessivo di 580.733 di cui 6.025 dimessi e 574.708 guariti: stabili i ricoveri in terapia intensiva a 845 (0). In calo invece i ricoverati non in terapia intensiva: 7.132 (-46). I decessi arrivano a un totale complessivo ci 30.185 (+100). I nuovi casi per provincia: Milano: 1.325 di cui 524 a Milano citta'; Bergamo: 388; Brescia: 623; Como: 421; Cremona: 169; Lecco: 197; Lodi: 98; Mantova: 354; Monza e Brianza: 444; Pavia: 316; Sondrio: 106; Varese: 495.