Malpensa, cosa succede a chi arriva dalla Cina ed è positivo al tampone Covid

Lo scalo milanese torna in trincea, proprio com’era capitato due anni fa quando per la prima volta si era affacciato l’incubo della pandemia

Milano, 29 dicembre 2022 - Torna a far paura il Covid che arriva dalla Cina e Malpensa si è ritrovata suo malgrado in trincea, proprio com’era capitato due anni fa quando per la prima volta si era affacciato l’incubo della pandemia. L’hub internazionale è stato il primo aeroporto d’Europa a disporre il test molecolare, fino a ieri sera solo consigliato e non obbligatorio, a tutti i passeggeri sbarcati dagli aerei provenienti dalla Cina. Mobilitati i medici e il personale sanitario di Ats Insubria che, in uno spazio allestito appena dopo gli arrivi internazionali, hanno organizzato un piccolo ma efficiente centro medico dove ai passeggeri viene chiesto di sottoporsi al tampone e soprattutto di compilare una scheda in cui sono invitati a fornire i dati relativi al soggiorno in Italia.

È proprio il tracciamento il passaggio fondamentale visto che gli esiti dell’esame sono comunicati, attraverso il numero di telefono fornito al personale sanitario, ai viaggiatori che nel frattempo hanno raggiunto la destinazione. L’obbligo di quarantena naturalmente scatta per i soli positivi che in attesa della nuova procedura inserita nel decreto rave, ancora da approvare e quindi ancora subordinato a modifiche, prevede l’adozione dell’attuale legge ovvero 5 giorni di isolamento ai quali deve seguire un tampone, molecolare o rapido, con esito negativo oppure prolungamento delle misure di contenimento fino al quattordicesimo giorno a questo punto senza l’obbligo di tampone.

Dalla serata di ieri a dar manforte alla Lombardia ci ha pensato il Governo disponendo l’obbligatorietà del tampone per tutti i passeggeri dei voli provenienti dalla Cina. «Non possiamo che valutare positivamente la decisione del ministro Schillaci – il commento di Guido Bertolaso, assessore regionale al Welfare –. Un’iniziativa che va nella direzione della tutela della salute dei cittadini e che ci permetterà di monitorare e comprendere quella che è realmente l’evoluzione della situazione Covid. Per primi, a livello mondiale, come Lombardia avevamo intrapreso questa iniziativa, proprio con l’obiettivo di non sottovalutare le notizie che giungevano dalla Cina. I primi dati che abbiamo diffuso oggi, con quasi il 50% dei passeggeri provenienti dalla Cina risultati positivi impongono la necessaria attenzione e bene ha fatto il ministro a rendere obbligatorio questo tipo di verifica».