Covid: i dati su contagi, ricoveri e decessi raccontano due diverse pandemie

La quarta ondata sta colpendo soprattutto la popolazione non vaccinata, ma il rischio per il sistema sanitario riguarda tutti

Infermiera del reparto di terapia intensiva 0spedale Humanitas

Infermiera del reparto di terapia intensiva 0spedale Humanitas

Da quando è emersa la variante Omicron, la quarta ondata di pandemia ha portato a un numero di contagi senza precedenti, con oltre 2,7 milioni di persone attualmente positive. Tuttavia, l’impatto sul sistema sanitario è stato inferiore rispetto al passato. In termini di ricoveri e decessi, questa ondata ha colpito soprattutto – ma non solo – la popolazione non vaccinata.

Benché la vaccinazione fornisca una protezione limitata contro il contagio, l’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di sanità – che riporta i dati del mese di dicembre 2021 – conferma l’efficacia dei vaccini nel prevenire dalle forme gravi della malattia. Il grafico sottostante mostra che, rispetto ai vaccinati con terza dose, i non vaccinati finiscono in terapia intensiva 39 volte più spesso e hanno un tasso di morte 33 volte maggiore.

Anche i dati sull’ospedalizzazione, cioè su coloro che vengono ricoverati ma non finiscono in terapia intensiva, mostrano un rischio per i non vaccinati da 7 a 12 volte maggiore rispetto ai vaccinati (il rischio relativo cambia in base allo stato di vaccinazione).

In generale, in questa ondata gli ospedali sono meno in affanno rispetto alle precedenti ondate. In parte perché l’alta copertura vaccinale (l’80 per cento degli italiani ha fatto almeno la seconda dose) garantisce una maggiore immunizzazione, in parte perché la variante Omicron provoca sintomi meno gravi e una malattia più lieve rispetto alla Delta.

Se guardiamo la pandemia dal suo inizio – nel grafico qui sotto – si vede che, in passato, ad ogni aumento dei casi positivi seguiva dopo alcune settimane una crescita dei decessi. Al contrario, nell’attuale ondata, all’aumento esponenziale e senza precedenti di contagi non è seguito un aumento comparabile di morti. Tra l'altro, la curva delle infezione sembra aver toccato il suo picco.

Questa tendenza è stata registrata anche in altri Paesi europei, come Regno Unito, Francia e Spagna: nonostante il grandissimo numero di contagi, i decessi sono rimasti piuttosto contenuti. Ad essere colpita, anche in questi casi, è stata soprattutto la popolazione non vaccinata.

Questo non vuol dire che dobbiamo sottovalutare Omicron, perché il grande numero di contagi ha messo in crisi molti reparti, che sono stati costretti a rimandare operazioni e procedure programmate per altre patologie. Secondo la Società italiana di chirurgia, in alcune parti d’Italia gli interventi – anche oncologici – hanno subito un calo del 50-80 per cento. Questo provoca morti indirette.

Dall’inizio di gennaio, quasi 6mila persone hanno perso la vita a causa del Covid-19, ma non sappiamo quante perdite indirette sono avvenute, o avverranno, per mancate cure. Di certo, con l’allentamento delle restrizioni generali, le persone non vaccinate rischiano inutilmente e con frequenza sempre maggiore il contagio, il ricovero e la morte.