Covid, Sileri: "Niente restrizioni dopo l'estate, ma bisogna vaccinarsi subito"

Il sottosegretario alla Salute ha parlato anche delle mascherine a scuola: "Sotto a una certa età non servono"

"È un errore attendere il vaccino aggiornato. Oggi, i vaccini, sebbene creati sul virus originario, funzionano molto bene contro la forma grave della malattia, anche contro la variante Omicron e le sue sotto-varianti. A quello dobbiamo tendere: a evitare terapia intensiva e ospedale". Così il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ai microfoni di Radio Capital sulla 4/a dose. Per il prossimo autunno "non è prevista nessuna misura restrittiva", ha aggiunto Sileri che si è espresso anche contro l'uso delle mascherine a scuola: "Penso che sotto una certa età non serva", ha detto.

La mascherina "serve probabilmente per una popolazione più tardo adolescenziale", ha affermato Sileri, che ha rimarcato come oggi anche la popolazione più fragile si trovi in una condizione di maggiore sicurezza rispetto al passato: "Oggi i nostri anziani sono vaccinati e hanno fatto il richiamo: una circolazione nella popolazione più giovane grandi danni non dovrebbe farli". Per il sottosegretario, inoltre, "le oscillazioni nella circolazione del virus ci saranno. Ma è una situazione non sovrapponibile a quella degli ultimi due anni e mezzo" in termini di ricoveri. Nel lungo periodo, la convivenza con Covid "significherà che ci comporteremo con questo gruppo di virus e tutte le varianti esattamente come facciamo con gli altri virus che danno l'influenza. Entrerà nell'elenco dei virus contro i quali dovremmo vaccinarci ogni anno".

Intanto si registra un leggero aumento dell'occupazione delle terapie intensive, arrivato al 4% a livello nazionale secondo i dati Agenas: "Non ci preoccupa, non c'è pressione come in altri periodi - ottolinea all'Adnkronos Salute Alessandro Vergallo, presidente degli anestesisti - ma stiamo invece osservando con molta attenzione l'aumento dei ricoveri Covid in ospedale. Siamo in condizioni di dire che questo picco di contagi non sarà tale da mettere in crisi le rianimazioni ma temo, e non lo possiamo escludere, che potrà invece mettere in crisi il resto dell'attività ospedaliera a cui collaborano gli anestesisti, soprattutto quella chirurgica".

"La diffusione estremamente ampia in questa fase dei contagi Covid non dà riscontro nei ricoverati in termini di malattia moderata o grave - puntualizza Vergallo - Questo lo consideriamo come un test rispetto alle riaperture complete del Paese. Quello che vogliamo sottolineare è che c'è una pressione continua sugli ospedali che ha quindi la maggior conseguenza sulle attività ordinarie che si stavano pian piano riprendendo e che oggi tornano a soffrire con un chiaro allungamento delle liste d'attesa".