Covid, fine pandemia? Oms Europa: "Ecco come convivere con il virus"

I quattro punti della 'ricetta' del direttore regionale per l'Europa dell'Organizzazione Mondiale della Sanità

Milano, 22 marzo 2022 - Negli ultimi giorni, il Coronavirus ha ripreso a correre ma, nonostante l’aumento dei contagi, i Paesi - Italia compresa - tirano dritto con le riaperture. Cosa sta succedendo? Siamo di fronte a una quinta ondata? Cosa possiamo aspettarci nei prossimi mesi?

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Se gli esperti sono divisi sull'ipotesi di una nuova ondata di Covid, il direttore dell'ufficio europeo dell'Organizzazione mondiale della salute ( Oms), Hans Kluge, fa sapere di essere "vigile" ma "ottimista" sulla situazione dell'epidemia nel Vecchio Continente. Però, trova che "diversi Paesi europei" abbiano "revocato troppo 'brutalmente' le loro misure anti- Covid" e, per questo, "ora assistono a una risalita dei contagi"

Attualmente, il numero di casi di Covid e' in aumento in 18 dei 53 paesi della zona Oms Europa, secondo l'organizzazione sanitaria. "I paesi in cui vediamo un aumento particolare sono Regno Unito, Irlanda, Grecia, Cipro, Francia, Italia e Germania", spiega  Kluge. E aggiunge: "Molto probabilmente le ragioni sono: prima di tutto la variante BA.2" di Sars-CoV-2, il sottolignaggio noto come Omicron 2, che è molto più trasmissibile, ma non più grave". C'è poi l'effetto che si osserva - prosegue - "in quei Paesi che stanno allentando le restrizioni da 'troppo' a 'non abbastanza". Secondo i dati Oms, il numero di nuovi casi in Europa e' diminuito drasticamente dopo il picco di fine gennaio, ma e' in ripresa dall'inizio di marzo.

Kluge invita comunque a un giusto mix di fiducia e prudenza: "Una 'prognosi' su Covid-19 è molto difficile, perché questo virus ci ha sorpreso molte volte. Al momento io sono ottimista e vigile". Poi, elenca 3 fattori positivi che suggeriscono di essere ottimisti per il futuro: "Il primo è che ora il mondo ha un ampio capitale di immunità contro Sars-CoV-2, fra vaccinazioni e infezioni". Il secondo elemento è legato alla stagionalità: "L'inverno sta finendo e le persone si riuniranno di meno in luoghi piccoli e affollati". Terzo punto: la variante Omicron di Sars-CoV-2 "è più lieve nelle persone completamente vaccinate, booster incluso". Ma rispetto a questo, Kluge avverte: "Nei Paesi con bassi tassi di vaccinazione questa è ancora una malattia che uccide".

Però, secono il presidente dell'Oms "dovremo convivere con Covid-19 per un certo tempo, ma questo non significa che non possiamo uscire dalla pandemia". "Abbiamo la possibilità di uscire dalla pandemia - spiega - se i Paesi fanno 4 cose: prima di tutto se proteggono i vulnerabili, gli anziani e le persone con malattie; in secondo luogo - elenca Kluge - tutti i Paesi devono rafforzare i loro sistemi di sorveglianza e sequenziamento per poter velocemente intercettare varianti o anche nuovi virus; terzo punto è che i Paesi devono avere accesso ai nuovi antivirali", perché "se diamo i nuovi antivirali alle persone con sintomi prima possibile riduciamo drasticamente gravità" della malattia, "ricoveri e morte; infine il quarto punto è occuparsi del carico del post Covid o Long Covid, perché il 15% dei pazienti che hanno avuto la malattia hanno ancora sintomi 12 settimane più tardi", e del carico generato da tutto quello che è saltato durante la pandemia, "interventi chirurgici, screening oncologici rimandati", e così via. Per Kluge, in definitiva, le "3 parole" che devono guidarci sono "speranza, vigilanza, solidarietà internazionale".