Pregliasco e gli haters che lo vogliono processare sui social: "Mi augurano Norimberga 2"

L'assurdo paragone fra i gerarchi nazisti alla sbarra dopo l'orrore dell'Olocausto e i virologi che chiedono di tenere la guardia alta sul Covid

La pandemia non è finita. E nemmeno sono finiti gli attacchi agli esperti impegnati, ancora oggi, a raccomandare prudenza di fronte al Covid-19. La testimonianza del virologo milanese Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene all'università Statale, è cartina al tornasole di una situazione che resta pesante. In particolare sui social network. "Oggi la maggior parte delle persone che incontro mi salutano, magari mi chiedono un selfie, soprattutto mi ringraziano - ha raccontato lo specialista all'Adnkronos - C'è sempre qualche esagitato, una minoranza che mi grida cose, ma senza aggredire. Invece sui social mi augurano Norimberga, gli attacchi sono continui e pesanti".

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Odio social

La questione degli attacchi riservati a virologi ed esperti è tornata di attualità anche in seguito alle perquisizioni effettuate negli ultimi giorni dai carabinieri a persone residenti a Torino, Faenza, L'Aquila, Parma e Taranto, indiziate per le minacce di morte e gli insulti ricevuti a partire dal febbraio scorso da Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, ai tempi coordinatore Comitato tecnico scientifico per l'emergenza coronavirus.  "Sui social ritengono che io debba essere sottoposto, come altri, a una Norimberga 2", riferisce Pregliasco, destinatario a marzo di una lettera minatoria con proiettile recapitatagli in ateneo.

Al direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi gli haters rinfacciano "un passato in cui si sarebbe gestito Covid in modo sbagliato e con effetti pesanti. L'accusa è di avere esagerato", ma se "è comprensibile, naturale e umano il bisogno di lasciarsi alle spalle ciò che è stato - osserva Pregliasco - queste persone, invece che riferirsi al cattivo, se la prendono con il messaggero, con chi nei momenti di emergenza ha cercato di portare un elemento di oggettività che non è facile da accettare". 

I motivi della rabbia

L'esperto attribuisce questo clima che non migliora a "un sentimento dominante di paura. Paura rispetto a Covid, ma anche alla guerra, alla crisi economica, a quella ambientale. Sicuramente - riflette Pregliasco - quando la gente ha paura un po' si arrabbia, ringhia, e in questo senso è fondamentale offrire proposte di sicurezza, di tutela, di promozione della qualità. Ieri, ad esempio, come Anpas (l'Associazione nazionale delle pubbliche assistenze che il virologo presiede, ndr) e Dipartimento di Protezione Civile abbiamo promosso l'iniziativa 'Io non rischio'. In tante piazze abbiamo spiegato come difenderci dai guai dell'ambiente. Ecco, credo che davanti alla paura dilagante su più fronti, anche riguardo a Covid sia necessario un messaggio di positività. Però ricordando sempre - ribadisce il medico - che contro questo virus non bisogna abbassare la guardia"