Covid, Pregliasco: "Il picco contagi? Tra due settimane"

La previsione del virologo che però avverte: "Ad autunno ulteriori rialzi"

Il virologo Fabrizio Pregliasco

Il virologo Fabrizio Pregliasco

"La risalita della curva dei contagi ad agosto si sapeva in parallelo a quello che è successo in Israele e Inghilterra, i paesi che hanno potuto riaprire prima, o voluto aprire prima come Spagna e Portogallo". Lo spiega Fabrizio Pregliasco,virologo dell'Università di Milano. "Aumentando il numero dei contatti è però naturale "inciampare" nel contatto sfortunato e aumentando in proporzione il numero dei contatti di ognuno di noi si dà l'occasione al virus di diffondersi. Ci sono state occasioni come i festeggiamenti degli Europei, i cui effetti abbiamo già visto".

"Vediamo la curva che seppur in crescita non ha quella verticalità dell'inizio e ci fa pensare che si è arrivati ad un plateau di questo colpo di coda del virus e sperabilmente entro due settimane saremo al picco di questa ondata". Una previsione che si allinea con quanto affermato qualche giorno fa dal collega Massimo Clementi. Ma per l'autunno, temo, dobbiamo aspettarci un ulteriore rialzo per via delle condizioni meteorologiche favorevole, della riapertura delle scuole che saranno un elemento di rischio e delle conseguenze del post-vacanze. Che poi, purtroppo, è quanto accaduto esattamente un anno fa quando addirittura fu necessario tornare alle restrizioni del lockdown, sebbene non così duro come a marzo.

Sul green pass 

"Essere tutti vaccinati in un luogo chiuso aumenta oggettivamente la sicurezza, vedremo la praticabilità. La decisione che verrà presa per le mense aziendali sarà politica", spiega Pregliasco. "Il rischio contagio fra ristoranti e mense è simile", e per questo "il Green Pass è utile anche nel contesto della mensa, non ci vedo un aspetto di discriminazione. Sono dell`idea che ci vorrebbe l`obbligatorietà della vaccinazione, ma questa è una scelta politica che va modulata e vedremo cosa la politica arriverà a decidere in termini di equilibrio. Si tratta di un elemento di riduzione della probabilità di contagio, perché siamo ancora in questa situazione: il virus sta circolando e ogni contatto interumano che abbiamo - ha sottolineato il virologo - rappresenta un rischio con una probabilità d`infezione anche per i vaccinati, anche se con probabilità diverse come sappiamo. Stiamo vedendo una situazione dei casi più impegnativi in incremento. Ancora nulla grazie alla vaccinazione, ma ad esempio nelle terapie intensive dello Spallanzani ci sono solo non vaccinati".