Covid, Garattini: "Aperture rischiose, siamo ancora indietro con le vaccinazioni"

Secondo lo scienziato bisogna immunizzare almeno il 50% della popolazione (siamo al 30%) per rallentare la circolazione dei virus.

Silvio Garattini  (Ansa)

Silvio Garattini (Ansa)

Milano, 18 maggio - Nel momento in cui il Governo allenta le misure anti Covid e i contagi iniziano a registrare un calo costante, con lo svuotamento delle terapie intensive, arrivano da più parti inviti a non abbassare la guardia con le prossime riaperture. "Sono dei rischi calcolati" e rappresentano "naturalmente una responsabilità politica" ma "il pericolo non è passato" avverte Silvio Garattini, fondatore e presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, ospite di  'Agorà' su Rai3. 

"Dal punto di vista scientifico - sottolinea Garattini -, sarei un po' meno entusiasta e un po' meno tendente a considerare che tutto sta andando bene. Non dimentichiamoci che questo virus continua a mutare e la mutazione può comportare la presenza di varianti che sono insensibili ai vaccini disponibili. Bisogna stare molto attenti - ammonisce lo scienziato - bisogna raccomandare a tutti coloro che si vogliono muovere di mantenere la mascherina, di non fare assembramenti e stare ancora molto attenti". Già ieri  il virologo Fabrizio Pregliasco aveva invitato a mantenere la cautela tra non conviventi, giudicando rischiosi i baci e suggerendo di abbracciarsi con una "tecnica speciale", in modo da non far incontrare i volti.

Nemmeno la recente accelerazione delle vaccinazioni, secondo Garattini, metterebbe al riparo dal pericolo di una ripresa dei contagi. "Ci sono ancora 2 milioni di anziani da vaccinare, cerchiamo di accelerare. Non dimentichiamoci che dobbiamo vaccinare ancora 31 milioni di italiani. Se è vero che siamo arrivati al 30% circa della popolazione che ha ricevuto una dose di vaccino, bisogna che sia vaccinato almeno il 50% per cominciare a vedere un rallentamento della circolazione del virus. Il virus continua a circolare, non dimentichiamolo. Le vaccinazioni sono ancora molto indietro - insiste Garattini - e non siamo ancora nelle condizioni di poter garantire che ci saranno tutte le dosi disponibili".