Picco Omicron in Italia: le previsioni. Si va verso nuova fase

Frena crescita delle terapie intensive. Nelle prossime settimane la circolazione del virus resterà alta ma a breve potrebbe aprirsi un altro capitolo della gestione della pandemia.In Gran Bretagna stop a restrizioni. E in Italia? Le ipotesi

Milano - Come si sta muovendo la curva Covid in Italia? Cosa può succedere nelle prossime settimane? Il peggio è alle spalle? Secondo quanto indicato dalle analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) la curva degli ingressi giornalieri in terapia intensiva è in una fase di debole discesa. "La curva del valore medio degli ingressi giornalieri in terapia intensiva ha raggiunto un massimo l'11 gennaio circa e ora è in una fase iniziale di, seppur debole, discesa: probabilmente - spiega il matematico - questo è legato al considerevole aumento della prevalenza della variante Omicron, che induce una sintomatologia diversa dalla Delta con un minor interessamento dei polmoni e una minore frequenza di insorgenza di polmonite".

Covid, oggi Lombardia e Italia. Il bollettino coronavirus del 20 gennaio: contagi e morti

Ricoveri: come sta andando regione per regione

A livello nazionale, da circa sette giorni, "si osserva una brusca e significativa diminuzione del tasso di crescita della curva di occupazione dei reparti terapia intensiva e un analogo cambiamento, ma molto meno marcato, si osserva per i reparti ordinari". A livello regionale, la curva delle terapie intensive ha smesso di crescere ed è in stasi per Abruzzo, Basilicata, provincia di Bolzano, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana e Valle d'Aosta, mentre si registra un trend in discesa per Marche, Umbria, Veneto e provincia di Trento. Gli ultimi dati "confermano la frenata della discesa della percentuale dei positivi ai test molecolari a livello nazionale", sottolinea l'esperto. Inoltre resta alta l'attenzione su Marche e Puglia, dove i positivi "sono in crescita esponenziale con tempi di raddoppio degli incrementi inferiori ai 5 giorni, probabilmente per la diffusione della Omicron". 

Il dati del bollettino del 20 gennaio

Oggi sono 188.797 i nuovi contagi da Covid, circa 10mila in meno rispetto a ieri, con 1,11 mln di tamponi (-7mila). Lo rileva il bollettino odierno del ministero della Salute che registra anche 385 decessi (+5) e un tasso di positività del 17% (+0,7%). In Lombardia sono 33.676 i nuovi contagiati, in Veneto 21.833 e in Emilia Romagna 20.140. Gli attualmente positivi salgono a 2,66 milioni dei quali 19.659 ricoverati nei reparti ordinari (+159) e 1.698 in terapia intensiva (+10). Restano in isolamento domiciliare 2,66 milioni di pazienti mentre sono 143.029 le persone dimesse o guarite. 

Cartabellotta: per un mese ancora circolazione elevata virus

"Questa settimana c'è stata una netta frenata dell'aumento dei contagi" Covid, che "in 10 regioni aumentano e in 10 diminuiscono. I decessi aumentano perché si verificano circa 3 settimane dopo il contagio, ma siamo quasi al picco dell'ondata. La prossima settimana dovremmo scendere, verosimilmente, ma avremo ancora un mese di circolazione elevata del virus". Così Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ospite di 'Un Giorno da Pecora' su Rai Radio 1.  

Altems: spinta Covid si sta affievolendo

Secondo l'Instant Report 'Covid-19', un'iniziativa dell'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems) dell'Università Cattolica di confronto sistematico dell'andamento della diffusione del Sars-COV-2 a livello nazionale, ci sono timidi segnali positivi sul controllo di questa nuova ondata pandemica guidata dalla variante Omicron in Italia. Si tratta, innanzitutto, della diminuzione degli ingressi in terapia intensiva, passati nell'ultima settimana a 1,67 per 100.000 abitanti, contro l'1,73 della settimana precedente. Registra un calo anche l'incidenza dei contagi a livello nazionale, che nelle ultime cinque settimane viaggiava ad una velocità media del +130% (che significa oltre il raddoppio dei casi di settimana in settimana), mentre nella settimana appena trascorsa si registra un aumento limitato, del 20%, passando da 1719 ogni 100.000 residenti a 1767.

"Dopo cinque settimane di trend di forte crescita dei nuovi ingressi in terapia intensiva, che ha portato a più che raddoppiare il valore nazionale settimanale passando da 0,83 per 100.000 abitanti a 1,73 - spiega Americo Cicchetti, direttore di Altems - finalmente nell'ultima settimana pare affievolirsi questo sprint del Covid, registrando una live diminuzione del dato che si stabilizza a 1,67 per 100.000 abitanti . Questo dato è un segnale di rallentamento della pressione del Covid-19 sui sistemi sanitari, sebbene si riscontri una variabilità regionale molto importante. Questi dati però sono ancora preliminari e dobbiamo attendere almeno altre due/tre settimane per poter affermare con certezza che è stato raggiunto il picco di questa quarta ondata". 

La strada della Gran Bretagna

I prossimi giorni saranno decisivi per capire se i trend in discesa saranno confermati. Intanto la Gran Bretagna, una delle prime aree a essere colpita dalla diffusione di Omicron, ha annunciato lo stop alle restrizioni del cosiddetto "Piano B" alla luce di quello che è stata definita una "ritirata" della variante. Non solo. Il governo britannico ha anche fatto sapere di essere al lavoro per le strategie relative alla prossima primavera, improntate a una sostanziale volontà di "convivere col virus". Ieri il premier Boris Johnson ha annunciato la fine dell'obbligo di indossare le mascherine a partire dal 27 gennaio. Sempre dalla stessa data il lavoro a distanza non verrà più raccomandato ufficialmente e il pass sanitario non sarà più necessario per accedere ai locali e partecipare ai grandi raduni.

PER APPROFONDIRE Covid Gran Bretagna: "Omicron in ritirata, basta restrizioni"

Bassetti: "C'è una via di mezzo"

E in Italia? Cosa potrebbe accadere? "Il 98% degli inglesi ha avuto in qualche modo un contatto con il virus, o attraverso la vaccinazione o la malattia. Il Regno Unito ha avuto un aumento della circolazione con le ondate Delta e Omicron e hanno raggiunto una immunità di sicurezza. Boris Johnson ha fatto una scelta diversa dall'Italia. Il problema però non è se ha ragione l'Italia o il Regno Unito, levare ogni restrizione così dall'oggi al domani potrebbe essere azzardo ma tra noi e il Regno Unito c'è una via di mezzo" ha detto all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova.

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Secondo l'esperto in Italia "abbiamo raggiungo il picco, i ricoveri sono stabili e quindi in questo momento anche noi dovremmo cercare di capire come uscire - suggerisce l'infettivologo -. Alcune misure restrittive vanno riviste, come la riduzione dei posti negli stadi o la mascherina all'aperto. Ma penso anche ad revisione del sistema delle zone a colori per le Regioni o della Dad a scuola per i vaccinati".  

Ricciardi: per ora rallentamento casi ma non discesa

Secondo Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, "il trend che Omicron ha mostrato nel resto del mondo è stato di una rapidissima salita dei contagi e di una altrettanto rapidissima discesa". Per ora, in Italia, "c'è un rallentamento ma non una discesa evidente dei nuovi casi. Soprattutto c'è ancora una pressione molto forte sui sistemi sanitari e anche il numero dei morti, nei prossimi giorni, credo continuerà a rimanere stabile o addirittura a aumentare".

Galli: in Gb stanno correndo troppo avanti

"Gli inglesi ci hanno lasciato già altre volte un po' sorpresi con comportamenti che io ritengo troppo anticipati, direi avventati. Ricordiamo che anche altre volte il premier inglese si era distinto con particolari scelte. Non è la prima volta che oltremanica ci stupiscono". Dire addio a Green pass, mascherine e altre restrizioni anti Covid "sono decisioni che mi lasciano perplesso" ha detto all'Adnkronos Salute Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano. Gli inglesi "avevano oltre 200mila casi attorno al 4-5 gennaio - ha ricordato Galli -. Sono passati a 90mila, ma bisogna capire quanti sono quelli effettivamente infettati che si stiano facendo i tamponi in questi giorni. Mi sembra stiano correndo troppo avanti. Se poi la scelta sottende la volontà di dichiarare che 'tanto l'Omicon non è pericolosa', su questo francamente non posso essere d'accordo", ha ribadito lo specialista.

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