Covid in Italia e Lombardia, lunedì 10 ottobre: contagi e morti

Scende il tasso di positività. La Lombardia la regione con più nuovi casi

I dati del 10 ottobre 2022

I dati del 10 ottobre 2022

"Temevamo che il virus approfittasse dell'abbassamento delle misure di contenimento dei contagi ed invece sembra che l'incidenza continui a crescere ma la velocità della crescita sta diminuendo". Lo afferma Cesare Cislaghi, già presidente della Società italiana di epidemiologia. L'incidenza negli ultimi giorni, rileva l'esperto, "è quasi di 450 contagi ogni 100.000 abitanti ma l'RDt, l'indice di replicazione diagnostica, è sceso da 1,58 a 1,32; il che significa che se pochi giorni fa i contagi crescevano della metà ogni settimana, oggi crescono solo di un terzo, sempre a settimana".   Se la decelerazione, spiega, "è un'ottima notizia che fa ridimensionare le fosche previsioni dei giorni passati, bisogna però considerare che i ricoveri dei pazienti positivi al Covid continuano anch'essi a crescere e continueranno ancora sino a circa dieci giorni dopo che la crescita dei contagi si sarà arrestata.  Possiamo prevedere per i decessi che, mantenendosi comunque la letalità a circa il 2 per mille o poco più, saliranno nei prossimi giorni almeno sino al centinaio".

Sono 15.089 i nuovi contagiati da Covid-19 registrati nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 34.444), secondo i dati del ministero della Salute. Le vittime sono 51 (ieri ne erano state notificate 41). Il tasso di positività è del 18,1% (ieri era il 20,2). I tamponi molecolari e antigenici effettuati sono 83.426 rispetto ai 170.238 del giorno precedente. Come ogni lunedì i dati risentono del minor numero di tamponi effettuati ieri. domenica 9 ottobre 2022.

Il totale dei casi di Covid rilevati dall'inizio della pandemia in Italia è di 22.830.825 come emerge dal bollettino del ministero della Salute. Sono 216 i pazienti ricoverati in terapia intensiva nel bilancio tra entrate e uscite (ieri erano 211), ovvero 5 in più, mentre gli ingressi giornalieri sono 23. I ricoverati nei reparti ordinari sono 5.987 (ieri erano 5.699), cioè 288 in più . Gli attualmente positivi sono 503.427. Dimessi e guariti sono 22.149.828, mentre il totale dei decessi dall'inizio della pandemia è 177.570.

Oggi sono 15.089 i nuovi contagiati da Covid-19 registrati nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 34.444), secondo i dati del ministero della Salute. Le vittime sono 51 (ieri ne erano state notificate 41). Il tasso di positività è del 18,1% (ieri era il 20,2). I tamponi molecolari e antigenici effettuati sono 83.426 rispetto ai 170.238 del giorno precedente. Tra le Regioni, il maggior aumento di casi si ha in Lombardia (2.229), a seguire Emilia Romagna (2.194) e Lazio (1.781).

In Lombardia oggi diminuiscono i ricoverati nelle terapie intensive (-1). A fronte di 12.465 tamponi effettuati, sono 2.229 i nuovi positivi (17,8%).  I tamponi effettuati sono  12.465, per un totale complessivo di 41.820.182.  I  nuovi casi positivi dono  2.229. I  ricoverati in terapia intensiva sono  14 (-1) e quelli non in terapia intensiva  953 (+33). I decessi sono 12 per un  totale complessivo di 42.669. I nuovi casi per provincia: Milano: 621 di cui 314 a Milano città; Bergamo: 164; Brescia: 367; Como: 189; Cremona: 63; Lecco: 84; Lodi: 39; Mantova: 82; Monza e Brianza: 222; Pavia: 146; Sondrio: 86; Varese: 96.

Italia

Opedali, conti in rosso

La pandemia ha peggiorato i conti degli ospedali. Nel 2020 i ricavi delle aziende sono diminuiti del 5 per cento su base annua, mentre i costi sono aumentati del 5,7 per cento. Con il risultato che «lo scostamento costi-ricavi delle aziende ospedaliere italiane è passato da circa 360 milioni nel 2019 a quasi 2,6 miliardi nel 2020 e a più di 3,2 miliardi nel 2021». È quanto emerge dal focus dell'Ufficio parlamentare di bilancio sugli effetti della pandemia sui bilanci delle Aziende ospedaliere. Lo studio prende in considerazione 72 aziende ospedaliere. I costi nel 2020 sono aumentati soprattutto al Nord, l'area colpita per prima dalla pandemia (8,3%, contro il 4,8 nel Mezzogiorno e il 2,9 nel Centro), mentre nel 2021 principalmente nel Mezzogiorno e nel Centro. Tra i costi, a pesare è soprattutto quello del personale: nel 2020 vi è stato un significativo aumento del numero di infermieri assunti (+6% rispetto al 2019, pari a +4.087 unità, a fronte di +2.780 tra il 2016 e il 2019) e di medici (+5,1%, pari a +1.377 unità, contro +2.383 tra il 2016 e il 2019). Anche per il personale flessibile nel 2020 è stato registrato un forte incremento, +30%, corrispondente a più di 2.800 unità annue. Nel 2020 i ricavi sono diminuiti soprattutto per il ridimensionamento dell'attività a causa dell'emergenza sanitaria. 

Lombardia

i dati lombardi
i dati lombardi

 "Il rialzo dei contagi del Covid, che non va sottovalutato. E' vero che le terapie intensive rimangono pressoché stabili ma aumentano i malati in area medica". Sull'aumento dei casi di coronavirus anche in Lombardia, dove però non aumentano i ricoveri in terapia intensiva, lo ha detto la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratt. Alla crescita dei positivi, spiega Moratti, contribuiscono "la minore attenzione perché sono cadute alcune barriere come quelle della protezione attraverso le mascherine e l'apertura delle scuole e il clima più freddo".

Moratti e la quinta dose

"Ho posto in commissione Salute una richiesta al Ministero per capire se possiamo vaccinare con la quinta dose i più fragili nelle nostre Rsa. Domani, quindi, mi aspetto dal ministero di avere una risposta. Per noi, ovviamente, vaccinare i più fragili significa metterli al riparo da una malattia che per loro può essere più grave". Lo ha detto la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti.

 

Galli: senza vaccini saremmo nei guai

"Da vaccinati l'infezione da Sars-Cov-2 fa sicuramente meno paura. Ormai abbiamo imparato tutti che il vaccino protegge dalle conseguenze peggiori del virus, non dal contagio". A ribadirlo  Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, dopo che ieri il virologo Roberto Burioni ha annunciato, collegandosi alla trasmissione televisiva'Che tempo che fa, di avere il Covid, sottolineando che "Grazie al vaccino non sono in ospedale".  Se non ci fosse il vaccino "saremmo nei guai", ha aggiunto Galli, ricordando che "abbiamo avuto un fiorire di varianti che probabilmente hanno trovato il modo di essere selezionate nel Sud del mondo questo inverno. L'attenzione, quindi, non può cadere. Talvolta la rassicurazione generica fa molto più danno di un sano atteggiamento prudenziale. Prudenza vuol dire anche cultura della responsabilità individuale".