Covid, Malpensa ko: la rabbia dei lavoratori

Amare previsioni del sindacato Usb: "Arriverà la ripresa ma saremo al collasso"

Ieri schierati non solo viaggiatori ma anche addetti. A rischio migliaia di posti

Ieri schierati non solo viaggiatori ma anche addetti. A rischio migliaia di posti

Malpensa, 31 ottobre 2020 -  «Prima o poi i trasporti ripartiranno, ma nel frattempo ci troveremo a lavorare con condizioni peggiori, ancora più precarie". Luca Pistoia, sindacalista dell’Usb, fa un’amara previsione sul futuro post-pandemia, partendo da un presente che rischia di fare tabula rasa negli aeroporti di Linate e Malpensa, bloccati dal crollo degli spostamenti provocato dall’emergenza sanitaria. Lo scalo della brughiera ieri era affollato non di viaggiatori ma di lavoratori in presidio, che si sono radunati sotto la palazzina Enac e poi hanno manifestato davanti all’area Cargo, al centro di un traffico di merci che a differenza di quello di passeggeri non si è mai fermato. Protestano i dipendenti di Airport Handling di Linate ancora in cassa integrazione, che vedono a rischio il loro futuro dopo la scelta di Alitalia di utilizzare personale interno per gestire attività che prima del lockdown primaverile e della successiva riapertura dello scalo erano affidate alla società esterna, fornitrice di servizi alle compagnie aeree.

Una mossa che, secondo i sindacati, impatta sui circa 250 lavoratori di Airport Handling che ruotano attorno ai servizi Alitalia a Linate. E a Malpensa si è aperto un altro fronte, che coinvolge una quarantina di lavoratori, anche loro scesi in piazza. Sono al centro di un cambio d’appalto della compagnia aerea Neos che vede il passaggio di testimone da Airport Handling alla società Ags. "Per la clausola sociale dovrebbero essere riassorbiti dalla società subentrante Ags – spiega Pistoia – ma stiamo incontrando continue resistenze. In questa operazione si troverebbero a perdere il 30-40% del loro salario".

Giuseppe Ragusa (Usb), sindacalista a Linate, chiede "interventi rapidi e decisi" per sostenere un settore che rischia il collasso, lasciando sulla strada migliaia di posti di lavoro solo a Linate e Malpensa, considerando anche l’indotto che ruota attorno al trasporto aereo. Malpensa, con un calo del 75% dei passeggeri, è tra gli aeroporti italiani più colpiti. Linate, dopo una timida ripresa estiva, è tornato a svuotarsi a causa di una impennata dei contagi che dissuade le partenze. A settembre, secondo i dati Sea, Malpensa e Linate hanno registrato un -78% rispetto allo stesso periodo del 2019. E a ottobre la situazione non è migliorata. Intanto la rabbia dei lavoratori rischia di esplodere. Ieri il presidio promosso dai sindacati di base Usb, Adl, Cub Trasporti e Flai. Altre manifestazioni potrebbero essere organizzate nei prossimi giorni tra Linate e Malpensa.