Covid, Lombardia divisa in due: 12 sfumature di rosso

Il virus viaggia a due velocità: quattro le province più colpite nella seconda ondata, tre nella prima

La mappa del contagio nelle regioni del Nord Italia

La mappa del contagio nelle regioni del Nord Italia

Milano, 5 novembre 2020 - C'è una Lombardia a due facce nella seconda ondata Covid. E, quasi per una sorta di contrappasso, le province che hanno pagato il prezzo più alto nella prima ondata: Bergamo, Brescia e Lodi, sono quelle che oggi registrano numeri più contenuti, mentre il virus corre a Milano, Monza, Varese e Como. Lo dicono i dati e lo conferma Carlo La Vecchia, professore di Statistica medica ed epidemiologia all'Università di Milano. "Nella regione non tutte le aree sono colpite in modo uguale - sottolinea - : Bergamo, Brescia e Lodi oggi sono meno caricate perché probabilmente lo sono state molto in primavera, mentre la situazione più difficile attualmente è a Milano, Monza, Varese e Como".

I dati degli ultimi giorni indicano, per l'esperto, "che la salita dei casi è stata mediamente più bassa rispetto ai giorni precedenti". Tuttavia ci sono alcuni dati che vanno monitorati con attenzione. "La percentuale di positività nei tamponi effettuati in Lombardia, fino a ieri, era del 18%, contro una media nazionale del 14%. Inoltre c'è anche da considerare che una parte dei tamponi positivi arriva da quelli fatti non su chi ha sintomi, ma dagli screening su chi ha avuto contatti con positivi, e qui la positività è del 10%". Ciò indica, secondo l'esperto, che l'epidemia "è molto diffusa in Italia e non è impossibile che oggi il 3-5% della popolazione italiana sia positivo al coronavirus. È quindi molto importante limitare i contatti". Quanto alla divisione delle regioni in diversi gradi di gravità e conseguenti restrizioni, conclude La Vecchia, "non è una scelta irragionevole dal punto di vista sanitario. Il vero dramma di questa seconda fase non sono i casi gravi, ancora sotto controllo, ma il sovraccarico dei pronto soccorso, perché non sono state create altre strutture, e i medici ormai stremati".