Covid Lombardia, bollettino oggi: 6.318 nuovi casi e 117 morti

Il rapporto positivi/tamponi scende al 16,5%, ma è boom di ricoverati: +452 (40 in terapia intensiva)

Coronavirus

Coronavirus

Milano, 8 novembre 2020 - Leggera schiarita sul fronte Covid in Lombardia, perlomeno per quanto riguarda la diffusione del contagio, dopo che ieri in regione è stato toccato un nuovo record di 11.489 nuovi casi e 108 morti, con il rapporto positivi/tamponi balzato al 24,9% (46.099 i tamponi eseguiti). Oggi il bollettino della regione racconta di 6.318 nuovi casi a fronte di 38.188 tamponi, per un rapporto fra i due dati che scende al 16,5%. Non diminuiscono però i decessi, che anzi salgono ulteriormente: oggi sono stati 117 (18.343 dal'inizio della pandemia). Stabile l'aumento delle terapie intesive salite a 650 posti occupati con 40 nuovi ricoveri, stesso incremento di ieri, ma i ricoverati negli altri reparti salgono di ben 412 unità (6.225 totali). Alto, fortunatamente, anche il numero dei guariti/dimessi: 1.420.

Coronavirus, i numeri nelle province

Guardando alla diffusione del virus nelle province, a Milano sono stati 2.956 i nuovi contagi segnalati, di cui 1.204 a Milano città. A Monza sono 877, a Varese 620, a Brescia 545, a Pavia 313, a Como 174, a Lecco 136, a Mantova 135, a Bergamo 123, a Sondrio 114, a Cremona 99 e a Lodi 57.

Coronavirus Lombardia 8 novembre
Coronavirus Lombardia 8 novembre

Coronavirus, i dati nazionali / Pdf

In Italia oggi si contanto 32.616 nuovi casi con 191.144 tamponi, facendo registrare quindi un calo anche a livello nazionale. La Lombardia resta la regione più copita, seguita dalla Campania (4.601 casi) e dal Piemonte (3.884).  

Gallera: il virus corre in Lombardia

"La situazione in Lombardia è critica, in alcune zone è molto grave. La diffusione del virus è molto estesa, i dati che abbiamo oggi ci dicono che in quasi tutte le zone della nostra Regione il virus corre velocemente. Nella stragrande maggioranza dei casi sono asintomatici ma sono positivi". Lo ha detto l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, A Live Non è la D'Urso, su Canale 5. "Quindi lo strumento deve essere quello di avere chiusure che consentono in un arco temporale molto ristretto di far scendere la curva".

Milano si prepara al picco

Una situazione preoccupante, in particolare a Milano dove ieri si sono registrati 4.520 nuovi contagi. I nuovi ricoverati quotidiani raggiungono numeri mai visti durante la prima ondata e la metropoli si sta preparando al picco: messe in preallaerta ambulanze di Brescia per dare un amano in caso di boom di accessi di urgenza in ospedale. 

La Brianza chiama l'Esercito

Difficile la situazione anche a Monza, capoluogo di quella Brianza che col Varesotto è l'altra grande colpita della seconda ondata dietro Milano. Il sindaco Dario Allevi è preoccupato per la tenuta del sistema sanitario, che conta 320 tra medici e infermieri positivi al Covid, così il prefetto Patrizia Palmisani ha inviato una richiesta al ministero della Difesa chiedendo l’invio a Monza di medici e infermieri dell’Esercito. La pressione sul Pronto soccorso del San Gerardo è talmente alta che l'ospedale ha deciso di chiuderlo ai codici verdi: i pazienti non gravi venfono inviati in altre strutture. 

Pregliasco: "Situazione pesante"

"La situazione è pesante per chi è in prima linea - commenta il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano -. Una pesantezza oggettiva di una struttura che ancora sta reggendo come operatività ma che teme di non farcela". Interpellato sul caos ospedali con lunghe code dinanzi ai Pronto soccorso e reparti verso la saturazione, ha aggiunto: "Poi c'è anche la componente panico che va a peggiorare le cose". 

Mappa dei focolai

Ma a preoccupare sono anche i piccoli cluster di contagio, ovvero quelle situazioni che si sviluppano in borghi di provincia dove la percenuale di positivi rispetto alla popolazione totale è particolarmente alta, come si evince dalla mappa dei focolai in Lombardia

Separati dagli affetti più cari

Come accaduto nella prima ondata, anche adessso al dramma della malattia si aggiunge quello dei familiari impossibilitati a stare accanto ai propri cari nel momento più difficile, con la consapevolezza che nella peggiore delle ipotesi potrebbero anche non rivederli più. Un dramma vissuto anche da Max Rogora, assessore alla Sicurezza del Comune di Busto Arsizio, che ha lanciato un appello ai medici delle Terapie intensive: "Mio padre è in gravi condizioni, non separateci dai nostri affetti"