Covid Lombardia: il virus rallenta, ma in ospedale resterà ancora

Omicron allenta la presa. In modo impercettibile nella settimana da poco conclusa i dati cominciano a mostrare una inversione di tendenza

Covid, operatori sanitari in ospedale (Ansa)

Covid, operatori sanitari in ospedale (Ansa)

Milano -  Omicron allenta la presa. In modo impercettibile nella settimana da poco conclusa i dati cominciano a mostrare una inversione di tendenza, leggera, ma costante. Al punto che nell’ultimo rapporto legato all’analisi dei contagi pubblicato dal Cnr, delle 12 province lombarde, 8 erano già oltre la cima della collina. Picco passato e discesa già iniziata tranne per Como e Brescia, che hanno comunque raggiunto la cima e si apprestano alla discesa, e per Mantova, che sta probabilmente raggiungendo il record di contagi di questa nuova ondata e sta ancora aumentando, ma più lentamente. Una fotografia che si rispecchia anche nelle cifre rilevate dalla Regione, che misura il tasso di positività sul totale dei tamponi effettuati, sceso del 6% in sette giorni. Su 68.733 test eseguiti, ieri risultavano 9.883 i nuovi positivi. La quota era del 14,3%.

Lunedì della scorsa settimana i positivi al virus erano 17.581 su 86.367 tamponi, con un rapporto al 20,3%. Un dato che segna come, lentamente, anche il sistema di tracciamento stia riprendendo forma uscendo dalla situazione emergenziale. Anche se si resta lontani dal periodo estivo, quando la quota era più vicina all’1%. I dati del lunedì, poco significativi perché riferiti alla domenica, vedono calare di una sola unità i ricoveri in terapia intensiva a quota 267 (erano saliti di 10 unità sabato), mentre salgono ancora i ricoveri ordinari (+83) per un totale di 3.694. I decessi registrati nelle ultime 24 ore invece sono 81. Dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione salgono a 35.992. Omicron, associata almeno finora alla variante Delta, ha comunque spinto fino al parossismo la crescita dei contagi, senza portare la situazione delle terapie intensive e dei ricoveri a livelli della prima ondata.

A febbraio e a maggio del 2021 la Lombardia infatti contava numeri simili di pazienti ricoverati nelle diverse strutture ospedaliere con diagnosi legata al Covid. Eravamo rispettivamente all’inizio della seconda e della terza ondata del virus, con numeri di contagi giornalieri nettamente più bassi a parità di pazienti allettati, anche gravi. Segno evidente che i vaccini, un anno fa all’inizio delle somministrazioni, hanno nel frattempo ammorbidito gli effetti nefasti del contagio. Anche in questa ondata, tuttavia, il SarsCov2 non ha colpito ovunque allo stesso modo. Il territorio che appare maggiolmente interessato è la Brianza, dove risulta contagiato il 19,12% dei residenti. Seconda piazza per Varese (19,03%). Segue Como, ora al picco, con il 18,7% di abitanti contagiati. Quarta Milano con la sua provincia, al secondo posto, che si ferma intorno al 18%. Lodi e Sondrio, dove fino a dicembre la variante Delta non era ancora riuscita stando alle rilevazioni del Ministero a scalzare il ceppo originario del contagio, si fermano al 17% circa. Brescia, Pavia e Mantova superano invece il 16%. Poco sopra il 15% di abitanti che hanno contratto il virus nelle aree di Cremona e Lecco. L’ultima per contagio, sulla carta, è Bergamo, con l’11,8% di cittadini che avrebbero avuto il Covid. Ma l’effetto massiccio dei contagi (con lutti incalcolabili) nell’area orobica, non calcolati ufficialmente per problemi al tracciamento, potrebbe aver generato un dato paradossalmente ottimista e poco realistico. Lo stesso emerso anche durante la seconda e la terza ondata.