Covid: "Lombardia sta reggendo ma bisogna abbassare curva contagi"

Fontana: "Natale in lockdown? Mi auguro di no, ma cittadini seguano le regole". Ospedale al Portello: presto attivi 90 posti letto

Una veduta dei moduli di terapia intensiva allestiti nei padiglioni di  Fieramilano

Una veduta dei moduli di terapia intensiva allestiti nei padiglioni di Fieramilano

Milano, 12 novembre 2020 -  Resta alta l'allerta sulla Lombardia, la regione più duramente colpita dal Covid-19. Ieri dopo aver sfiorato gli 11mila contagi nella giornata di martedì, dati incoraggianti: in 24 ore si sono registrati 8.180 casi a fronte di 52.712 tamponi (in totale 3.377.673). In netto miglioramento il rapporto tra positivi e tamponi sceso dal 23,2% al 15,5% in 24 ore. Spiragli di luce in quadro generale che però presenta ancora molte ombre: è infatti aumentato il numero dei decessi (152 in un solo giorno ) mentre i ricoverati in terapia intensiva sono saliti a 764 (+56) e quelli negli altri reparti 6.907 (+225). A fronte di qualche timido segnale di miglioramento la situazione resta quindi ancora fortemente critica, in particolare per quanto concerne la pressione sugli ospedali. "Come risposta sanitaria, nonostante siamo sotto grande pressione, siamo in grado di dare risposte a tutte richieste di aiuto. E' chiaro che dobbiamo fare in modo che queste linea di contagi si abbassi" ha detto il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, collegato con Rtl. "Rispetto al resto del Paese - aggiunge il governatore - abbiamo un piccolo vantaggio, il 21 ottobre Regione Lombardia emise una prima ordinanza, che fece un po' di polemiche ma che sta dando qualche piccolo ma significativo risultato. Speriamo che questa ordinanza e poi l'intervento del governo possano riuscire ad abbassare la linea dei contagi". 

Milano: si riduce indice di contagiosità

Nel frattempo buone notizie arrivano da Milano, il fronte più duro della seconda ondata insieme a Monza Brianza, Como e Varese. "L'Rt di Milano oggi era attorno a 1,25. Con il lockdown si sta riducendo di giorno in giorno" l'indice di contagiosità di Covid-19 "e si è quasi dimezzato rispetto al momento di picco" ha detto il direttore generale dell'Ats Città Metropolitana di Milano, Walter Bergamaschi Ieri la Città Metropolitana era ancora la zona più colpita con 3.148 casi, di cui 1.149 nella città capoluogo (in calo rispetto al giorno precedente). Seconda è quella di Como con 958, seguita da Varese con 943 e Monza e Brianza con 854. Per l'assessore al welfare della Lombardia, Giulio Gallera in Lombardia i dati covid sono "in miglioramento" ma invita a fare ancora "sacrifici e stare in casa". Il miglioramento, secondo l'assessore è il risultato "dei provvedimenti che già da diversi giorni la Regione ha preso insieme al ministero della salute", ma bisogna continuare con "un atteggiamento rigoroso o rischiamo di vanificare gli sforzi fatti". 

"Lockdown a Natale? Mi auguro di no"

Ci si prospetta un Natale in lockdown? "Mi auguro proprio di no, ma sono convinto che le cose si metteranno a posto gradualmente" ha detto Attilio Fontana, durante una diretta su Rtl 102.5. "Faccio un appello ai cittadini: comportatevi nel rispetto delle norme, non fate assembramenti, fate quello che si deve fare altrimenti anche Natale rischia di avere dei problemi", ha aggiunto il presidente. Per il numero uno di Palazzo Lombardia "c'è un po' più di stanchezza tra la gente" rispetto a marzo. "Io - dice il presidente della Regione Lombardia- è da questa estate che dico che dobbiamo trovare un equilibrio perché con il virus dobbiamo convivere, almeno fino al vaccino, cercando di mettere in atto precauzioni che consentano una quasi normale vita economica". 

"C'è più stanchezza tra la gente"

L'emergenza economica è vicino a quella sanitaria, ma "la terza emergenza è la tenuta psicologica della gente". Fontana è consapevole che "in questo momento ci sia un po' di più di stanchezza rispetto a marzo, quando c'era più voglia di reagire. Purtroppo oggi è scemata perché il periodo è lungo, il ritorno del virus ha lasciato dei segni".  Adesso, "dobbiamo impegnarci a chiedere i ristori per tutte le attività che per salvaguardare la salute pubblica stanno subendo danni gravissimi. Come Regione, abbiamo risorse per investimenti e stiamo raschiando il barile: presto - aggiunge - dovremmo riuscire a emanare un provvedimento per dare una mano a quelle categorie che abbiamo toccato con la nostra ordinanza. Bisogna fare quadrato e cercare di dare una mano a chi sta soffrendo".

"Vaccini per tutte le fasce protette"

Per quanto concerne la campagna anti-influenzale Fontana ha ribadito che "le fasce protette verranno tutte vaccinate". Ieri, su questo tema, Walter Ricciardi, aveva parlato di "ritardi" della Lombardia nell'acquisto dei vaccini ("non bastano neanche per le fasce vulnerabili"). Per il presidente lombardo "è una polemica fuori luogo, ne parleremo dopo la campagna vaccinale" e che "noi abbiamo acquistato l'80% in più di vaccini rispetto a un anno fa con 800mila dosi già distribuite". 

Ospedale in Fiera: obiettivo 90 posti letto

Per fronteggiare aumento dei ricoveri si "allarga" l'ospedale al Portello. "Venti giorni esatti dopo aver aperto i battenti in Fiera, siamo arrivati ad avere 60 posti letto operativi e attrezzati -  ha spiegato Nicola Bottino, medico specializzato in sindromi respiratorie acute e responsabile del modulo del Policlinico -. Per quanto riguarda le prospettive sul breve, visto che ci vengono richiesti altri posti letto, vogliamo aprire altri moduli con l'aiuto di altri ospedali che speriamo si possano aggiungere al nostro pool di medici e infermieri. L'obiettivo, nel corso della settimana prossima, è quello di aprire un altro modulo da 14 posti, arrivando a 74, e, alla fine stessa settimana prossima, aprire un ulteriore modulo, arrivando a circa 88-90 posti letto".

I dati della fondazione Gimbe
I dati della fondazione Gimbe

Occhi puntati sulle terapie intensive

Proprio sulle terapie intensive è arrivato l'allarme della Fondazione Gimbe, secondo la quale le terapie intensive sono sopra la soglia di saturazione in 11 regioni. In una settimana - a livello nazionale, sono stati 2.918 i decessi in una settimana, con impennata di contagi tra il personale sanitario. Per Gimbe inoltre "serve un cambio di rotta su criteri di monitoraggio e dati open". 

Per approfondireCoronavirus, Gimbe sui dati del monitoraggio: "Rivedere i criteri"