Covid, la variante Kraken spiegata da Pregliasco: contagiosità, sintomi e cure

Il virologo: "Si tratta di una evoluzione che non sembra essere più cattiva dal punto di vista clinico e degli effetti di malattia"

Milano, 9 gennaio 2023 - Contagiosa ma non più pericolosa di altre varianti Omicron. Kraken, tecnicamente  XBB.1.5 . cresce in maniera esponenziale negli Stati Uniti e potrebbe diventare presto anche una delle principali varianti Covid In Europa

 "Almeno dai dati che vengono riportati, le mutazioni della variante Kraken facilitano l'immunoevasione, quindi schivano le difese immunitarie pregresse, e hanno una maggiore contagiosità. Elementi che facilitano la sopravvivenza del virus, che deve in qualche modo continuare la sua sporca opera". Lo spiega il virologo dell'università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco, commentando la comparsa della variante Kraken che, secondo i dati diffusi dai Centres for Disease and Prevention (Cdc), sarebbe la causa scatenante dei contagi di Covid-19 negli Stati Uniti, raddoppiati nell'ultima settimana e arrivati oltre il 40%. Una variante molto contagiosa, dunque, ma che sembrerebbe poco pericolosa.

Una evoluzione

"Si tratta di una evoluzione che non sembra essere più cattiva dal punto di vista clinico e degli effetti di malattia. La variante Kraken mantiene infatti una sua non gravità nella scia dell'Omicron, considerando che tutta la famiglia Omicron è più benevola rispetto alla famiglia Delta o alle precedenti".

I sintomi

Una variante, comunque, dai sintomi molto chiari. "Ormai-  evidenzia l'esperto -  le Omicron si replicano nelle vie aeree superiori, siamo dunque un presenza di una patologia dove le polmoniti ci sono ma in misura un po' più lieve e per il resto ha una manifestazione respiratoria variegata: dal niente a forme che ricordano le influenze con febbri molto alte, dolori muscolari e sintomi più impegnativi. Aldilà delle giuste facilitazioni di oggi rispetto all'isolamento per contrastarle bisogna utilizzare antinfiammatori, proprio per modulare la risposta immunitaria ed evitare la tempesta citochimica. Tenendo poi conto che la contagiosità è elevata, bisogna avere grande responsabilità verso i più fragili".

Dagli Usa all'Europa

Una variante che, dopo aver fatto tappa in Cina e negli Stati Uniti, potrebbe fare la propria comparsa anche nel Vecchio Continente. "Negli Usa è cresciuta in modo esponenziale- sottolinea Pregliasco- e quindi potrà dare una fiammata di risalita proprio in Europa, anche grazie a quanto sta accadendo in Cina e alla sua politica del 'liberi tutti' che fa sì che ci siano numerose occasioni di nuove varianti e anche di casi importati perchè, ovviamente, i controlli alle frontiere non possono fermare il virus".

XBB.1.5

Secondo l'ultima rilevazione dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani nell'ultima settimana XBB.1.5 è stata responsabile del 27,6% dei contagi e tallona la sotto-variante BQ.1.1 che resta ancora dominante con il 34,4% delle infezioni. Segue la sotto-variante BQ.1 al 21,4%. Secondo i dati dei Cdc, la sotto-variante XBB.1.5 era già presente in Usa a ottobre, ma è solo da inizio dicembre che ha iniziato a crescere: nella settimana conclusasi il 10 dicembre era responsabile del 4,3% dei contagi; la vigilia di Natale era all'11,5%; nella settimana conclusasi il 7 gennaio al 27,6%. 

Le sei varianti nel mirino Oms

Sei varianti di Sars-Cov-2 sotto osservazione: rappresentano il 74,4% dei casi nel mondo e da metà dicembre hanno sostituito i precedenti lignaggi discendenti Ba.5. Fra le 6 varianti sorvegliate speciali, anche Xbb, inclusa Kraken Xbb1.5.  Oltre a Gryphon e  Kraken,  le altre varianti sotto il monitoraggio dell'Oms sono Bq.1 (44,9%), Ba.5 con le sue mutazioni (10,3%), Ba.2.75 (11,8%), Ba.4.6 (0,6%) e Ba.2.3.20 (<0,1%). Omicron 5 e i suoi sottolignaggi restano dominanti, ma in calo.