Milano, 1 novembre 2021 - La battaglia contro il Coronavirus non è ancora finita. Ma, secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, dell'Università di Milano, quella di questo inverno potrebbe essere "l'ultima". Anche se sarà caratterizzata dalla difficoltà di riuscire a distinguere l'infezione da SarsCoV2 dall'influenza stagionale.
Nella trasmissione di RTL 102.5 'Non Stop News', l'esperto ha adetto che "sarà l'ultima battaglia a meno che non arrivi una variante più coraggiosa". E ha spiegato: "È un fatto naturale quello dei virus che provano a produrre nuove varianti. Le varianti ora tendono a essere meno invasive e meno fastidiose". "I virus sono dei parassiti assoluti che hanno bisogno di noi per replicarsi e diffondersi. Questo virus è già riuscito a farlo: nella gran parte dei casi provoca malattie banali, rende meno percepita la pericolosità ma in realtà poi questo ampia la diffusione. Quindi - ha aggiunto Pregliasco - l'ultima battaglia penso sia questo inverno, poi potrebbe essere in discesa".
Sempre sul prossimo inverno, il virologo ha detto che sarà "veramente difficile" riuscire a distinguere i casi di influenza da quelli di Covid-19. La prima "inizia con febbre elevata, la presenza di almeno un sintomo generale, dolori muscolari e articolari e sintomi respiratori; quindi naso chiuso e naso che cola. È molto simile purtroppo al Covid, quindi ci vorrà il tampone», anche considerando che la variante Delta «non ha più le caratteristiche peculiari come la perdita di olfatto o di gusto".
Sull'uso della mascherina, infine, Pregliasco ha osservato che, "considerando che in questo momento ogni contatto fra persone rappresenta una possibilità con una probabilità bassissima di rischio, meglio li gestiamo e meglio è". Secondo l'esperto "dal punto di vista tecnico la mascherina in questo momento e in questo periodo di sbalzi termici, aiuta".
Intanto, in Italia, la curva dell'epidemia di Covid-19 è in lenta crescita esponenziale, in una situazione che ricorda quella del periodo tra fine settembre e inizio ottobre 2020; sale anche il tasso di positività, arrivato all'1,9%, e aumentano i ricoveri: è la fotografia di una situazione che richiede ancora un grande cautela. È una situazione, però, nella quale il vaccino può fare la differenza, ha rilevato il ministro della Salute Roberto Speranza, a proposito delle "differenze enormi" nelle vaccinazioni anti Covid-19 in Europa, con conseguenze importanti in termini di ricoveri e decessi. Positivo, al momento, è il dato secondo cui la nuova variante AY.4.2 isolata in Gran Bretagna potrebbe non essere più trasmissibile della variante Delta, oggi dominante in tutto il mondo.
I dati del ministero della Salute indicano che i nuovi casi positivi al virus SarsCoV2 sono stati 2.818 in 24 ore, contro i 4.526: dati che molto probabilmente risentono della giornata festiva, come quelli di ogni lunedì. Dimezzato rispetto al giorno precedente anche il numero dei tamponi: 146.725 contro i 350.170 di sabato 30 ottobre. Il tasso di positività risulta in aumento dall'1,3% all'1,9% calcolando il rapporto fra il totale dei casi e il totale dei test, fra molecolari e antigenici rapidi. Considerano il rapporto fra il totale dei casi e i soli test molecolari il tasso di positività è del 6%, secondo i calcoli del sito Covidtrends. I decessi sono stati 20, contro i 26 del giorno prima. I dati del ministero indicano inoltre un deciso aumento dei ricoveri: 22 in più nelle terapie intensive, nel saldo tra entrate e uscite, e 33 nuovi ingressi contro i 17 del giorno precedente. Complessivamente i pazienti ricoverati in rianimazione sono 364. Nei reparti ordinari, dove i pazienti sono attualmente 2.863, i ricoveri sono stati 109 in più in 24 ore.
Per quanto riguarda le regioni, i dati del ministero indicano che a registrare l'incremento maggiore in un giorno è stato il Lazio, con 445 nuovi casi positivi; seguono Emilia Romagna (407), Veneto (362), Campania (354), Sicilia (295), Toscana (204) e Lombardia (186). Dalla Regione Friuli Venezia Giulia, preoccupazione a Trieste per l'aumento esponenziale di casi, come nel 2020: si tratta del più grande focolaio della regione. Stop ai cortei in Piazza Unità d'Italia fino a fine anno. Il ministro Speranza ha dichiarato che lo stato d'emergenza sarà prolungato "se sarà necessario". Intanto l'Australia dopo 600 giorni ha aperto le frontiere