Covid e influenza, incubo varianti. Pregliasco: "Sì al doppio vaccino". Ecco come fare

Il virologo: "La stagione influenzale sarà più complicata rispetto all'anno scorso. La pandemia? Atteso colpo di coda del virus, bene terza dose ai fragili"

Vaccino

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"Facciamo il vaccino antinfluenzale perché due varianti A, H1N1 e H3N2, sono nuove e quindi potrebbero dare un po' di vivacità a questa stagione influenzale. L'anno scorso è rimasta bloccata grazie agli interventi più stringenti per il Covid, ma ora rialzerà la cresta perché si torna a lavoro e c'è una minore attenzione a quelle che erano tutte le prescrizioni formali. E poi il vaccino antinfluenzale è conveniente perché evita il problema della diagnosi differenziale". Così il virologo dell'Università di Milano e direttore dell'Irccs Galeazzi, Fabrizio Pregliasco, che sulla doppia somministrazione, antinfluenzale e anti-Covid dice: "Non c'è conferma della somministrazione combinata nella stessa giornata. Il suggerimento è di far passare 14 giorni tra un vaccino e l'altro, per non creare interferenze anche sui possibili effetti collaterali che si concentrano nei primi giorni".

Per quanto riguarda la lotta alla pandemia, Pregliasco sottolinea l'importanza della terza dose ai più fragili, temendo un colpo di coda del virus: "Il vaccino riduce l'effetto nel tempo a distanza di 4-6 mesi, ma ancora mantiene una protezione residua. Quindi si può dire che la popolazione generale ha comunque ancora una protezione - le parole del virologo -.Io credo che sia fondamentale dare rinforzo ai più fragili perché abbiamo visto che rispondono male e dobbiamo metterli in sicurezza: sull'eventuale vaccinazione universale di richiamo io dico di aspettare, vediamo come sarà l'andamento durante questo inverno".

Terza dose vaccino anti Covid: per chi, quando, dovranno farla tutti?

Terza dose vaccino Lombardia, da lunedì si parte. Primi sieri già somministrati in Italia

Secondo le indicazioni del ministero della Salute, la somministrazione della dose aggiuntiva di vaccino anti-Covid parte ufficialmente domani, lunedì 20 settembre, per le persone immunodepresse, anche se in alcune realtà è già iniziata la distribuzione dei sieri. "Ci aspettiamo un colpo di coda del virus perché in inverno come per gli altri virus respiratori - spiega Pregliasco - c'è una facilitazione dell'infezione, quindi sarà bene organizzarci immaginando uno scenario pesante, anche se, e lo ha già dimostrato, la pandemia si sviluppa con onde come quelle di un sasso nello stagno: le prime sono quelle più brutte e le altre sono a degradare". In inverno, sottolinea ancora l'esperto, "ci sono condizioni meteo favorevoli, siamo più in casa, a scuola, si riduce lo smart working, quindi attrezziamoci per uno scenario non piacevole e a quel punto pensiamo a una dose di richiamo per i soggetti più fragili nel prossimo autunno-inverno. Poi potremo verificare se sarà necessario rinforzare a livello universale, quindi per tutti, un richiamo".