Covid, l'indice Rt torna a salire. La variante inglese diventerà dominante

Il dato è arrivato a quota 0,95 contro lo 0,84 della scorsa settimana. Umbria e Bolzano le aree a rischio alto. Sette regioni hanno un valore superiore a 1

Una terapia intensiva

Una terapia intensiva

Milano, 12 febbraio 2021 - Sale a 0,95 l'indice di contagio Rt in Italia, contro lo 0,84 della settimana scorsa (e di quella precedente). "Si confermano per la seconda settimana segnali di controtendenza nell'evoluzione epidemiologica, che potrebbero preludere a un nuovo rapido aumento diffuso del numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente mantenute misure di mitigazione sia a livello nazionale sia a livello regionale". E' quanto si legge nella bozza del report Istituto superiore di sanità-ministero della Salute sull'andamento di Covid in Italia, relativo al periodo 1-7 febbraio con dati aggiornati al 10.

La situazione

"L'incidenza a livello nazionale è sostanzialmente stazionaria e l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari 0,95, in lieve crescita rispetto alla settimana precedente. Umbria e provincia autonomia di Bolzano sono classificate a rischio alto, dieci regioni a rischio moderato (di cui cinque ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e nove con rischio basso. Peggiora la trasmissione rispetto alla scorsa settimana con sette Regioni che hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore, compatibile con uno scenario di tipo 2. In questa fase delicata dell'epidemia si conferma inoltre la circolazione diffusa di varianti virali a più elevata trasmissibilità nel Paese.  "L'attuale quadro a livello nazionale - sottolineano ancora gli esperti della cabina di regia - sottende forti variazioni. In alcuni contesti, un nuovo aumento nel numero di casi potrebbe rapidamente portare a un sovraccarico dei servizi sanitari in quanto si inserirebbe in un contesto in cui l'incidenza è ancora molto elevata e sono ancora numerose le persone ricoverate per Covid. Si conferma pertanto la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo e di rimanere a casa il più possibile.

I ricoveri negli ospedali 

Diminuisce da 7 a 5, il numero di Regioni e province autonome che hanno un tasso di occupazione delle terapie intensive e dei reparti sopra la soglia critica. Nelle terapie intensive il valore nazionale è sotto la soglia critica del 30%, a quota 24%. Il numero delle persone ricoverate nelle terapie intensive scende da 2.214 (02/02/2021) a 2.143 (09/02/2021). Anche nelle aree mediche è in diminuzione, passando da 20.317 (02/02/20201) a 19.512 (09/02/2021). Nel dettaglio solo Sardegna e Valle d'Aosta hanno un'incidenza settimanale sotto i 50 casi per 100.000 abitanti (soglia oltre la quale il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità); l'incidenza supera invece la soglia di 250 casi per 100.000 abitanti in tre casi: provincia autonoma di Bolzano (770,12 per 100.000 abitanti), provincia autonoma di Trento (254,85 per 100.000 abitanti) e Umbria (283,28 per 100.000 abitanti). L'incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni rimane sostanzialmente stazionaria: 269,79 per 100.000 abitanti.

La variante inglese

In Italia il 17,8% delle infezioni da Covid è dovuto alla variante inglese. Sono i risultati preliminari della 'flash survey' condotta dall'Iss e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali. Il risultato dell'indagine, comunica il ministero della Salute, dice che nel nostro Paese, così come nel resto d'Europa - in Francia la prevalenza è del 20-25%, in Germania del 30% - c'è una circolazione sostenuta della variante. La variante inglese del virus è probabilmente destinata a diventare quella prevalente nei prossimi mesi: "La necessità di monitorarne attentamente la prevalenza deriva dalla sua maggiore trasmissibilità rispetto al virus originale - spiegano gli esperti -. Un attento monitoraggio consentirebbe, assieme al rafforzamento delle misure di mitigazione, di contenere e arginare gli effetti della nuova variante mentre si prosegue con le vaccinazioni, che restano comunque efficaci anche contro il virus mutato".