Bassetti: Green Pass? Così non ha più senso. Per fine emergenza decisivi ottobre-novembre

L'esperto: "L'abbiamo fatto diventare uno strumento non per stimolare la gente a fare i vaccini, ma per portare la gente a fare i tamponi"

Matteo Bassetti

Matteo Bassetti

Roma - "L'emergenza terribile forse non c'è più. Dobbiamo avere ancora un po' di pazienza, vedere come finirà ottobre e come andrà novembre. Se andrà come ci auguriamo tutti potremo dire di essere quasi completamente fuori dalla pandemia per poi uscirne completamente nella prossima primavera". Queste le parole del professor Matteo Bassetti. "Siamo stati molto bravi come italiani, l'ottantacinque percento delle persone si sono vaccinate, è stata una cosa molto positiva - ha sottolineato ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici" - e oggi obiettivamente siamo di nuovo ad una vita pressoché normale. Oggi si è tornati a fare praticamente tutto come prima, cerchiamo di tornare completamente alla vita di prima, ci vorrà ancora un po' di pazienza", ha aggiunto. 

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Un anno fa a tenere banco nel dibattito pubblico, politico ma anche e soprattutto scientifico era la necessità di nuove urgenti restrizioni, a causa della brusca impennata di ricoveri e contagi. In poche settimane si arrivò al coprifuoco prima e alla nuova zona rossa in seguito. "L'anno scorso in questo momento avevamo gli ospedali che iniziavano ad essere pieni della seconda ondata. Guardiamo i dati. I vaccini sono stati fondamentali", ha ricordato Bassetti. "La violenza nelle piazze? Mi preoccupa nel momento in cui una minoranza prende tutto. Non è giusto che una minoranza abbia monopolizzato la comunicazione come se l'Italia e gli italiani fossero solo loro. E non è così. Perché l'85 percento degli italiani si è vaccinato. Aver dato tutta questa visibilità a chi è contro fa molto male a chi è a favore", ha commentato. 

In merito alla certificazione verde Bassetti ha sottolineato che il Green pass "così come è oggi non ha nessun senso di continuare". "L'abbiamo fatto diventare uno strumento non per stimolare la gente a fare i vaccini, ma per portare la gente a fare i tamponi. Io a questo green pass non sono più a favore".  "Bisogna decidere cosa si deve fare con i luoghi di lavoro. O a lavoro va solamente chi è vaccinato, oppure facciamo il green pass alla francese, dove nei luoghi di aggregazione c'è obbligo di green pass, ma rilasciato unicamente con la vaccinazione o con i tamponi ma solo se non puoi fare la vaccinazione. Non puoi equiparare tampone e vaccinazione. Attenzione, stiamo dando patenti di sicurezza dove non ce ne sono", ha commentato. 

"Il green pass ha senso se deve essere uno strumento per stimolare la vaccinazione", ha insistito Bassetti. "Se deve essere uno strumento per far spendere alla gente duecento euro al mese di tampone, è una stupidaggine. Io così da medico non lo sopporto".  "Allungare la validità del tampone a 72 ore? Non ha senso", ha aggiunto l'esperto. "Diciamo allora che l'Italia non è pronta ad avere il green pass sui luoghi di lavoro dal 15 di ottobre, lo rimandiamo a data da destinarsi e lo lasciamo obbligatorio nei luoghi di aggregazione. Ripensando tutta la campagna vaccinale".