Covid variante Delta Gran Bretagna: perché i prossimi 20 giorni sono decisivi

I contagi dovuti alla variante individuata per la prima volta in India sono aumentati del 46% in una settimana "ma non stiamo assistendo a una crescita proporzionale dei ricoveri". E quelle in arrivo sono settimane chiave per la pandemia

Covid in Gran Bretagna

Covid in Gran Bretagna

Londra - Non si arresta la corsa della variante Delta nel Regno Unito. Come riportato dall'ultimo bollettino diffuso diffuso da Public Health England (dipartimento della sanità pubblica) i casi di Covid-19 dovuti alla variante (individuata per la prima volta in India) sono aumentati del 46% dalla scorsa settimana in Gran Bretagna. La variante Delta rappresenta ormai circa il 95% dei casi di coronavirus in tutto il Regno Unito. Il 9 giugno si contavano 42.323 casi mentre l'ultima cifra di 161.981, al 30 giugno, è quasi quattro volte più alta. Il nodo più importante resta quello dell'impatto di questa ormai consolidata impennata di nuovi positivi sul fronte ospedaliero. Al momento non si registra una crescita proporzionale di ricoveri, un dato che suggerisce la rilevanza della campagna di vaccinazione. "Anche se i contagi stanno aumentando, non stiamo assistendo a una crescita proporzionale dei ricoveri. I dati confermano il successo della campagna vaccinale condotta fino a ora e dimostrano chiaramente l'importanza di ricevere entrambe le dosi di vaccino", ha precisato Jenny Harries, a capo della Uk Health Security Agency.

Secondo i dati del governo britannico, oggi 27.125 nuove persone sono risultate positive e nell'ultima settimana i casi sono aumentati del 74%. Sempre oggi sono stati registrati 27 nuovi decessi e 304 persone sono ricoverate in ospedale. Nell'ultima settimana sono morte 123 persone, con un aumento dell'11,8% rispetto ai sette giorni precedenti.  Il numero di persone vaccinate contro il Covid-19 almeno con la prima dose nel Regno Unito è arrivato a 45 milioni,  oltre 33 milioni e 200 persone hanno invece completato il ciclo vaccinale. "Questi dati sono importanti da considerare nella decisione di aprire il 19 luglio", ha detto al Guardian il professor Lawrence Young, virologo dell'Università di Warwick. "Potremmo aver indebolito il legame tra contagi, ricoveri e decessi, ma questo significativo aumento dei contagi con la variante Delta desta serie preoccupazioni", ha sottolineato.

Quel che è certo è che le ultime riaperture post lockdown rinviate nel Regno Unito a non prima del 19 luglio a causa del rimbalzo di contagi Covid non verranno anticipate. "Penso sia sensato confermare i nostri piani e usare le prossime 3 settimane per andare avanti ancora con la somministrazione dei vaccini in modo da avere altri 5 milioni di dosi inoculate entro il 19 luglio", ha detto Johnson: non senza aggiungere che a parere suo e "dei consiglieri scientifici" del governo è "molto probabile che il 19 luglio possa essere davvero la scadenza finale per tornare a una vita normale".

L'andamento della pandemia nel Regno Unito è oggetto di costante attenzione anche da parte del mondo scientifico e politico. Per il virologo Guido Silvestri, docente alla Emory University di Atlanta, "sarà fondamentale osservare i prossimi 20 giorni nel Regno Unito in termini di morti e ospedalizzazioni per Covid-19". Se resteranno bassi, significherà che "un programma di vaccinazione di massa riduce in modo decisivo i danni sanitari del Covid anche se il virus continua a circolare in modo significativo. In questo caso", secondo Silvestri "il rapporto costo-benefici di interventi come i lockdown dovrà essere rivisitato, con prevedibile riduzione o scomparsa del loro uso come si sta facendo qui negli Usa". Silvestri ha poi ricordato che nel Regno Unito "oltre il 66% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (di vari tipi, ma molto AstraZeneca), e che questa percentuale è molto più alta nei soggetti con oltre 65 di età".