Covid, Draghi al Consiglio Europeo: "Priorità alle prime dosi di vaccino"

Ursula von der Leyen sottolinea l'impegno dell'Europa a vaccinare il 70 per cento degli adulti entro l'estate

La seduta del Consiglio Europeo in videoconferenza

La seduta del Consiglio Europeo in videoconferenza

Bruxelles, 25 febbraio 2021 - Dare la priorità alle prime dosi, per aumentare la platea dei vaccinati rinviando le seconde dosi. Un po' come succede nel Regno Unito. E' la strada indicata dal premier Mario Draghi con una proposta avanzata nel corso del Consiglio europeo dedicato alla situazione sanitaria in Europa che si è tenuto oggi in videoconferenza. Sempre sul tema vaccini, il presidente del consiglio ha anche fatto propria la linea dura nei confronti di quelle aziende che non rispettano gli impegni, che "non dovrebbero essere scusate". Draghi ha sollecitato una decisa accelerazione, ricordando che per rallentare la corsa delle mutazioni occorre aumentare le vaccinazioni. A tal fine, ha detto Draghi, serve un'azione coordinata a livello europeo, rapida e trasparente. Per il presidente del consiglio un approccio comune deve essere adottato sui test e con un coordinamento per l'autorizzazione all'export. 

Da Draghi è arrivato anche il sostegno dell'Italia a Covax, lo strumento Ue-Onu per l'accesso globale ai vaccini anti Covid. Ma il premier ha anche sottolineato un problema di credibilità nei confronti dei cittadini europei se si avviassero le donazioni in questo momento.

"Abbiamo bisogno di un certificato vaccinale"

Nella discussione al vertice europeo ampio spazio al tema dei certificati vaccinali digitali che consentiranno alle persone di viaggiare in Europa nonostante la pandemia. "Saranno probabilmente disponibili prima dell'estate", ha annunciato la cancelliera tedesca Angela Merkel, citata dalla Reuters, parlando a Berlino dopo il vertice virtuale dell'Ue. "Tutti hanno convenuto che abbiamo bisogno di un certificato di vaccinazione digitale", ha detto Merkel, aggiungendo che la Commissione europea avrà di circa tre mesi per creare la base tecnica per i documenti. 

"Abbiamo discusso dei certificati vaccinali ma ci sono ancora questioni politiche in sospeso e anche questioni scientifiche" ha aggiunto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. "I dati di Israele sono promettenti - ha aggiunto - e alla fine si deciderà in ogni singolo Paese", precisando inoltre che "c'è un accordo di principio".

 "Siamo fiduciosi - ha detto ancora Ursula von der Leyen - che raggiungeremo il nostro obiettivo, di aver offerto al 70% della popolazione adulta" la vaccinazione contro la Covid-19. "E' un obiettivo che siamo fiduciosi di raggiungere", conclude von der Leyen.

La produzione di vaccini

"L'Unione Europea si doterà della capacità di produrre dalla fine dell'anno vaccini in modo più autonomo e in modo permanente, dal momento che sembra verosimile che dovremo vivere a lungo con questo virus". Lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, nella conferenza stampa al termine del Consiglio europeo in videoconferenza. Ma sul tema della condivisione dei brevetti, Ursula von der Leyen si è detta scettica: "Il mio forte consiglio è di rimanere all'interno di un meccanismo volontario" che non costringa le imprese a condividere la formula del vaccino perché "potremmo avere bisogno della conoscenza scientifica interna a queste case farmaceutiche" per far fronte alle varianti. La presidente ha ricordato che ci sono imprese che "stanno già lavorando  assieme", senza alcun obbligo di condivisione del brevetto. 

"Stiamo collaborando con le aziende per potenziare la produzione e la fornitura. Stiamo cercando di rendere disponibili nuovi impianti di produzione in Europa, per esempio recentemente la BioNTech ha avviato un nuovo impianto in Austria e in Germania e sono state accelerate le forniture - ha aggiunto von der Leyen -. Attualmente 41 siti industriali sono attivi nella produzione in Ue ma molti altri potrebbe aggiungersi a questo sforzo. Incoraggiamo caldamente la collaborazione tra attori industriali". 

I numeri della campagna vaccinale

Entro fine febbraio nell'Ue saranno stati consegnati in totale 51,5 mln di dosi di vaccini anti-Covid, mentre ne sono state inoculate finora 29,17 milioni (18,2 di prime dosi e 9,8 di richiami). Sono i dati mostrati dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen ai leader Ue, durante la videoconferenza di oggi, informa il portavoce capo Eric Mamer, via social network. Finora nell'Ue il tasso di vaccinazione è dell'8% della popolazione adulta, con il 5% che ha ricevuto la prima dose e il 3% che ha ottenuto anche la seconda. L'obiettivo è di vaccinare almeno il 70% della popolazione adulta dell'Ue, cioè 255 milioni di persone (su 365 milioni).