Vaccino obbligatorio over 50 e super green pass, cosa cambia con il nuovo decreto

Per chi non rispetta l'obbligo in arrivo una sanzione probabilmente da 100 euro

Vaccino Covid

Vaccino Covid

 "Interveniamo in particolare sulle classi di età che sono più a rischio di ospedalizzazione per ridurre la pressione sugli ospedali e salvare vite". Nelle parole del premier Draghi in Consiglio dei ministri c'è tutta la filosofia che ha portato al nuovo decreto legge con misure anticovid approvato ieri mentre la pandemia tocca punte da record. E' stata una maratona difficile per il premier che ha dovuto superare barriere e paletti politici. Una serie di complicazioni, che fonti vicine al premier dicono lo abbiano deluso la sua speranza che per una volta non sarebbero scattate le  solite dinamiche tra partiti nonostante il momento delicato per il Paese, con la crescita dei contagi e delle vittime. Fonti vicine al premier Mario Draghi, raccontano all'Adnkronos che il presidente del Consiglio confidava di non assistere al solito 'balletto' tra forze politiche, "dal momento - è il ragionamento - che quello che si cerca di fare è trovare soluzioni per contenere i rischi per la tenuta degli ospedali e non il compromesso politico".

Senza un punto d'incontro è stato il premier Mario Draghi a trovare una via d'uscita: prima ha imposto, contro la volontà della Lega, l'obbligo vaccinale per tutti gli italiani che hanno più di 50 anni, una scelta che non è un «compromesso politico», spiegano fonti di governo ma che serve a ridurre le ospedalizzazioni, visto che sono proprio quelle le classi di età più ricorrenti nelle terapie intensive e nei reparti Covid. E poi ha avallato il compromesso per evitare l'astensione dei ministri di Matteo Salvini: per accedere ai servizi alla persona - dunque parrucchieri ed estetisti - agli uffici pubblici, servizi bancari, postali e finanziari, nei centri commerciali e nei negozi, ad eccezione di quelli "necessari per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie delle persone", basterà il green pass base (quindi ottenibile anche con tampone) e non quello rafforzato, come era previsto dalla bozza del decreto. Una misura che, di fatto, avrebbe lasciato ai no vax la possibilità di andare solo in farmacia o nei supermercati. 

Alla fine quindi  un compromesso è stato trovato e il nuovo decreto porta per la prima volta l'obbligo vaccinale per età e non per categorie. Tutti gli over 50 dovranno vaccinarsi e chi non lo farà non potrà lavorare dal 15 febbraio prossimo ma sarà anche passibile di un'ammenda si dice di un centinaio di euro a prescindere che lavori o no. La sanzione prevista per gli over 50 che si presenteranno al lavoro senza Super Green pass resterà invece quella già prevista in relazione all'obbligo di Green pass: da 600 euro a 1500 euro.  Senza limiti di età, l'obbligo vaccinale è esteso al personale universitario così equiparato a quello scolastico. E' esteso l'obbligo di Green Pass cosiddetto Ordinario a coloro che accedono a servizi alla persona (estetisti, barbieri). E inoltre a pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari, attività commerciali fatte salve eccezioni che saranno individuate cperò individuate prossimamente.Le verifiche spetteranno ai datori di  lavoro e chi non ha il superpass sarà assente ingiustificato fino alla presentazione della certificazione, "con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro e senza conseguenze disciplinari", ma con la sospensione dello stipendio e di qualunque "altro compenso o emolumento comunque denominato". Le imprese potranno però sostituire chi non ha il pass rafforzato.

Una misura quella dell'obbligo che, secondo il governo,  vuol proteggere chi anagraficamente è considerato più a rischio e a spingerlo a vaccinarsi. Attualmente in Italia sono 18 milioni gli over 60, 28 gli over 50. I lavoratori tra i 50 e i 64 ammontano a 8,2 milioni, mentre i non vaccinati tra i 50 e i 60 anni sono 2 milioni (dai 60 anni in su 1,2 milioni).  In pratica oltre 3 milioni di over 50 non sono vaccinati. Appena il decreto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, scatterà l'obbligo del vaccino fino al 15 giugno per tutti coloro che hanno compiuto 50 anni o che li compiranno entro quella data, con l'esenzione solo per chi ha un certificato medico. Chi è guarito, invece, dovrà vaccinarsi obbligatoriamente dopo 6 mesi. 

Tornerà anche l'uso massiccio dello smart working: i ministri Brunetta e Orlando hanno firmato la circolare nella quale si sensibilizzano le amministrazioni pubbliche e i datori di lavoro privati a utilizzare pienamente lo strumento.

Con il decreto il governo modifica anche la gestione dei casi covid a scuola. In quelle dell'infanzia, con un positivo si va in quarantena per 10 giorni mentre alle elementari, con un caso si applica la sorveglianza con test al primo e dopo cinque giorni mentre con 2 casi si resta a casa per 10 giorni. In medie e superiori, invece, con un caso si resta in classe (con l'autosorveglianza e l'utilizzo della Ffp2) mentre con 2 casi vanno in Dad per 10 giorni solo i non vaccinati e chi è guarito o vaccinato da più di quattro mesi senza aver fatto il booster. Con tre positivi, invece, tutta la classe è a casa per 10 giorni. Un punto, quest'ultimo, che ha visto salire la tensione nell'incontro tra governo e Regioni poiché nella bozza del decreto la didattica a distanza era prevista con 4 casi. Alla fine la norma è stata cambiata in Cdm e la richiesta dei governatori è stata accolta. "È un intervento molto articolato che va incontro alle richieste delle Regioni - dice il ministro Bianchi - la scelta di fondo è che si torna ad una scuola in presenza e in sicurezza". La decisione di distinguere tra vaccinati e non vaccinati in presenza di due positivi viene però criticata dal presidente dell'Associazione dei presidi Antonello Giannelli: "è una misura discriminatoria".