Covid, cambiano le linee guida per curarsi a casa

Una circolare del Ministero introduce il trattamento con i monoclonali. No a integratori vitaminici e idrossiclorochina

Saturimetro

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Roma - Cambiano, in parte, le indicazioni per la terapia domiciliare di casi lievi di Covid-19. E' di oggi infatti la circolare del ministero della Salute "Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da Sars-Cov-2", firmata dal direttore generale della Prevenzione del ministero Gianni Rezza e dal direttore della Programmazione sanitaria Andrea Urbani, con cui si aggiornano le linee guida emanate a novembre, introducendo, fra le novità, la valutazione sui pazienti da indirizzare nei centri per il trattamento con gli anticorpi monoclonali. 

Per il resto, la nuova circolare chiarisce inoltre il concetto di "vigile attesa" - punto sul quale si è molto dibattuto - nei soggetti a domicilio asintomatici o paucisintomatici, indicando che si tratta di una sorveglianza clinica attiva, con costante monitoraggio dei parametri vitali e delle condizioni cliniche del paziente. In particolare, nei soggetti  asintomatici o paucisintomatici si prevedono trattamenti sintomatici: ad esempio paracetamolo o farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans, come Aspirina, Oki...) in caso di febbre o dolori articolari o muscolari, a meno che non esista chiara controindicazione all'uso. Altri farmaci sintomatici potranno essere utilizzati su giudizio clinico. 

Cosa vuol dire "caso lieve"

"Per caso lieve - spiega il testo - si intende presenza di sintomi come febbre (più di 37.5 gradi C), malessere, tosse, faringodinia, congestione nasale, cefalea, mialgie, diarrea, anosmia, disgeusia, in assenza di dispnea, disidratazione, alterazione dello stato di coscienza. In linea generale, per soggetti con queste caratteristiche cliniche non è indicata alcuna terapia al di fuori di una eventuale terapia sintomatica di supporto".  Oltre a vigile attesa, saturimetro (92% è il valore soglia che deve allertare ) e farmaci sintomatici come tachipirina o antinfiammatori, fra le altre indicazioni "non utilizzare routinariamente corticosteroidi. L'utilizzo della terapia precoce con steroidi si è rivelata inutile se non dannosa in quanto in grado di inficiare lo sviluppo di un'adeguata risposta immunitaria; non utilizzare eparina. L'uso di tale farmaco è indicato solo nei soggetti immobilizzati per l'infezione in atto; evitare l'uso empirico di antibiotici; non utilizzare idrossiclorochina la cui efficacia non è stata confermata in nessuno degli studi clinici randomizzati fino ad ora condotti". 

"Si segnala che non esistono, a oggi, evidenze solide e incontrovertibili (ovvero derivanti da studi clinici controllati) di efficacia di supplementi vitaminici e integratori alimentari, ad esempio vitamine, inclusa vitamina D, lattoferrina, quercitina - si legge nella circolare - il cui utilizzo per questa indicazione non è, quindi, raccomandato". 

L'uso dei monoclonali

Nelle fasi precoci di malattia, i medici di base possono indicare l'uso di monoclonali ed il paziente va indirizzato rapidamente ai centri regionali abilitati alla prescrizione. "E' raccomandato il trattamento nell'ambito di una struttura ospedaliera o contesto che consenta una pronta ed appropriata gestione di eventuali reazioni avverse gravi. Il trattamento deve inoltre essere iniziato non oltre i dieci giorni dall'inizio dei sintomi".

Per i bambini

 Vengono introdotte indicazioni per i bambini: in quelli asintomatici non occorre somministrare alcun farmaco, mentre in quelli che accusano sintomi simil-influenzali è consigliabile, in caso di necessità, somministrare terapia sintomatica con Paracetamolo o Ibuprofene. E' raro che debbano essere assunti antibiotici, mentre i cortisonici non vanno somministrati.

Telemedicina

La circolare indica pure gli utilizzi della telemedicina, sconsigliandola però in alcune situazioni come nel caso di un "paziente non conosciuto prima dell'emergenza sanitaria che al primo contatto mostri anche uno solo dei seguenti segni: stato di coscienza alterato, dispnea a riposo, pressione sistolica minore o uguale 100. In questi casi - si legge - è indicata la valutazione in presenza da parte del medico e l'eventuale invio del paziente al ricovero ospedaliero". Telemedicina sconsigliata pure per i pazienti con patologie acute, croniche o con disabilità. Inoltre, per rendere omogenea e confrontabile la valutazione iniziale del paziente è importante utilizzare, indica la circolare, una scala specifica (definita MEWS) che tenga conto della valutazione di diversi parametri (come frequenza cardiaca, respiratoria, livello di coscienza). Attraverso la scala MEWS, i pazienti vengono stratificati come a rischio basso, medio o alto.