Covid, Gimbe: "La pandemia non è finita, Cerberus è imminente. No a sanatorie no-vax"

Il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta: "L'obbligo delle mascherine in ospedali e Rsa non andrebbe abolito, ma diventare permanente. Attenzione alle amnistie anti-scientifiche e diseducative"

Milano, 31 ottobre - Dall'obbligo dell'uso delle mascherine in ospedali e Rsa al reintegro del personale medico non vaccinato. Dall'evoluzione delle varianti alle linee del nuovo Governo. Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, è intervenuto diffusamente su questi ed altri temi, sottolineando che "il Covid oggi non è più quello del 2020-2021. Tuttavia la pandemia è ancora in corso e sia l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sia il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) invitano tutti i Paesi a essere preparati e pronti, visto l'imminente arrivo della variante Cerberus e l'imprevedibilità degli scenari a medio-lungo termine". 

Il quadro: Omicron e le sottovarianti

In un mondo "dominato" da Omicron, continuano a ridefinirsi le 'relazioni di famiglia' fra le varie sottovarianti. L'Oms sottolinea la crescita del peso di BQ.1, dato come dominante tra metà novembre e inizio dicembre: al 25 ottobre il ramo al quale appartiene BQ.1.1, detta Cerberus, è stato segnalato in 65 Paesi del pianeta (8.077 sequenze). L'altra sottovariante su cui è stato acceso un faro dall'Oms - XBB e XBB.1 - è stata segnalata da 35 Paesi (1.453 sequenze). Omicron, di fatto,  continua a mutare: "La diversificazione genetica continua e ha dato origine a 390 lignaggi discendenti, così come a 48 identificati come ricombinanti". I 'figli' di Omicron sono aumentati ancora e, nel giro di poche settimane,sono saliti a quota 400. "La direzione che ha preso l'evoluzione di Sars-CoV-2 - osservano gli esperti - è quella di una evoluzione convergente, con un adattamento del virus in corso per poi evolversi ulteriormente".

Mascherine in ospedali e Rsa

Secondo il presidente del Gimbe, Nino Cartabellotta, l'obbligo delle mascherine in ospedali e Rsa non andrebbe abolito, bensì, "diventare permanente, indipendentemente dalla pandemia in corso, al fine di proteggere al meglio le persone più vulnerabili da infezioni respiratorie di qualsiasi natura". Oggi, infatti, scade l'obbligatorietà per il dispositivo di protezione individuale negli ambienti sanitari. Per Cartabellotta "l'uso della mascherina, come indicato dalle autorità internazionali di sanità pubblica è raccomandato in tutti gli ambienti al chiuso affollati e/o poco aerati. L'idea di abolire l'obbligo nazionale, per poi reintrodurlo legittimamente a livello regionale o dei singoli ospedali e Rsa,  genererebbe disorientamento dei cittadini, contestazioni rispetto alle disposizioni adottate nelle singole strutture sanitarie e aumento delle tensioni con il personale sanitario".

Le "sanatorie no vax"

No a "sanatorie no-vax" che rappresentano "un'amnistia antiscientifica e diseducativa".  All'esame del Cdm in programma per le 13 ci sarà infatti l'anticipo a domani, primo novembre, della scadenza dell'obbligo vaccinale per chi esercita la professione sanitaria e la conseguente abrogazione delle sanzioni per l'inosservanza dell'obbligo. "Il potenziale impatto in termini di sanità pubblica sarebbe modesto - osserva Cartabellotta - sia perché la misura viene anticipata di soli 2 mesi rispetto alla scadenza fissata" attualmente al 31 dicembre, "sia perché riguarda un numero esiguo di professionisti. Ben diverso - sottolinea Cartabellotta - l'impatto in termini di percezione pubblica di questa 'sanatoria', e delle relazioni con la stragrande maggioranza dei colleghi che si sono vaccinati per tutelare la salute dei pazienti e la propria, anche al fine di garantire la continuità di servizio. Al di là di una scelta individuale incompatibile con l'esercizio di una professione sanitaria, si tratta di persone che hanno spesso seminato disinformazione pubblica sui vaccini, elevandosi a 'paladini' del popolo no-vax, a volte con evidenti obiettivi di affermazione politica individuale". 

Le proposte antiscientifiche

Se da un lato il reintegro dei sanitari non vaccinati contro Covid "lancia un messaggio profondamente antiscientifico", dall'altro per Gimbe "va ricordato che a livello locale possono essere stabilite disposizioni per affidare ai professionisti no-vax reintegrati attività diverse da quelle clinico-assistenziali, senza configurare demansionamento".  Quanto allo "stop alle multe per i no-vax over 50 che non hanno ottemperato all'obbligo vaccinale, la proposta - non all'ordine del giorno del Cdm di oggi, ma comunque circolata nei giorni scorsi - è di una sospensione" delle sanzioni "fino al 30 giugno 2023". Una "proposta irrilevante dal punto di vista sanitario - commenta ancora Cartabellotta - ma antiscientifica e fortemente diseducativa, visto che estende la 'cultura della sanatoria' anche alle disposizioni che hanno l'obiettivo di tutelare la salute pubblica".

Discontinuità o smantellamento?

La parola d'ordine 'discontinuità', ribadita più volte dal Governo Meloni per una nuova gestione di Covid-19, "è assolutamente legittima in una repubblica democratica, ma deve essere utilizzata anche per migliorare tutto quello che il Governo precedente non è riuscito a fare: dalla raccolta più analitica dei dati sui pazienti ricoverati agli investimenti sugli impianti di aerazione e ventilazione dei locali chiusi; dall'accelerazione della copertura con i richiami vaccinali all'implementazione di rigorosi protocolli terapeutici per le persone al rischio". Cartabellotta rileva che "al momento, invece, la discontinuità sembra ridursi a un mero smantellamento delle misure in atto e a una vera e propria 'amnistia', nell'illusorio tentativo di consegnare la pandemia all'oblio, ignorando le raccomandazioni delle autorità internazionali di sanità pubblica".

Il bollettino settimanale

"La proposta di una pubblicazione settimanale" del bollettino Covid-19 "appare ragionevole" chiude il presidente della Fondazione Gimbe, "anche tenendo conto della notevole variabilità giornaliera nella trasmissione e pubblicazione dei dati. Non è chiaro se anche la trasmissione obbligatoria agli organismi internazionali (Oms, Ecdc) avverrà con cadenza settimanale", ma "in ogni caso - sottolinea il presidente Nino Cartabellotta - è fondamentale mantenere l'aggiornamento quotidiano dei dati  Covid e della campagna vaccinale, e garantirne accesso trasparente ai ricercatori per analisi e studi indipendenti".