Covid, impennata ricoveri: +24%. Corre Cerberus: cosa può succedere fino a Natale

Il report di Fiaso: primo significativo incremento dopo quattro mesi quasi continui di calo progressivo dei posti letto occupati

Cambia segno la curva dei ricoveri Covid. I pazienti in ospedale con infezione da Sars-Cov-2 tornano a salire: in una settimana il numero dei ricoverati è cresciuto del 24,2%. È quanto emerge dal report degli ospedali sentinella aderenti alla rete  Fiaso, la Federazione Asl e ospedali.  In particolare, aumentano del 22,2% i pazienti nei reparti Covid ordinari e subiscono un balzo, fin quasi a raddoppiare - pur a fronte di numeri molto limitati, quindi con impatto limitato - i ricoverati in terapia intensiva. Si tratta del primo significativo incremento, al di là di qualche lieve assestamento verificatosi ad ottobre, dopo quattro mesi quasi continui di calo progressivo dei posti letto occupati negli ospedali, si evidenzia nel report. 

La corsa di Cerberus

Nei giorni scorsi a lanciare un monito sulla crescita dei contagi era stato il virologo milanese Fabrizio Pregliasco, secondo il quale la nuova onda di Covid-19, "è cominciata" e ci accompagnerà anche nel periodo di Natale con un picco atteso "dopo la metà di dicembre". Per  il docente di Igiene all'Università Statale di Milano "sarà governata da questa nuova sottovariante di Omicron", la BQ.1 e cioè la famiglia Cerberus, già arrivata al 30,7% nella flash survey diffusa di recente dall'Istituto superiore di sanità. Una prevalenza che "conferma quanto atteso - ha detto il docente di Igiene all'Università Statale di Milano - ossia la capacità di BQ.1 di circolare con una notevole contagiosità, riuscendo a reinfettare anche persone che già si sono ammalate e sono guarite. Credo che questa variante continuerà la sua cavalcata in futuro, anche se ad oggi - ha ricordato l'esperto - i dati ci dicono che non sembra essere più cattiva". 

Chi sono i ricoverati

Tornando ai dati diffusi oggi da Fiaso, crescono sia i pazienti ricoverati 'per Covid', ovvero coloro che hanno sviluppato sindromi respiratori e polmonari, +16%, sia quelli 'con Covid', ovvero coloro che sono arrivati in ospedale per la cura di altre patologie ma sono stati trovati incidentalmente positivi al tampone pre-ricovero, +28%. I numeri testimoniano dunque una ripresa della circolazione del virus - rimarca la Fiaso - già registrata dall'aumento dei contagi. In rianimazione permane una quota del 22% di non vaccinati, età media 66 anni, mentre tra la restante parte di pazienti vaccinati l'88% ha ricevuto l'ultima dose da oltre 6 mesi e ha in media 72 anni, età per la quale è consigliata la somministrazione della quarta dose vaccinale.  Anche tra i pazienti minori di 18 anni si registra un incremento settimanale di ricoveri, pari al 58%. È il dato registrato tra i quattro ospedali pediatrici e i reparti di pediatria degli ospedali sentinella Fiaso, che sottolinea, tuttavia, che "a fronte di un grande incremento percentuale, i numeri assoluti sono bassi: i pazienti ricoverati sono in tutto 27 contro i 17 della settimana precedente. Il 77% dei bambini ricoverati ha tra 0 e 4 anni".

Un quadro in evoluzione

"Con la sua instabilità - ha ricordato Pregliasco - Sars-CoV-2 riesce a produrre a cicli di 3-4 mesi circa mutanti sempre nuovi che gli permettono di continuare a infettare, però con una tendenza evolutiva che almeno per queste varianti, che sono tutte sottovarianti di Omicron, non mostra forme pesanti di malattia. Per il virus queste caratteristiche rappresentano in qualche modo vantaggi evolutivi, perché ricordiamoci che Sars-CoV-2 ora deve muoversi in un contesto diverso dal passato: con tantissime persone infettate, sicuramente più di quante ne abbiamo contate, con persone che si sono vaccinate, e con persone che si sono vaccinate e si sono infettate", per proseguire la sua corsa questo coronavirus deve indossare 'panni' sempre nuovi che lo rendano poco riconoscibile agli occhi del sistema immunitario. Più trasmissibile, appunto, anche se meno aggressivo.