epa08252658 An undated handout picture made available by the National Institutes of Health (NIH) shows a transmission electron microscope image of SARS-CoV-2 -- also known as 2019-nCoV, the virus that causes COVID-19 -- isolated from a patient in the USA, emerging from the surface of cells cultured in the lab (issued 27 February 2020). The novel coronavirus is on the verge of spreading across the world as more cases are emerging outside China with outbreaks in South Korea, Italy and Iran.  EPA/NIAID- RML/NATIONAL INSTITUTES OF HEALTH HANDOUT  HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Il virus Sars-CoV2 (Ansa)

Il virus del Covid è in grado di infettare i batteri. E in particolare i batteri che si trovano nel nostro intestino. Una scoperta che comparta implicazioni sulla conoscenza dei meccanismi di replicazione del Covid, potrebbe spiegarne la marietà di sintomi e la capacità di colpire vari organi (non solo vie respiratorie alte, brochi e polmoni) e potrebbe aprire nuove strade per la realizzazione di vaccini sempre più efficaci. La ricerca Il SARS-CoV-2 è infatti in grado di infettare anche i batteri del microbioma umano. E' quanto dimostra lo studio pubblicato sulla rivista Vaccines, condotto dal team di Carlo Brogna, ricercatore della Craniomed group, Start Up Irpina. La ricerca nasce dall'iniziativa di 3 società italiane, Craniomed group (Avellino), Marsanconsulting (Napoli) e ISB Ion Source (Milano), consorziate con la professoressa Marina Piscopo, docente di biologia molecolare del Dipartimento di Biologia dell'Università di Napoli Federico II, con Luigi Montano, UroAndrologo dell'ASL di Salerno e con diversi biologi internazionali. La scoperta Prima di questo studio si presumeva che l'unico ospite possibile per questo tipo di virus fossero le cellule eucariotiche dei mammiferi. Lo studio invece mostra che i microrganismi nel tratto gastrointestinale umano influenzano la gravità del COVID-19 e per la prima volta forniscono indicazioni che il virus si replica nei batteri intestinali. Gli strumenti Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno analizzato colture di batteri del microbioma umano e SARS-CoV-2 al microscopio elettronico e a fluorescenza. Oltre a cio' sono state eseguite analisi molecolari sui batteri implicati, che venivano infettati dal virus SARS-CoV.2. I dati hanno mostrato uno stretto legame tra batteri e virus e come questo si possa replicare in essi. Il gruppo di ricerca ha eseguito molte prove prima di ottenere tale dato. Lo studio mette pertanto un punto fermo sul meccanismo virale di infezione dei batteri da parte del SARS-CoV-2. Le implicazioni In sintesi, i primi risultati hanno dimostrato come nelle colture batteriche originate dal microbioma umano il SARS-CoV-2 infetta e si nasconde nei "batteri buoni" dell'intestino. Gia' diversi studi degli stessi autori e di altri avevano osservato l'interazione tra il microbioma umano e il virus, ma questa volta i ricercatori hanno ideato una serie di prove fino a dimostrare questa stretta connessione. Le tossine Sembra che la prova con un radioisotopo abbia definitivamente svelato il mistero del famoso virus che tanto ha attanagliato le nostre vite. Gli autori sottolineano come questo studio sia propedeutico alla, gia' loro, scoperta delle tossine implicate nei sintomi dei malati di COVID-19. Il microbiota umano rappresenta la prima linea di difesa contro questo virus, ricordano gli autori. Le immagini ottenute dallo studio suggeriscono quindi che SARS-CoV-2 potrebbe agire come un batteriofago. I risultati aggiungono pertanto nuove conoscenze alla comprensione dei meccanismi dell'infezione da SARS-CoV-2 e colmano le lacune nello studio delle interazioni tra il virus SARS-CoV-2 e cellule procariotiche. Le cure "In sostanza - dichiarano Piscopo e Montano, coautori dello studio - siamo di fronte ad un dato integrativo rispetto a quanto fin ora osservato da tutti. Sembra che i batteri giochino un ruolo fondamentale nella trasmissione del virus, nella diffusione con immediate implicazioni in ordine alle possibilità di cura come peraltro viene fatto con l'uso di antibiotici in fase precoce". I vaccini Aggiunge Brogna: "Un analisi attenta suggerirebbe anche soluzioni vaccinali integrative: Un vaccino a virus attenuato ad assunzione orale come il vaccino del Dr. Sabin per la poliomielite. Inoltre siamo difronte ad un doppio meccanismo, con la produzione di due potenti tossine da parte dei batteri, per cui la soluzione vaccinale potrebbe essere doppia: Vaccino orale e antidoto contro le tossine. Questo studio e' in linea con gli sforzi di altri Istituti prestigiosi italiani, tra cui ISS, ricordando quanto importante sia il ciclo dell'acque reflue nel monitoraggio dell'evoluzione della pandemia. Le tossine, infine, sembrano giocare un ruolo molto importante proprio nel Long Covid".

Cronaca

<p><strong>Il virus del Covid è in grado di infettare i batteri</strong>. E in particolare i batteri che si trovano nel nostro intestino. Una scoperta che comparta implicazioni sulla conoscenza dei meccanismi di replicazione del Covid, potrebbe <strong>spiegarne la marietà di sintomi e la capacità di colpire vari organi </strong>(non solo vie respiratorie alte, brochi e polmoni) e potrebbe <strong>aprire nuove strade per la realizzazione di vaccini sempre più efficaci</strong>.</p> 
<h2 class="title-paragraph">La ricerca</h2> 
<p>Il&nbsp;SARS-CoV-2 è infatti in grado di <strong>infettare anche i&nbsp;batteri del microbioma umano</strong>. E' quanto dimostra lo<strong> studio pubblicato sulla rivista Vaccines</strong>, condotto dal team di<strong> Carlo Brogna, ricercatore della Craniomed group</strong>, Start Up Irpina.</p> 
<p>La ricerca nasce dall'iniziativa di 3 società&nbsp;italiane, Craniomed group (Avellino), Marsanconsulting (Napoli) e ISB Ion Source (Milano), consorziate con la professoressa&nbsp;<strong>Marina Piscopo, docente di biologia molecolare del Dipartimento di Biologia dell'Università&nbsp;di Napoli Federico II</strong>, con <strong>Luigi Montano, UroAndrologo dell'ASL di Salerno e con diversi biologi internazionali</strong>.</p> 
<h2 class="title-paragraph">La scoperta</h2> 
<p>Prima di questo studio si presumeva che l'<strong>unico ospite possibile per questo tipo di virus fossero le cellule eucariotiche dei mammiferi</strong>. Lo studio invece mostra che <strong>i microrganismi nel tratto gastrointestinale umano influenzano la gravità&nbsp;del COVID-19</strong> e per la prima volta forniscono indicazioni che<strong> il virus si replica nei&nbsp;batteri intestinali</strong>.</p> 
<h2 class="title-paragraph">Gli strumenti</h2> 
<p>Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno analizzato colture di&nbsp;batteri del microbioma umano e SARS-CoV-2 al microscopio elettronico e a fluorescenza. Oltre a cio' sono state eseguite analisi molecolari sui&nbsp;batteri implicati, che venivano infettati dal virus SARS-CoV.2. <strong>I dati hanno mostrato uno stretto legame tra&nbsp;batteri e virus</strong> e come questo si possa replicare in essi. Il gruppo di ricerca ha eseguito molte prove prima di ottenere tale dato. Lo studio mette pertanto un <strong>punto fermo sul meccanismo virale di infezione dei&nbsp;batteri </strong>da parte del SARS-CoV-2.</p> 
<h2 class="title-paragraph">Le implicazioni</h2> 
<p>In sintesi, i primi risultati hanno dimostrato come nelle colture batteriche originate dal microbioma umano il SARS-CoV-2 infetta e si nasconde nei "batteri buoni" dell'intestino. Gia' diversi studi degli stessi autori e di altri avevano osservato <strong>l'interazione tra il microbioma umano e il virus</strong>, ma questa volta i ricercatori hanno ideato una serie di prove fino a dimostrare questa stretta connessione.</p> 
<h2 class="title-paragraph">Le tossine</h2> 
<p>Sembra che la prova con un radioisotopo abbia definitivamente svelato il mistero del famoso virus che tanto ha attanagliato le nostre vite. Gli autori sottolineano come questo studio sia propedeutico alla, gia' loro, <strong>scoperta delle tossine implicate nei sintomi dei malati di COVID-19</strong>. Il <strong>microbiota umano rappresenta la prima linea di difesa contro questo virus</strong>, ricordano gli autori. Le immagini ottenute dallo studio suggeriscono quindi che <strong>SARS-CoV-2 potrebbe agire come un batteriofago</strong>.</p> 
<p>I risultati aggiungono pertanto nuove conoscenze alla comprensione dei meccanismi dell'infezione da SARS-CoV-2 e colmano le lacune nello studio delle interazioni tra il virus SARS-CoV-2 e cellule procariotiche.</p> 
<h2 class="title-paragraph">Le cure</h2> 
<p>"In sostanza - dichiarano Piscopo e Montano, coautori dello studio - siamo di fronte ad un dato integrativo rispetto a quanto fin ora osservato da tutti.<strong> Sembra che i&nbsp;batteri giochino un ruolo fondamentale nella trasmissione del virus</strong>, nella diffusione con immediate implicazioni in ordine alle possibilità&nbsp;di cura come peraltro viene fatto con<strong> l'uso di antibiotici in fase precoce</strong>".</p> 
<h2 class="title-paragraph">I vaccini</h2> 
<p>Aggiunge Brogna: "Un analisi attenta suggerirebbe anche soluzioni vaccinali integrative: <strong>Un vaccino a virus attenuato ad assunzione orale come il vaccino del Dr. Sabin per la poliomielite.</strong> Inoltre siamo difronte ad un<strong> doppio meccanismo, con la produzione di due potenti tossine da parte dei&nbsp;batteri</strong>, per cui la soluzione vaccinale potrebbe essere doppia: V<strong>accino orale e antidoto contro le tossine</strong>. Questo studio e' in linea con gli sforzi di altri Istituti prestigiosi italiani, tra cui ISS, ricordando quanto <strong>importante sia il ciclo dell'acque reflue nel monitoraggio dell'evoluzione della pandemia</strong>. Le <strong>tossine, infine, sembrano giocare un ruolo molto importante proprio nel Long Covid</strong>".</p>

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