Covid, Bassetti: "Basta Green pass e mascherine, la gente è stanca"

L'infettivologo: "Con più del 90% della popolazione vaccinata non servono più"

Matteo Bassetti, 51 anni, infettivologo

Matteo Bassetti, 51 anni, infettivologo

''La gente è stanca: non si può andare avanti così. Invito la politica a fare attenzione: un cittadino stufo, quando hai a che fare con una malattia infettiva, è il pericolo maggiore in cui puoi imbatterti, perché non segue più alcuna regola. Agli italiani andrebbe eretto un monumento: il 90% si è vaccinato, e la percentuale continua a crescere. Hanno e abbiamo rispettato tutte le regole, ma nonostante questo resistono restrizioni insensate''. Lo dice in un'intervista Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive 'San Martino' di Genova, riferendosi ad esempio ''al limite di 5mila spettatori negli stadi, che poi non si capisce perché siano5 mila sia a San Siro che ne può contenere 80 mila sia a La Spezia che ha 11mila posti. Tra poco pare che si torni al 50%, e non ha comunque senso dato che nei cinema e nei teatri, quindi al chiuso, viene accettata la capienza totale. Limitare gli ingressi, con così tanti vaccinati, le mascherine e la sanificazione degli ambienti oltre che sbagliato è anacronistico. Quanto al green pass, a inizio primavera va messo un punto. Col 95-96% di popolazione coperta dall'infezione grave va tolto''.  ''La mascherina all'aperto - prosegue con gli esempi l'infettivologo - non se ne può più, buttiamola. La Francia la abolisce martedì. Nel Regno Unito l'hanno vista appena. L'hanno abbandonata anche in gran parte della Spagna. Non vedo perché l'Italia debba proseguire. Se nelle prossime 2-3 settimane i dati del contagio e dei ricoveri continueranno a scendere sarà il momento di abbandonare le limitazioni, almeno quelle più cervellotiche. Molte leggi sono fatte esclusivamente per tutelare chi le scrive, e non i cittadini. Magari non le capiscono nemmeno gli stessi legulei".

In giornata il governo dovrebbe rivedere le regole sul sistemna dei colori per le Regioni ma anche sulla quarantena, soprattutto per nel mondo della scuola. Anche in questo settore Bassetti ha le idee chiare. "Bisogna smettere di fare il tampone a chi non sta male: è questo il vizio di forma, perché dal momento che scopri che uno è positivo non è che lo puoi mandare a scuola ma smettiamo di controllare chi sta bene. Dobbiamo capire che i tamponi vanno fatti solo a chi ha sintomi e a chi deve uscire dalla quarantena. Siamo arrivati all'isteria. Non stiamo facendo i tamponi per effettuare il tracciamento, che comunque è impossibile a questo ritmo. Li stiamo facendo a uso esclusivamente individuale: ho dati che dimostrano che c'è chi ne fa due nello stesso giorno, mattina e pomeriggio. L'altro giorno a Milano, a una persona che era in isolamento perché positiva, hanno mandato a casa i sacchetti per lo smaltimento speciale dei rifiuti. È assurdo''. 

Secondo Bassetti, dovremmo essere già tornati alla normalità: ''È chiaro che il virus circola e lo farà ancora per parecchio tempo, così come purtroppo continueranno a esserci dei morti, però che un Paese di 60 milioni di abitanti consideri un'emergenza assoluta avere 1.500 persone in terapia intensiva mi sembra davvero esagerato. Quanto a Omicron2, è la fotocopia di Omicron1, un po' più contagiosa. L'impatto su chi la contrae è il medesimo. In Danimarca, dove Omicron2 è diventata prevalente, c'è stata una riduzione dei ricoveri a fronte di un aumento del 50% dei contagi. Altro dato importante: da uno studio inglese emerge che con tre dosi il vaccino è ancora più efficace contro questa sotto-variante. Serve il coraggio, come comunità scientifica, di convincere la politica e in particolare il ministero della Salute, che questo virus non si evolve più in forma grave grazie ai vaccini e all'immunità naturale nella stragrande maggioranza dei casi . Se arriverà il Sars-CoV-3, faccio un esempio - lo dico a scanso di equivoci - non va tamponato di nuovo il mondo intero''.