Cottarelli: "Chi fa figli vada in pensione prima"

La proposta shock per frenare l'emergenza segnalata da Istat: nel 2021 ci sono stati 400mila nati in meno. E' la prima volta che succede in Italia

Calo demografico (Dire)

Calo demografico (Dire)

L'allarme è stato lanciato qualche giorno fa dal presidente dell'Istat, Gian Carlo Blangiardo: chiuderemo l'anno con 400mila nati in meno. E' la prima volta che si registra un calo del genere in un Paese che conta circa 60 milioni di abitanti.  "Per fare un paragone - sottolinea Blangiardo - negli anni '60 eravamo attorno a un milione di nuove nascite, mentre qualche decennio dopo eravamo sulle 800mila. Se non c'è ricambio, un Paese perde vitalità e di conseguenza si ferma". 

E il calo demografico riguarda, a quanto pare, sia italiani che stranieri. A partire dall'inizio del secolo c'è stata infatti una crescita di nuovi nati stranieri che toccato il picco nel 2012 con 80mila neonati. Poi, è iniziata la discesa e si è arrivati ai poco meno dei 60mila nuovi nati del 2020. "Segno che anche gli stranieri di fronte ai problemi - continua il demografo - hanno ridimensionato la loro prole. Oggi si mira più alla 'qualità' che alla quantità, ma la qualità richiede risorse e strutture che enon sempre ci sono". 

Alla luce di queste dichiarazioni, Carlo Cottarelli, ex commissario per la revisione della spesa pubblica, già nell'esecutivo del Fondo Monetario Internazionale e dal 2017 direttore dell'Osservatorio sui conti pubblici all'Università Cattolica di Milano, nonché volto noto al grande pubblico per le tante comparse in programmi d'approfondimento (uno su tutti "Che tempo che fa" con Fabio Fazio), ha affidato la sua proposta per combattere il calo demofrafico a un tweet: "Con pochi figli ci saranno meno lavoratori a produrre ciò che è necessario per gli anziani, obbligando questi a ritardare il pensionamento. Servirebbe un meccanismo premiante: chi fa figli vada in pensione prima". 

"Meccanismo premiante" che ha già attirato a sè non poche critiche, soprattutto dai giovani e dalle neo famiglie, che lmentano al professore di "non tenere per niente in considerazione l'aumento del costo della vita". Gli ultimi dati Ocse mostrano infatti che nell'arco di trent'anni, i salari italiani sono calati del 2,9%, mentre in Francia e in Germania, ad esempio, sono saliti del 30%