Ecco i corsi matrimoniali laici: a Legnano li fa il Comune

Aperti anche ai gay, un sacerdote tra i relatori

Delle donne vestite da spose

Delle donne vestite da spose

Legnano, 10 marzo 2018 - Un corso prematrimoniale questa volta per le unioni laiche e non religiose e che avrà comunque anche un parroco nel team di lavoro. E se al corso si dovessero iscrivere anche coppie gay? Nessun problema, perché lo stesso religioso spiega che non farà alcuna differenza tra coppie etero e coppie gay, dichiarandosi pronto da subito ad accogliere tutti per spiegare cosa significhi superare la concezione più idealistica del matrimonio e della coppia. A proporre l’iniziativa è un’associazione, «Famiglia ti ascolto», che l’ha organizzata in collaborazione con il Comune di Legnano, città di 60mila abitanti nell’Altomilanese. L’iniziativa è stata presentata proprio in municipio e, d’ora in avanti, a chiunque si sposerà con rito civile o chiederà un’unione civile il Comune sottoporrà in automatico la possibilità di seguire il corso. Qui, come in parecchi Comuni del territorio, Milano compresa, il matrimonio religioso è ormai ogni anno meno gettonato: nel 2017 quelli civili sono stati 130 contro i 126 dell’anno precedente, mentre quelli religiosi sono passati dagli 86 del 2016 a quota 62. Un calo considerevole, paragonabile a quello di Milano città, dove i matrimoni religiosi sono passati in un anno da 863 a 552. Il punto di partenza è dunque cercare d’intercettare chi sceglie di non sposarsi in chiesa preferendo convivenza o matrimonio laico, mettendo in campo un “gruppo di lavoro” che in cinque incontri, a partire dalle prossime settimane, dovrà aiutare le coppie ad affrontare meglio la vita a due.

Nel gruppo ci saranno dunque lo psicologo, la coppia guida, l’avvocato matrimonialista, il consulente familiare, l’ufficiale di stato civile e anche don Paolo Gessaga, uno dei parroci di Legnano. Ed è proprio attraverso questa presenza che si crea la possibilità di incontro con realtà che ovviamente, nel matrimonio religioso, non hanno alcuna possibilità di incrociarsi. Don Paolo Gessaga non si tira indietro e pare non mostrare alcuna esitazione: «L’eventuale presenza di coppie gay al nostro corso? Non c’è alcun tipo di problema: se vorranno partecipare all’iniziativa sono tutti benvenuti, e di certo io sarò presente. Non vedo ostacoli: si lavorerà con il gruppo, ma anche sul singolo». Don Gessaga ha sgomberato il campo anche dal dubbio di chi intravede, in questa sua presenza, l’intervento mascherato di un «portatore di interessi». Che spinga magari qualcuna di queste coppie a tornare sulla «retta via» del matrimonio davanti all’altare: «Capisco che ci possa essere la tentazione di interpretare in questo modo la mia presenza ed è altrettanto comprensibile che io possa averla – spiega –. Ma il mio è un puro lavoro di mediazione all’interno di un gruppo di lavoro». «Dalla mia posizione – ha fatto presente l’assessore ai Servizi sociali, Ilaria Ceroni – percepisco la necessità di dare punti di riferimento per coppie che si apprestano a cambiamenti importanti come la creazione di una famiglia».