Corruzione Sanità, trovati 15mila euro in contanti a casa di Rizzi

Soldi nascosti anche nel congelatore. Dalle intercettazioni: "Con affari in Brasile pago il mutuo". Poi, spunta anche un 'pizzino' con cifre e accordo. Pronta mozione di sfiducia a Maroni dal centrosinistra

Fabio Rizzi

Fabio Rizzi

Milano, 17 febbraio 2016 - Quindicimila euro in contanti. Si tratta dei soldi trovati dai carabinieri di Milano perquisendo ieri l'abitazione del consigliere regionale lombardo ed ex senatore leghista Fabio Rizzi dopo il suo arresto. È quanto emerge dalle indagini sulle tangenti negli appalti irregolari dei servizi odontoiatrici in Lombardia, coordinate dal pm di Monza Manuela Massenz.  In un'intercettazione del 17 gennaio 2015 riportata nell'ordinanza di custodia cautelare, Rizzi parla con la compagna Lorena Pagani, che ora si trova ai domiciliari, di 15mila euro nascosti in soffitta, ritenuti dagli inquirenti parte di una tangente intascata in cambio di favori alle societa' di Maria Paola Canegrati. "Tu come fai coi pezzettoni da 15mila euro che hai su...in mansarda?", chiedeva la donna che poi si informava su come il fidanzato volesse utilizzarli. "E che ci fai con 15mila euro?". E Rizzi: "Beh!". La donna concludeva, ridendo: "Prendi la cucina!".  Oltre ai 15 mila euro in contanti, sono stati trovati altri 1.900 euro circa nascosti in un congelatore. Inoltre, sembra ci fossero anche circa 5mila franchi svizzeri dentro una busta.

'PIZZINO' CON CIFRE E ACCORDO - Spunta anche un 'pizzino' con un presunto accordo, con tanto di cifre su presunte tangenti da incassare in futuro, tra Mario Longo, 'braccio destro' del consigliere regionale lombardo Fabio Rizzi, e l'imprenditrice del settore sanitario Maria Paola Canegrati. Ne parla lo stesso collaboratore del politico del Carroccio in una telefonata intercettata del 27 maggio 2015 e agli atti dell'inchiesta.  Nell'intercettazione, infatti, come spiega il gip, "Canegrati riassumeva al socio", ossia a Longo, "gli accordi sugli introiti che gli sarebbero derivati dal favorire le sue attività imprenditoriali: 120.000 euro l'anno, 25.000 euro ogni nuova clinica fatta ottenere, una percentuale sulle aggiudicazioni degli appalti, la liquidazione di 1.500.000 di euro alla vendita del gruppo». Ad un certo punto della telefonata Longo dice: "Tanto io a Minoli (commercialista della Spectre, società riconducibile, secondo l'accusa, a Rizzi, Longo e Canegrati, ndr) ho detto quali sono i nostri accordi.... che tu hai scritto su un pizzino...e gliel'ho lasciato lì".

RIZZI, LONGO E CANEGRATI - Gli atti delle indagini ricostruiscono i rapporti fra Mario Longo, 'braccio destro' del consigliere regionale lombardo ed ex senatore leghista Fabio Rizzi, e l'imprenditrice del settore sanitario Maria Paola Canegrati, anche lei arrestata ieri come i primi due. Longo e Canegrati si incontravano «frequentemente nel bar 'Colonna D'Oro', sito nei pressi della sede del Consiglio regionale lombardo per discutere (spesso passeggiando intorno all'isolato allo scopo di non potere essere intercettati) dei comuni interessi in materia di appalti pubblici». L'operazione Smile coordinata dalla Procura di Monza, ha portato all'arresto di 16 persone, con l'emissione della misura di obbligo di dimora per cinque.  L'inchiesta vede al centro le accuse di associazione per delinquere, corruzione, turbativa d'asta e riciclaggio e la gestione degli ambulatori odontoiatrici.

RIZZI: "MI DIFENDERO? DALLE ACCUSE" - Fabio Rizzi "è pronto a chiarire tutto". Lo ha affermato uno dei suoi legali, l'avvocato Monica Alberti che difende il consigliere regionale lombardo della Lega assieme all'avvocato Andrea Mascetti.   "Ovviamente la condizione di detenzione è una situazione che lo ha provato - ha chiarito - ma è sereno, lucido, razionale e vuole chiarire tutto quanto prima, vuole chiarire la sua posizione rispetto alle circostanze e alle vicende che sono state messe insieme nelle contestazioni e così difendersi dalle accuse". Rizzi, arrestato con le accuse di associazione per delinquere e corruzione, sarà interrogato domani alle 12 nel carcere di Monza. "È concentrato sulla sua vicenda processuale e vuole difendersi", ha ribadito il legale. L'avvocato Alberti, tra l'altro, assiste anche la compagna del politico, Lidia Pagani, finita agli arresti domiciliari assieme ad altre sei persone, tra cui la compagna di Mario Longo, braccio destro di Rizzi, anche lui ora in carcere. Gli interrogatori delle nove persone detenute sono fissati tutti per domani tra Monza e Milano, mentre quelli delle persone poste ai domiciliari si terranno nei prossimi giorni. 

GLI INCONTRI - Le indagini, si legge negli atti, «hanno permesso di accertare come sussistano rapporti altamente confidenziali tra Longo e Canegrati, risalenti quantomeno al 2012, anno di costituzione della Sytcenter s.r.l. (...) della quale risulta amministratore (oltre a essere socio occulto) unitamente a Canegrati». L'uomo dello staff di Rizzi, secondo i magistrati di Monza, risulta «essere in grado di pilotare gli appalti in favore di Canegrati da cui, in cambio, riceve lauti compensi sotto svariate forme». Nelle annotazioni degli investigatori, ad esempio, viene ricostruito un incontro per il 16 aprile 2014 al "bar antistante il Pirellone per pianificare come artefare la gara d'appalto e poter veicolare l'aggiudicazione del nuovo centro di Baggio e al contempo il rinnovo del servizio presso gli altri centri". Longo era «per sua stessa ammissione, responsabile dell'odontoiatria lombarda a livello politico» e «conversando con Castiglioni Donato», un altro degli arrestati, «lamentava che l'imprenditore Fanciulli Gianfilippo, concorrente di Canegrati», l'imprenditrice al centro dell'indagine, «fosse intervistato su Radiopadania, notoriamente della Lega Nord, senza che nessuno lo avesse preventivamente avvisato». È quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Monza Emanuela Corbetta.

OSPEDALE IN BRASILE - Dalle intercettazioni e dagli atti dell'inchiesta emerge d'altro canto che Rizzi percepiva «circa 8.000 euro» al mese e «di questi ne versa 1.500 alla Lega Nord e 5.000 di mutuo». E proprio per pagare quel mutuo, come risulta da una telefonata tra il politico e la compagna, Rizzi era in attesa di «operazioni giuste» con cui sarebbe riuscito «ad estinguere i mutui». In particolare, come emerge da un'intercettazione dell'8 agosto scorso, Rizzi spiegava che «dall'ospedale pediatrico, cioè dall'ospedale in Brasile, potrebbero venir fuori un paio di milioni a testa». Il progetto, secondo la Procura, doveva essere utilizzato da Rizzi e dal suo 'braccio destro' Mario Longo "al solo scopo di trarre profitti personali, mascherati con compensi per consulenze o a prestanome, garantendo gli interessi di consulenze private". I guadagni, "quantificati in un paio di milioni a testa, sarebbero stati occultati in societa' estere create allo scopo". Della questione mutuo Rizzi ne parla in un'intercettazione telefonica con la fidanzata Pagani, anch'ella arrestata perche' ritenuta coinvolta nell'associazione a delinquere, accennando anche a una "compravendita di zucchero per la Russia".

MATERIALE SCADENTE - "Non si lamenta nessuno dei miei anche perché se no li prendo a sberle". Lo dice Maria Paola Canegrati, parlando con Giuseppe («Nuccio») Nachiero, consigliere di amministrazione di una delle sue società. L'assenza di lamentele dei suoi dipendenti che, in caso contrario, sarebbero stati «presi a sberle», si riferisce, come si evince dal provvedimento del gip, all'uso dei materiali «diversi e più scadenti» da lei proposti rispetto a quelli utilizzati solitamente al Policlinico di Milano dove il «sistema Canegrati» aveva esteso i 'tentacoli'. Giorgio Alessandri, medico della Clinica Odontoiatrica dell'ospedale di via Francesco Sforza e anche lui tra gli arrestati di ieri, avrebbe favorito una delle società dell'imprenditrice per forniture di materiale per ortodonzia e di protesi, pur scadente, «effettuando consistenti ordini». In cambio avrebbe ottenuto denaro e l'assunzione della propria compagna in una delle strutture della Canegrati. A questo proposito il giudice annota: «La ricerca del più ampio margine di guadagno portava, infatti, i due imprenditori (Canegrati e Nacherio, ndr) a proporre la fornitura di materiali diversi e più scadenti (usati anche nei Centri di Canegrati i cui dipendenti che non si lamentano solo perché altrimenti verrebbero "presi a sberle") rispetto a quelli già in uso all'Ospedale 'tanto l'Alessandri fa andare bene tutto', con buona pace del doveroso controllo della qualità dei prodotti per l'utente e della convenienza per la struttura pubblica».

CODACONS LANCIA AZIONE RISARCITORIA - Il Codacons si costituirà parte offesa nel procedimento aperto dalla Procura di Monza e relativo allo scandalo della sanità lombarda, che ha portato all'arresto di 21 persone tra imprenditori, personale amministrativo e politici. Non solo. L'associazione sta preparando anche un'azione risarcitoria collettiva in favore dei cittadini della Lombardia, pesantemente danneggiati dai reati contestati dalla magistratura. "Tutti i cittadini della Lombardia in possesso della tessera sanitaria possono quindi partecipare all'azione risarcitoria collettiva del Codacons, e chiedere ai responsabili degli illeciti il risarcimento dei danni prodotti alla collettività - spiega l'associazione - Nelle prossime ore sul sito www.codacons.it sarà pubblicato il modulo attraverso il quale gli utenti possono aderire alla richiesta risarcitoria".