Coronavirus: il Lodigiano spera di uscire dalla zona rossa, la Bergamasca trema

Clima di attesa nei due focolai lombardi: i 10 comuni del Lodigiano confidano in un allentamento delle misure, mentre Alzano e Nembro temono l'isolamento

La zona rossa di Codogno, all'inizio dell'epidemia

La zona rossa di Codogno, all'inizio dell'epidemia

Lodi, 5 marzo 2020 - Clima di attesa nelle due aree dove l'emergenza Coronavirus si è fatta maggiormente sentire. Mentre nei dieci comuni del Lodigiano off limits da più di dieci giorni si spera in un allentamento delle maglie di sicurezza che vada di pari passo con un sostegno economico concreto, nella Bergamasca si teme il 'cappio' della zona rossa anche qui con conseguenze 'pesanti' per il tessuto produttivo. Ad aprire lo spiraglio nella 'Bassa' attorno a Lodi è stato stamane l'assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera che ha ventilato l'ipotesi di alleggerire, al termine dei 14 giorni previsti "le misure così forti" adottate dato che sembra che "lì vi sia un contenimento della crescita dei contagi".

"Sarebbe un passo importante verso il ritorno alla normalità", è il commento di Francesco Passerini, il sindaco di Codogno. "Ma non basta - aggiunge- : sono necessari anche concreti sostegni in termini economici in quanto per i danni alla produzione, alle attività commerciali, agli studi e anche di immagine nel nostro territorio, si rischia di ritornare indietro a 50 anni fa e di non riprendersi più". Passerini auspica che "il blocco finisca il prima possibile anche perché vorrebbe dire che i sacrifici fatti dai nostri concittadini hanno portato a risultati positivi".

Accanto a ciò dovrebbe arrivare anche un decreto per stanziamenti adeguati a risollevare l'economia dell'area. "La Regione, insieme a noi sindaci, si faccia promotrice - è l'appello del primo cittadino - di una richiesta per ottenere davvero il sostegno economico annunciato dal Governo. Visti i sacrifici fatti - ripete - non dimenticateci". Infatti, secondo la stima fatta da industriali, artigiani, commercianti e agricoltori, il blocco delle attività partito lo scorso 24 febbraio, salvo qualche risicata deroga, ha causato la perdita di almeno 100  milioni di fatturato.

Mentre nel Lodigiano si spera comunque di vedere la 'luce', nella Bergamasca tanti sono i timori di entrare nel 'tunnel' dato che a ore si saprà se verrà istituita la seconda 'zona rossa' in Lombardia con l'isolamento in particolare di Nembro e Alzano Lombardo. Da giorni si rincorrono le voci e "noi sindaci non sappiamo nulla di ufficiale - dice Caludio Cancelli, alla guida di Nembro, - ' una situazione terribile, di strana sospensione. Spero che ci sia una valutazione ponderata dei costi e dei benefici". Disorientati e preoccupati anche gli abitanti dei due comuni in provincia di Bergamo. Sono disorientati dal rinvio delle decisioni, dalle voci che si susseguono e preoccupati da un lato per le conseguenze sull'economia e dall'altro dalle sirene delle ambulanze, dalla notizia di parenti, o amici, o familiari contagiati. E certo l'attesa di una decisione, che viene rimandata, non è loro d'aiuto.  A chi si preoccupa di non avere mascherina, guanti e tuta c'è chi risponde che "non siamo a Chernobyl".