Milano, solo malati Covid al Sacco e al Fatebenefratelli

La decisione è stata presa per tutelare i malati con altre patologie urgenti indifferibili e riorganizzare così i reparti

Pronto soccorso Ospedale Sacco

Pronto soccorso Ospedale Sacco

Milano, 15 ottobre 2020 - I reparti di pronto soccorso degli ospedali Sacco e Fatebenefratelli di Milano hanno deciso di accettare solo malati con Covid-19 e dirottare su altri ospedali milanesi i pazienti con altre patologie. A confermarlo è lo stesso ospedale Sacco. La decisione è stata presa per tutelare i malati non Covid con patologie urgenti indifferibili e riorganizzare così i reparti

Da domani al Sacco verrà temporaneamente sospesa l'accettazione di alcuni ambiti chirurgici per riorganizzare le degenze e verranno inviati ad altri ospedali i malati urgenti non Covid con altre patologie internistiche. A precisarlo è il direttore sanitario dell'ospedale, Lucia Castellani. "Sulla base di quanto richiesto dalle linee regionali, dobbiamo accogliere i pazienti Covid e per questo da oggi dobbiamo chiudere l'accettazione dei malati urgenti di pneumologia, e da domani quella per i pazienti gravi non Covid di altre specialità internistiche. Sono temporaneamente sospese anche le accettazioni in alcuni ambiti chirurgici per riorganizzare le degenze. Al Fatebenefratelli invece si continuano ad accettare tutti i malati", continua. Tuttavia è indubbio che "negli ultimi 3 giorni la pressione sui due ospedali sia aumentata parecchio per la crescita dei malati. Attualmente abbiamo 100 pazienti Covid ricoverati più qualcun altro in attesa di avere un posto letto", conclude Castellani. 

Oggi il direttore della Cardiologia Maurizio Viecca ha lanciato l'allarme: il pronto soccorso dell'ospedale Sacco "è invaso di pazienti covid, abbiamo pregato il 118 di non portare urgenze qui, anche se ovviamente chi si autopresenta viene curato normalmente". Viecca però sottolinea una differenza fondamentale tra questa seconda ondata di contagi e quella della primavera scorsa: "La maggior parte dei pazienti attuali non ha bisogno della terapia intensiva, né di essere intubata". Ieri, spiega Viecca, è stata riscontrata la positività di un'infermiera che lavora in cardiologia, sottoposta al tampone dopo avere manifestato blandi sintomi influenzali. "Alla luce di questo, abbiamo deciso di tamponare tutti o medici. Al momento nessuno è positivo, stiamo aspettando i risultati di tutti ma, dato che noi da sempre usiamo le Fp2, anche se qualcuno risultasse colpito dal Covid non ci sarebbero problemi. Per il momento, manteniamo i ricoveri che non possiamo rimandare. Il reparto è attivo e funzionante, con alcune ovvie limitazioni".

"La verità è che il Covid è ripartito alla grande - prosegue il medico autore del 'protocollo Viecca per curare la trombosi da coronavirus - anche perché abbiamo un po' abbassato la guardia. Però va sottolineato che il tasso di mortalità è analogo a quello degli altri Paesi, non come in primavera quando in Germania era al 38% e in Italia al 15%. Occorre che i mezzi di informazione, che hanno un ruolo quasi pari a quello dei medici, insistano  sulla necessità di usare la mascherina. Io lo dico da marzo. Quando Oms e Istituto Superiore della Sanità non ritenevano che fosse fondamentale, le distribuivo a pazienti e visitatori. In ogni caso - conclude - qui ci stiamo riorganizzando per non farci prendere in contropiede".