Coronavirus, Boccia: "Inevitabile prorogare misure dopo il 3 aprile"

"Regioni da sole sarebbero crollate". Scontro con la Lombardia: "Parole avventate e inopportune". E Zaia: "Spero che quello di Boccia sia stato uno scivolone". Il ministro: "Nessuna polemica, solo realismo". Speranza: "Non abbassare ora la guardia, siamo ancora nel pieno dell'epidemia"

Coronavirus, controlli in Lombardia (Ansa)

Coronavirus, controlli in Lombardia (Ansa)

Roma, 29 marzo 2020 - Pare ormai scontata la proroga delle misure anti coronavirus oltre il 3 aprile, data in cui terminano le restrizioni attuali. Alle parole di ieri di Conte, che già lasciavano intendere la decisione, oggi si aggiungono quelle di Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali che parla di rinnovo dei provvedimenti "inevitabile". E il ministro della Salute, Roberto Speranza, si allinea sottolineando che "abbassare la guardia proprio ora sarebbe un grave errore". Non riapriranno quindi, le attività produttive non considerate essenziali. Confermate anche le restrizioni agli spostamenti e la chiusura di scuole e università. Resta da definire la durata della proroga che potrebbe essere fissata in due settimane. 

Boccia

"Le misure in scadenza il 3 aprile inevitabilmente saranno allungate - dice Boccia a SkyTg24, intervistato da Maria Latella -. I tempi li deciderà, come sempre è accaduto, il Consiglio dei ministri sulla base di un'istruttoria che fa la comunità scientifica", aggiunge il ministro. Che non risparmia chi, Renzi in primis, nelle ultime ore ha chiesto un piano per la riaperture. "Penso che parlarne in questo momento sia inopportuno e irresponsabile", taglia corto Boccia. "Tutti noi - chiarisce - vogliamo tornare alla normalità, ma prima dobbiamo riaccendere un interruttore per volta".

Scontro con Lombardia e Veneto

Quindi la riflessione sulle regioni. "Se l'autonomia è sussidiarietà è un conto, se l'autonomia è fare da soli perché si pensa di fare meglio la risposta è 'no perché crolli' - ragiona il ministro -. Nessuna Regione ce l'avrebbe fatta da sola, sarebbero crollate tutte", aggiunge.  Quanto alle polemiche su mascherine e ventilatori, Boccia sottolinea che l'organizzazione della Sanità è regionale, "ma se non ci fosse lo Stato non ci sarebbe quasi nulla se non le cose che erano nei depositi, anche abbastanza modesti e piccoli sui territori".

Le dichiarazioni sulle regioni innescano l'immediata reazione dell'assessore al Bilancio lombardo, Davide Caparini. Il governo è "incapace di gestire l'ordinarietà, figuriamoci l'emergenza", attacca. "Quando Boccia afferma che nessuna regione ce l'avrebbe fatta da sola dice un'eresia", rincara. 

Quindi interviene direttamente il governatore Attilio Fontana che definisce le parole del ministro "avventate e inopportune", soprattutto "per quanto riguarda la Lombardia". Fontana invita Boccia "a fare il ragionamento inverso. Quale sarebbe la situazione nel Paese se le Regioni non avessero fatto fronte alla emergenza anche nella fase della sottovalutazione del rischio che ha attanagliato il Governo per giorni e giorni?". 

Netta anche la presa di posizione del governatore del Veneto, Luca Zaia. "Sto pensando a tutti i familiari che hanno a casa una persona malata o peggio ancora quelli che hanno i morti: sentirsi dire che se non ci fosse stato lo Stato saremmo tutti a cartoni decisamente no", affonda.

"Spero che quello del ministro sia stato uno scivolone o un'uscita infelice - continua Zaia - . La Regione Veneto sta comprando mascherine, sta facendo quello che deve fare". E aggiunge: "Noi alle polemiche rispondiamo con i numeri e con i fatti. Abbiamo 700 mila kit di test rapidi in arrivo, se dice il governo quanti ne ha in arrivo che lo dica".

LA REPLICA DI BOCCIA - E all'aeroporto di Verona, all'ora di pranzo, Fontana e Boccia si trovano insieme ad accogliere i medici albanesi arrivati per dare supporto all'Italia nella lotta al virus. "Dire che in questa fase di emergenza Covid-19 nessuno ce la fa da solo non è una critica alle Regioni ma è semplice realismo - chiarisce il ministro -. Lo ribadisco, nessuno ce la fa da solo. Nemmeno noi", aggiunge prima di ringraziare gli operatori albanesi. "Con le Regioni lavoriamo gomito a gomito e se siamo qui anche oggi è per aiutare chi ne ha più bisogno", conclude Boccia.

Speranza

Chiede di "non abbassare la guardia proprio ora" Roberto Speranza. Sarebbe "un grave errore" perché "siamo ancora nel pieno dell'epidemia".  Per il ministro "si finirebbeper vanificare quanto fatto fino ad oggi. I sacrifici di queste settimane sono seri". I segnali positivi ci sono, ma al momento non bastano. "Gli epidemiologici affermano che si vedono i primi effetti del contenimento. Non siamo però ancora al cambio di fase. Servirà - avverte - tempo e gradualità".

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