Martedì 23 Aprile 2024

Coronavirus, morto un poliziotto della scorta di Conte

L'agente, 52 anni, si era ammalato a metà marzo e nelle ultime settimane non era stato in contatto col premier. Strage di medici: i morti salgono a 80

Il costituto commissario Giorgio Guastamacchia e Conte

Il costituto commissario Giorgio Guastamacchia e Conte

Roma, 4 aprile 2020 - Tra le vittime del Coronavirus in Italia si conta anche un poliziotto, Giorgio Guastamacchia, deceduto al policlinico di Tor Vergata in seguito alle complicazioni di una polmonite da Covid 19. Aveva 52 anni, lascia la moglie e due figli.

L'agente, un sostituto commissario di polizia, aveva fatto parte della scorta del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e si era ammalato a metà marzo. Nelle settimane precedenti il suo ricovero non aveva avuto contatti diretti col premier, né aveva viaggiato sulla sua auto.

Guastamacchia, informano i medici, era ricoverato da 12 giorni in terapia intensiva, giunto "con un quadro clinico di estrema gravità. Abbiamo seguito con fedeltà le linee guida scientifiche adottate per il trattamento del Covid 19, fino al grado più elevato, ricorrendo al trattamento extra corporeo - Ecmo - per tentare fino all'ultimo di recuperarlo. Purtroppo - dichiarano i clinici - nonostante questo il risultato, sperato, in termine di sopravvivenza, non è stato raggiunto".

Il saluto del premier a Guastamacchia

Commosso il saluto di Conte via Facevook: "Per tutti noi che l'abbiamo conosciuto, per i colleghi del servizio di protezione, per i dipendenti della Presidenza del Consiglio, è un momento di grande dolore - scrive il premier - Ci stringiamo alla signora Emanuela, ai suoi figli e ai suoi cari, per esprimere loro i nostri sentimenti di commossa vicinanza. Rimarrà in me indelebile il ricordo della sua dedizione professionale, dei suoi gesti generosi, dei suoi sorrisi ravvivati da un chiaro filo di ironia".

 Il capo della Polizia Franco Gabrielli ha espresso sentimenti di "cordoglio e di vicinanza ai familiari attorno ai quali si stringe la grande famiglia della Polizia di Stato". Da vari politici attestati di solidarietà: tra gli altri Paolo Gentiloni lo ricorda come un "poliziotto esemplare", Matteo Renzi come un "signor professionista".Il ministro Luigi Di Maio in un lungo post sui social parla degli agenti di scorta come "uomini e donne con cui condividi gran parte della tua giornata e con cui entri in simbiosi", mentre Antonio Tajani si dice vicino "ai colleghi del servizio scorte e a tutta la polizia di Stato". Clemente Mastella rivela:  "Ha fatto parte, per un periodo, della mia scorta. Lo ricordo, con affetto, per il garbo, l'umanità e la sua intelligenza operativa".

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Medici morti di Coronavirus, è una strage

Intanto continua a salire il bilancio dei medici morti di Coronavirus. Sono ormai 80. Le ultime due vittime - si apprende dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) - sono Paolo Peroni (medico chirurgo specialista in Oftalmologia) e Giandomenico Iannucci (medico di famiglia). Il totale dei decessi sale di ora in ora.

Altissimo anche il numero degli operatori sanitari contagiati dal virus: stando agli ultimi dati dell'Istituto Superiore di Sanità, sono in tutto 11.252.

Mascherine ai medici, l'attacco Fimmg

Il segretario generale Silvestro Scotti è durissimo: "Oggi devo dire addio a un amico (...) che, come tutti noi medici di famiglia, è stato scaricato dalle istituzioni politiche e sanitarie ed è morto da solo. E la sua morte non vale per quattro burocrati della Ragioneria dello Stato, manca una relazione tecnica".  Si fa riferimento a una decisione della Ragioneria dello Stato che la Fimmg ritiene inaccettabile: il parere negativo all`emendamento 5.1 a prima firma Boldrini (PD), al Decreto Cura Italia, che "mirava a chiarire che la fornitura dei dispositivi di protezione individuale doveva essere estesa ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e ai farmacisti - specifica Scotti - Professionisti fino ad oggi, e a questo punto anche domani, lasciati nel limbo delle interpretazioni amministrative che, vedendoli come lavoratori autonomi, devono provvedere autonomamente a queste forniture. Trascurando che approvvigionarsene nelle quantità necessarie è quasi impossibile".

Burioni: proteggere gli operatori sanitari

Il virologo Roberto Burioni è nettissimo: "Non c'è più tempo: dobbiamo proteggere i nostri operatori sanitari. Come tutti i lavoratori che non possono stare a casa nell'emergenza Covid-19, ma anche di più: se si ammalano vengono a mancare elementi fondamentali per la lotta al virus, e oltretutto possono contagiare i loro pazienti. La difesa degli operatori sanitari, e dei medici di famiglia, deve essere una priorità". E aggiunge: "Non è un problema medico-scientifico, è un elemento fondamentale. E' fondamentale proteggere gli operatori sanitari".