Coronavirus, è morto a Milano l'architetto Vittorio Gregotti

L'urbanista di fama internazionale aveva 92 anni. Il sindaco Sala: "Quartiere Bicocca e Arcimboldi, la città gli deve moltissimo"

Vittorio Gregotti

Vittorio Gregotti

Monza, 15 marzo 2020 - Un nuova vittima del coronavirus: è morto, questa mattina, Vittorio Gregotti, il decano degli architetti italiani, urbanista di fama internazionale. Aveva 92 anni. Era ricoverato alla clinica San Giuseppe di Milano in seguito alle conseguenze di una polmonite. 

Gregotti era nato a Novara nel 1927. Dopo la laurea in architettura nel 1952 al Politecnico di Milano entrò, come prima esperienza, nello studio BBPR. . Dal 1953 al 1968 svolse la sua attività in collaborazione con Ludovico Meneghetti e Giotto Stoppino. Nel 1974 fondò la Gregotti Associati di cui è presidente. E' stato anche docente di Composizione architettonica presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, ha insegnato nelle Facoltà di Architettura di Milano e Palermo. Nel corso della sua attività accademica è stato anche 'visiting professor' alle Università di Tokyo, Buenos Aires, San Paolo, Losanna, Harvard, Filadelfia, Princeton, Cambridge (U.K.) e all'M.I.T. di Cambridge (Mass.).

Tra i suoi numerosi interventi si contano, per esempio la risistemazione di Potsdamer Platz a Berlino, i progetti del Teatro degli Arcimboldi a Milano, del Gran Teatro Nazionale di Pechino e della Chiesa di san Massimiliano Kolbe, a Bergamo. È ideatore del controverso progetto del quartiere Zen di Palermo, di cui anni dopo Massimiliano Fuksas proporrà la demolizione. Gregotti ha sempre dato la responsabilità del fallimento del progetto dello Zen al fatto che non sia mai stato ultimato a causa di infiltrazioni mafiose nella fase di appalto.  Uno degli ultimi progetti a cui ha lavorato è stata la ristrutturazione da ex fabbrica del gruppo Ilva a Teatro Fonderia  Su Facebook è stata aperta una pagina pubblica in suo ricordo. 

"Se ne va in queste ore cupe un maestro: un docente, editorialista, uomo delle istituzioni, che - restando sempre prima di tutto un architetto - ha fatto la storia della nostra cultura. Concependo l'architettura come prospettiva sull'intero mondo e l'intera vita. Che grande tristezza". Stefano Boeri è stato tra i primi a commentare la morte di Vittorio Gregotti. 

Poi, è un susseguirsi di messaggi di cordoglio. "Con profonda tristezza salutiamo Vittorio Gregotti, uno dei nostri piu' grandi architetti e ambasciatori nel mondo. Milano gli deve moltissimo, dalla prima sala realizzata alla Triennale nel 1951 fino al quartiere Bicocca da lui interamente riprogettato. Grazie di tutto", ha detto il sindaco Giuseppe Sala. Seguito dall'ex primo cittadino, Giuliano Pisapia: "Un amico, un maestro, un uomo che sapeva guardare avanti, nell'architettura come nella società".  Pisapia, ora europarlamentare, lo ha definito "un uomo geniale, libero, visionario e concreto". "Il suo sguardo, lungo e profondo, la sua capacità di ascolto e di dialogo, il suo impegno umano e sociale - ha concluso - mancheranno a Milano e al mondo".

Vicinanza alla famiglia di Gregotti da parte del ministro per i Beni e le Attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini: "Con profonda tristezza apprendo della scomparsa del professor Vittorio Gregotti. Un grande architetto e urbanista italiano che ha dato prestigio al nostro paese nel mondo. Mi stringo alla famiglia in questa triste giornata". Un pensiero anche da Pierfrancesco Maran, assessore all'Urbanistica del Comune di Milano: "Son giorni difficili dove i morti diventano spesso numeri e statistiche quando invece sono dolore per tante famiglie e perdite per la comunità tutta. Tra i morti da piangere c'è anche Vittorio Gregotti, grande architetto che a Milano ha lasciato tanti segni ma soprattutto il disegno del quartiere Bicocca. Aveva 92 anni e purtroppo il coronavirus è stato fatale. Quando ci saranno tempi migliori capiremo come la Città di Milano potrà ricordarlo al meglio".