Coronavirus Lombardia, i nuovi casi sono "debolmente positivi". Ma è guerra sui conteggi

Il Gimbe contesta i dati rilevati dalla Regione: "Troppe stranezze". Dura replica da parte del Pirellone

Coronavirus

Coronavirus

Milano, 28 maggio 2020 - Sono tornati a salire, ieri, i casi di coronavirus in Lombardia: 216 contro i 159 di martedì. Da sottolineare però, a conferma della tesi che vuole che il virus sia indebolito, che 118 di questi nuovi casi "risultano debolmente positivi, presentano tracce di Rna virale e vengono considerati positivi in via precauzionale", come ha spiegato l'assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera annunciando che su di loro "verrà effettuato un secondo tampone tra una settimana". Il quadro giornaliero fornito ieri dal Pirellone raccontava poi di positivi complessivi, che e si attestano a 24.037, in calo di 440 unità, di altri 8 pazienti in meno nelle terapie intensive (175 in totale) e di 766 nuovi guariti/dimessi (in totale 47.810). In leggero aumento invece i ricoverati non in terapia intensiva (+4, 3.626 in totale) e, purtroppo, piuttosto consiistente il numero dei decessi: 58. 

Polemica sui numeri in Lombardia

Proprio sui dati lombardi è esplosa oggi una dura polemica. Nino Cartabellotta, presidente Fondazione Gimbe, intervenendo a Radio 24 ha detto senza troppi giri di parole che il Pirellone 'truccherebbe' i numeri per mantenere il dato dei contagiati sotto un certo livello. "In Lombardia si sono verificate troppe stranezze sui dati nel corso di questi tre mesi - ha detto -è come se ci fosse una sorta di necessità di mantenere sotto un certo livello quello che è il numero dei casi diagnosticati". Parole forti che hanno scatenato la replica altrettanto forte da parte della Regione Lombardia che, in una nota. le ha definite  "gravissime, offensive e soprattutto non corrispondenti al vero"

Trapianto di polmoni per salvare un 18enne

Da Milano giunge fra l'altro una storia che riporta al periodo più tragico dell'emergenza, quando il virus era particolarmente aggressivo e sembrava inarrestabile. E' la storia, fortuntamente a lieto fine, di un 18enne cui il Covid-19 ha bruciato i polmoni e che è stato salvato da un trapianto. Il virus lo ha portato in fin di vita nel giro in soli quattro giorni e il ragazzo è stato salvato dalla circolazione extracorporea cui è stato sottoposto per due mesi al San Raffaele. Poi il trasferimentro al Policlinico dove gli trapiantano due polmoni nuovi e, adesso, il risveglio e la fisioterapia per tornare lentamente alla normalità 

Danni anche al cervello

Inoltre, la sezione lombarda della Società Italiana dei Neurologi Neurochirurghi e Neuroradiologi Ospedalieri ha dato inizio nei giorni scorsi a uno studio sistematico sulle complicazioni neurologiche causate dal coronavirus.Terminata la fase acuta, infatti, medici e ricercatori sono ora impegnati a studiare i danni che il Covid 19 ha creato nella popolazione. Secondo questo studio, il virus avrebbe creato danni seri non solo ai polmoni ma anche al cervello dei malati. 

Scontro sulla patente d'immunità

Asintomatici, debolmente positivi, positivi. Terminologie e stati differenti che in questa Fase 2 possono scatenare feroci polemiche istituzionali, come quella tra il sindaco di Milano Beppe Sala e il governatore delal Sardegna Christian Solinas. Il presidente sardo, così come il collega siciliano Nello Musumeci, ha infatti chiesto che i turisti lombardi in arrivo sull'isola siano muniti di un certificato di negatività. Un'uscita che non è per niente piaciuta al primo cittadino milanese il quale, oltre a sottolineare come sia complicato disporre di questo tipo di test, ha parlato di "discriminazione degli italiani per regione d'appartenenza". Oggi Musumeci ha gettato acqua sul fuoco della polemica: "L'amico Sala se vuole venire in Sicilia, con piacere. Non gli chiederemo alcuna patente, neppure quella dell'auto". Musumeci, che ha parlato di "esagerazione" da parte di Sala, ha precisato che ai visitatori della Sicilia "verrà chiesto solo il rispetto di un protocollo sicurezza".

Fontana e Gallera in Procura

Sul fronte giudiziario, invece, la Procura di Bergamo, che indaga per epidemia e omicidio colposi a carico di ignoti, ha convocato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera per ascotarle come persone informate sui fatti. Al centro dell'inchiesta ci sono i decessi nelle Rsa, la mancata istituzione di una zona rossa nella Bergamasca e la mancata chiusura del Pronto soccorso dell’ospedale di Alzano Lombardo. Gallera sarà ascoltato oggi pomeriggio alle 17 mentre Fontana, salvo impegni istituzionali, domani alle 10,

Boccia: "In Lombardia un'ecatombe"

Il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, in audizione alla Commissione Federalismo fiscale per parlare di possibili provvedimenti finanziari per sostenere l'economia delle zone più colpide dal Covid, ha detto che le province lombarde di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e quella di Piacenza in Emilia Romagna "hanno vissuto un'ecatombe, il resto del Paese un dramma: non paragonerei quelle province al resto d'Italia". Boccia ha spiegato: "E' evidente che c'è stato un impatto differenziato del virus sia dal punto di vista sia sanitario che economico. E' presto per fare un bilancio e ha senso aspettare le valutazioni scientifiche, ma quello che è successo a Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza è oggettivamente di una virulenza non riscontrata in altre province italiane".