Coronavirus Lombardia: prosegue il trend in discesa, contagi in calo anche a Milano

Il numero dei pazienti dimessi (790) supera quello dei nuovi positivi (713). Fontana: "Dati davvero incoraggianti". Ma si contano altri 163 morti

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Milano, 25 aprile 2020 - Sono 713 (a fronte di 12.642 tamponi) i nuovi casi ufficiali di coronavirus registrati in Lombardia, che portano il totale a 71.968. I morti salgono a 13.269, con i 163 delle ultime 24 ore. Secondono invece i ricoverati in ospedale (8.489, - 302 rispetto a ieri) e quelli in terapia intensiva (724, -32) mentre i pazienti dimessi salgono a 46-172 (+790). Un trend dunque in liena con i riscontri positivi che proseguono ormai da diversi giorni. In particolare, era da quasi 50 giorni che non si registrava un numero così basso di nuovi contagiati in Lombardia: il 6 marzo erano stati 361 i nuovi positivi mentre il giorno dopo erano saliti a 808 per poi passare rapidamente sopra i mille e poi i duemila positivi al giorno.

I dati delle province

In particolare migliorano i dati di Milano, una delle zone ancora molto colpite dall'emergenza coronavirus: i nuovi positivi nell'area metropolitana oggi sono 219, per un totale di 17.909, di cui 80 a Milano città. Ieri c'erano stati 412 nuovi positivi di cui 246 a Milano città. Migliorano anche i numeri di altre tre province lombarde particolarmente colpite dal virus: continuano infatti a scendere i nuovi positivi a Bergamo (+45 oggi, +56 ieri, totale di 11.407), a Brescia (+65 oggi, +167 ieri, totale di 12.540) e a Cremona (+39 oggi, +60 ieri). In netto calo i contagi a Pavia (+45 oggi, +117 ieri), peggiora invece il dato di Lodi dove ieri c'erano stati 3 soli nuovi casi mentre oggi sono 67. Bene invece Sondrio (+42), Pavia (+45), Varese (+31), Mantova (+25), Lecco (+8) e Como (+71).

Fontana: "Numeri davvero incoraggianti"

Numeri che portano il governatore Attilio Fotnana a sbilanciarsi: ''Sono veramente incoraggianti i dati trasmessi oggi, finalmente le misure messe in campo stanno dimostrando la loro efficacia e se il trend si confermasse nei prossimi giorni, vorrà dire che siamo veramente sulla buona strada. Ringrazio ancora una volta tutti i lombardi per i sacrifici che stanno compiendo. Gradualmente e adottando tutte le misure di sicurezza, potremo tornare alla libertà, un po' diversa da quella di prima, almeno per un po' di tempo, ma pur sempre libertà''.

Fase 2 negli ospedali

Gli ospedali si preparano comunque a una fase 2: "Si sta concordando con le Ats un piano per la riapertura graduale delle attività sospese – ha spiegato l’assessore al Welfare Giulio Gallera ieri alla Commissione Sanità del Pirellone –. Fino a diversa comunicazione, si potrà prevedere il ripristino del 60/70% dell’attività massima ordinaria pre-Covid". Quella che è si è fermata all’inizio di marzo, quando la Lombardia ha sospeso le attività ambulatoriali men che urgenti e non differibili negli ospedali pubblici e privati, e concentrato in 18 hub i pazienti “tempo-dipendenti” (con infarti, ictus, aneurismi, traumi da incidenti), per spostare tutte le forze possibili nella trincea del coronavirus. Il riavvicinamento alla normalità avverrà «con gradualità – sottolinea Gallera –, il primo tema è la protezione degli operatori sanitari".

Presìdi sanitari pronti a una nuova fiammata

Prevista una riserva del 30/40 per cento che serve a tener posti liberi se ci sarà una nuova fiammata con la riapertura: "La situazione va tenuta sotto controllo in questa fase, la logica è essere pronti e allertati a qualunque situazione". Martedì la Direzione Welfare di Palazzo Lombardia ha scritto alle Ats, alle Asst, agli Irccs anche privati e al 118 per dare nuove indicazioni. "Nella consapevolezza che l’epidemia non è terminata, e che ci si attende nei prossimi mesi il perdurare di un afflusso" d’infettati dal virus "la cui entità" è "difficilmente prevedibile e quantificabile", si legge nel documento che Il Giorno ha potuto consultare, "si ritiene necessario pianificare una rete ospedaliera regionale (pubblica e privata)" per "rispondere adeguatamente ai bisogni socio-assistenziali e pronta ad adattarsi alle diverse possibili evoluzioni epidemiche".

Graduale rientro alla normalità

"Nel breve periodo" si autorizzano gli ospedali "a iniziare a programmare un aumento graduale dell’attività, compatibilmente" con la disponibilità anche di "personale effettivo" e tamponi "necessari a escludere la contagiosità dei pazienti", mantenendo percorsi separati per quelli con sintomi respiratori. In particolare le strutture possono programmare la chirurgia oncologica con priorità “media” (entro 30/60 giorni) e censire i pazienti da operare entro 60 giorni per altre patologie, segnalando "eventuali difficoltà". Gli hub rimangono, il Papa Giovanni di Bergamo è rientrato nella rete per l’ictus. "Nel medio periodo", si legge ancora, "una prima ipotesi" al vaglio prevede di "identificare negli ospedali" con "competenze infettivologiche, pneumologiche e rianimatorie alcuni settori (padiglioni, torri, aree ben circoscritte) dove organizzare nuclei di degenze Covid, con percorsi separati" e "personale dedicato".

25 aprile, Fontana: Lombardia lotta e resiste a virus

Il governatore delle Regione Attilio Fontana ha lanciato un messaggio ai lombardi in occasione della festa del 25 aprile. Una giornata della Liberazione diversa da tutte, segnata dall'emergenza Coronavirus, che ha toccato in maniera drammatica la Lombardia. A due mesi dall'inizio della crisi Covid-19 il presidente Fontana ha voluto ringraziare i cittadini per l'impegno e il senso di responsabilità dimostrato fino a oggi: "Attraversiamo questa festa vivendo la limitazione di tante libertà, che davamo per scontate, che anche allora furono raggiunte con il sacrificio - ha detto in un video postato sul suo profilo Facebook -. Forse proprio oggi che, per tornare alla libertà, lottiamo e resistiamo contro questo maledetto virus, possiamo sentirci più vicini a chi 75 anni fa lottò per un Paese libero e democratico. Nostro malgrado la Lombardia è protagonista di questa resistenza".

Foroni: distribuiti 8,5 milioni di mascherine

L'assessore alla Protezione Civile Pietro Foroni ha ricordato: "Abbiamo distribuito già 8,5 milioni circa di mascherine attraverso canali diversi. Di questi circa 400.000 al volontariato di Protezione Civile, circa 6.500.000 agli Enti (Comuni, Province, Prefetture, Forze dell'ordine, etc.), circa 600.000 ad altri soggetti 'distributori' per la cittadinanza (farmacie, edicole), altre 330.000 circa alle aziende del trasporto pubblico locale, e infine, 300.000 agli operatori e agli addetti delle aziende municipalizzate attraverso la Confservizi". "Ringrazio i Comuni - ha concluso Foroni - e le Province lombarde per la grande collaborazione che, anche questa volta, non hanno fatto mancare". Ecco nel dettaglio le mascherine in consegna: Bergamo 368.000, Brescia 400.000, Como 190.000, Cremona 120.000, Lecco 108.000, Lodi 90.000, Mantova 134.000, Milano (solo Provincia) 1 milione, Monza 270.000, Pavia 180.000, Sondrio 60.000, Varese 280.000 e Milano citta' 300.000 (+ 1 milione alle aziende di ristorazione e pulizie) 

Il piano di Milano per la riapertura

Anche Milano si prepara alla Fase 2 dell’emergenza coronavirus e punta su una rivoluzione nella mobilità cittadina. Più piste ciclabili “leggere’’, più Zone 30, più aree pedonali. Area C e Area B? Per ora restano sospese, ma nelle prossime settimane il ticket d’ingresso in centro (l’Area C) potrebbe essere riattivato, ma con tariffe differenziate: più care per chi usa l’auto negli orari di punta, più convenienti per chi la utilizza negli orari di morbida. Tutti temi toccati da "Milano 2020. Strategie di adattamento", un documento di 16 pagine presentato ieri in videoconferenza dagli assessori comunali Marco Granelli (Mobilità), Pierfrancesco Maran (Urbanistica), Cristina Tajani (Commercio) e Lorenzo Lipparini (Partecipazione).