Coronavirus in Lombardia: oltre 10mila morti, e non è finita. "A Pasqua feste in casa"

I positivi sono 54.802. Dati in calo, ma Milano è in controtendenza: 440 contagi in 24 ore

Coronavirus

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Milano, 10 aprile 2020 - Il dato sul quale non ci si può non soffermare è quello relativo ai decessi: in Lombardia sono ormai più di 10mila le persone che hanno perso la vita dall’inizio della pandemia ad oggi. Per l’esattezza 10.022 per effetto dei 300 pazienti deceduti tra mercoledì e ieri. L’altro dato che colpisce è quello relativo ai nuovi contagi registrati nelle ultime 24 ore a Milano e provincia: 440. Un numero per fortuna in controtendenza rispetto a quello delle altre province lombarde, dove invece si continuano a riscontrare trend stabili o in calo.

In Lombardia le persone positive al Coronavirus sono, ora, 54.802 con un aumento di 1.388 casi rispetto a mercoledì e a fronte di 9.396 tamponi effettuati nelle ultime 24 ore per un complessivo di 176.953. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 1.236 e il saldo torna ad essere negativo: 21 in meno rispetto all’altro ieri. Salgono, seppure di poco, i lombardi ricoverati in reparti diversi dalla terapia intensiva: 11.796 in tutto, quindi 77 in più di quanti se ne fossero contati 48 ore fa. Ma sale anche il numero dei pazienti dimessi dagli ospedali o che hanno superato con successo periodi di isolamento domiciliare: 31.748 in tutto, per un incremento di 1.032 unità.

Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare, non sembra però preoccupato: "A Milano la linea dei contagi continua ad oscillare ma nel complesso la situazione è stabile. Dobbiamo insistere ancora di più. Va da sé che dovremo passare il week-end di Pasqua in casa rispettando le misure restrittive previste dalle ordinanze». «Secondo quello che mi dicono gli esperti, il picco è passato – ha fatto sapere il presidente della Regione, Attilio Fontana –. Dovremmo continuare con un lento ma costante miglioramento". E ha ribadito: "Niente furbate, soprattutto se si vuole evitare una multa salata. Pasqua e Pasquetta saranno giornate di massima allerta sul fronte dei controlli".

I dati delle province

L’area metropolitana di Milano fa segnare il picco più alto di nuovi positivi: 440 per un complessivo di 12.479 casi. Nella sola città di Milano i nuovi contagi sono 4.979, quindi 155 in più rispetto a mercoledì. Segue la provincia di Brescia: 213 positivi in più nelle ultime 24 ore, 10.122 in totale. Quindi Varese: 143 nuovi casi, 1.491 nel complesso. E Bergamo: 112 positivi in più rispetto all’altro ieri per un totale di 10.043 contagiati. Più contenuti i dati delle altre province lombarde. In quella di Monza e Brianza si registrano 91 nuovi positivi, 3.355 in tutto, in quella di Cremona 67 nuovi positivi, 4.489 in tutto, in quella di Pavia 66 nuovi positivi, 2.889 in tutto,in quella di Como 63 nuovi positivi, 1.605 in tutto. A chiudere le province di Mantova, con 61 contagiati in più nelle ultime 24 ore su un totale di 2.277, di Lecco (50 in più, 1.805 nel complesso) e di Sondrio (18 nuovi casi, per un totale di 654). 

Quelle strani polmoniti a metà gennaio

Anche a Milano i medici di famiglia "già da gennaio avevano riscontrato numerosi casi, molto più frequenti degli altri anni, di polmoniti ‘strane’ a lenta e difficoltosa risoluzione, poco rispondenti alla terapia antibiotica. E quando erano state eseguite radiografie di controllo, si erano identificate come polmoniti interstiziali". È la segnalazione che emerge da un’indagine condotta su un gruppo di medici di famiglia del capoluogo lombardo e provincia, che l’Adnkronos Salute ha potuto visionare. A promuoverla un collega della metropoli, Irven Mussi, che sottolinea anche come ora il contagio da nuovo coronavirus potrebbe essere sempre di più un ‘affare di famiglia’, a giudicare da quanto emerge dall’osservatorio privilegiato dei camici bianchi di fiducia. 

Documenti choc del don GNocchi

Altre due famiglie che hanno perso un loro caro, ospite al "Don Gnocchi", si sono unite alla lunga lista delle persone che hanno denunciato la situzione definita "di gravissime omissioni" della Fondazione. Per ora, assistiti "pro bono" dall’avvocato Romolo Reboa, insieme agli avvocati Gabriele Germano e Massimo Reboa, ci sono 18 lavoratori, fra infermieri e operatori sanitari e cinque famiglie. Il bilancio è pesantissimo, sui 77 posti letto 26 le persone decedute, solo all’interno della palazzina Generosa: quindi, un 30% degli anziani ospiti morti. Lo studio legale Reboa ha depositato in Procura documenti che rafforzano la tesi secondo la quale la Fondazione Don Gnocchi, l’8 marzo, era già a conoscenza della "gravità della situazione" e "non abbia messo in atto nulla a tutela di medici, infermieri e pazienti ospiti". In quei giorni all’interno della struttura viene affisso un "ambiguo" volantino in cui si dice ai lavoratori di abbassare la mascherina quando non sono vicino agli anziani. Comportamento questo inspiegabile e che, soprattutto, non esclude assolutamente il contagio. Il 7 marzo, una circolare interna al Don Gnocchi detta le norme comportamentali per l’emergenza sanitaria in atto, insieme alle normali raccomandazioni chiede ai lavoratori di "usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati". Lasciando così a lavoratori e a eventuali visitatori la discrezionalità di una valutazione quasi impossibile. 

Piattaforme on line per la didattica sotto attacco

 Le piattaforme on line per la didattica a distanza sono sotto attacco degli hacker. Come se non bastasse il periodo già complicato della pandemia, a rendere ancora più arduo connettere insegnanti e ragazzi arrivano pure le incursioni dei pirati del web: da mercoledì sera e per tutta la mattinata di ieri, il registro elettronico gestito da Axios, che contiene anche le piattaforme “Collabora” e “Impari” per le videolezioni on line, è rimasto fuori uso. Già nei giorni scorsi c’erano stati attacchi informatici su “Impari” segnalati da molte scuole.