Coronavirus in Lombardia, Gallera: "Aumentano contagi e decessi, Milano in forte crescita"

Cresce il numero dei dimessi. Il professor Perno rassicura: "Più casi perché più diagnosi"

Emergenza coronavirus

25–03-2020- ravenna, emergenza coronavirus. ospedale reparto terapia intensiva rianimazione covid 19 , diretto da fusari

Milano, 26 marzo 2020 - "Quelli di oggi purtroppo sono dati che segnano una crescita, anche significativa". Lo ha detto, nel corso della consueta diretta Facebook per fare il punto sull'emergenza coronavirus, l'assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, che ha poi spiegato come i casi positivi in Lombardia siano saliti a quota 34.889, 2.543 più di ieri, quando erano 1.643; i ricoveri in ospedale sono 10.681, 655 più di ieri, a cui si aggiungono i pazienti in terapia intensiva, che sono arrivati a 1.263, 27 più di ieri. I decessi sono arrivati a quota 4.861, 387 più di ieri. "Cresce anche in modo altrettanto significativa il numero dei guariti, siamo a 7.839, con una crescita di 1.501. Ieri la crescita era di 890". Il maggior numero di nuovi positivi sono stati registrati a Milano: sono infatti 848 i nuovi casi che portano il totale a 6922. Ieri i nuovi casipositivi nella provincia di Milano erano stati 373, l'altro ieri 375. "È un dato molto forte" ma "potrebbero essere i molti tamponi in più che sono stati fatti", ha sottolineato Gallera.

I dati delle province

"Luci e ombre" oggi nei dati sui contagiati da Coronavirus nelle province lombarde.  A Bergamo si arriva a quota 7458 (+386), con una crescita che e' "in linea con quella di ieri (+344) e dunque non piu' esponenziale"; a Brescia il totale e' di 6931 (+334, ieri 300) e "anche qui la curva non e' in crescita". Como arriva al totale di 762 (+56); Cremona a 3370 (+214), in questo caso il dato che si registra "e' molto piu' alto di ieri". Lecco arriva al numero di 1159 (+83). Caso particolare quello di Lodi, ex epicentro del contagio, dove la somma e' di 1968 con soli +84 rispetto a ieri "ma a Codogno ci sono solo 11 casi nuovi", mentre ieri e l'altro ieri la crescita era di zero: "in quell'area il contagio si e' fermato" ha commentato Gallera. Monza totalizza 1750 (+163) positivi, Mantova 1250 (+74), Pavia 1545 (+308); Varese registra una crescita minima di appena 30 nuovi casi.

"Più casi perché più diagnosi"

Gallera ha comunque cercato di rassicurare: "In questi giorni viviamo tutti, noi che siamo qui, una pressione e una fatica psicologica gigantesca. Oggi quando ho letto questi dati ho sentito un peso, ma poi mi sono confrontato" con due tecnici "e ho capito che, forse, i dati erano legati a una strategia diversa, a un allargamento, quindi non li dobbiamo prendere in maniera negativa". Poi, però, ha preferito lasciare la parola al professor Federico Perno direttore del dipartimento di Analisi chimico cliniche e microbiologia di Niguarda. "I numeri - ha detto Perno - vanno visti nella loro globalità e ci dicono che ci sono degli aumenti dei nuovi positivi e dei guariti. Non bisogna mai dimenticare che questi nuovi casi positivi non rappresentano nuove infezioni, ma nuove diagnosi di infettati da 7 a 14 giorni fa. Rispetto all'inizio, con tamponamento solo per sintomatici impegnativi, ora sono aumentate le 'tamponature': questo aumento di tamponi comporta apparentemente un aumento di infezioni, ma e' solo l'aumento nuove diagnosi perché aumenta il denominatore", ha detto il professor Perno anche spiegando i numeri e l'andamento di questi giorni. "A Niguarda - ha anche spiegato - sta crescendo il numero di tamponi su cui abbiamo dovuto lavorare ma la percentuale di positivi non e' aumentata. I dati vanno visti nella loro interezza; stiamo uscendo dal 'ghetto' delle persone gravi e andiamo a capire cosa sta succedendo sul territorio. Possiamo dire quindi che c'e' un cauto ottimismo". 

"Aumenta la capacità di analisi dei laboratori"

Il professor Fausto Baldanti, responsabile del dipartimento di Virologia Molecolare dell'ospedale San Matteo ha invece spiegato come stia aumentando la capacità di analisi dei laboratori lombardi per i tamponi: da tre laboratori di riferimento attivi a inizio emergenza ora sono 22 i laboratori operativi e in Lombardia "siamo ancora quelli che riescono a identificare il maggior numero di positivi per giorno a livello europeo". Chiarezza anche sulla possibilità e i differenti tipi di test che possono essere eseguiti e in particolare sul dibattito sui 'test rapidi', utili ma con qualche avvertenza. "Il tema di ampliare a tutti la possibilità di test e' un problema importante, dobbiamo capire quanti hanno incontrato questo virus, quanti manifestano l'infezione in modo clinicamente evidente e quanti in maniera sub clinica e asintomatica. Per esempio, oggi sappiamo che uno dei sintomi è la perdita del gusto e dell'olfatto" che prima non era considerata tra i sintomi della malattia. Riguardo ai test, ha chiarito Baldanti, ce ne sono di due tipi. I "test molecolari, che permettono di individuare i positivi in una fase di poco precedente al manifestarsi di sintomi e nella convalescenza tendono a negativizzarsi ma non sappiamo quanto sono ancora contagiosi" e i "test sierologici", più rapidi ed effettuati anche solo tramite una 'gocciolina' di sangue, "che misurano una cosa diversa: identificano, infatti, gli anticorpi, la reazione che l'organismo ha verso il virus. Se mi infetto oggi sviluppo i sintomi tra 3-4 giorni ma comincero' a produrre anticorpi dopo 7-10 giorni. Questi test hanno un valore importante per capire la circolazione del virus, ma bisogna capire come utilizzarli dal punto diagnostico perché potremmo avere dei falsi negativi: persone che seppur abbiano contratto il viso ancora non hanno sviluppato gli anticorpi e per questo non vengono rilevati".

"Lombardia caso unico, risposta straordinaria"

"La Lombardia è un caso unico, nessuno ha dovuto affrontare tutti questi casi", ha detto l'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera. Poi, ha ricordato i passi compiuti dalla Regione dall'inizio dell'emregenza o oggi. E ha sottolineato: "C'è stata una risposta straordinaria, nessuno ha affrontato la situazione come noi".

Dalla Croce Rossa 37 respiratori

"Abbiamo ricevuto dalla Croce Rossa 37 respiratori, li abbiamo già distribuiti. Stamattina ho sentito Luigi Maranghini, presidente Cri Milano, e li abbiamo collocati sul territorio milanese e della Regione", h afatto sapere Gallera. "Sono in comodato d'uso per la Lombardia perché oggi è linea Maginot, poi verranno ridistribuiti", ha aggiunto. E ancora: "Questi respiratori sono 37 posti in più in terapia intensiva anche grazie al lavorod egli operai notte e giorni, all'acquisto di lettini e monitor".

Tamponi per il personale sanitario e i guariti

La Regione ha ribadito una nuova strategia per affrontare questa battaglia, con alcune novità sostanziali che entreranno in vigore a lunedì prossimo, come tra l'altro richiesto da un'ottantina di sindaci dell'hinterland milanese. "Stiamo tamponando adesso i medici di medicina generale, gli operatori sanitari di cui controlliamo la temperatura e lo inizieremo a fare sugli operatori delle Rsa. Da lunedì - ha assicurato Gallera - tutti i medici, infermieri e operatori sanitari fanno tamponi e controllano la febbre. Abbiamo previsto tamponi per tutto il personale sanitario che abbia sopra il 37,5 di febbre e tutti i giorni viene controllata la temperatura. E ai medici di medicina generale facciamo i tamponi". Ma non solo, l'assessore ha aggiunto: "Chi esce dall'ospedale, prima di tornare alla sua vita normale, dovrà fare il tampone in moda da assicurare che si siano negativizzati". Per questo le Ats stanno aprendo degli ambulatori sul territorio.

Strutture a disposizione dei malati

Si stanno identificando alberghi per ospitare chi è uscito dall'ospedale o le persone che hanno "una sintomatologia che diventa più complessa ma non sono ancora elegibili per andare in ospedale dove vanno i casi particolarmente gravi vista la saturazione degli ospedali", ha spiegato ancora Gallera. Quando pazienti a domicilio si aggravano i medici possono prescrivere tamponi, fatti dalle unità di continuità assistenziali, e i pazienti possono essere trasferite alberghi e strutture per ospitarli: a Bergamo è già attivo un albergo a cui se ne aggiungerà un secondo, mentre a Milano aprirà nei prossimi giorni. "Servono medici ed infermieri in grado di tenere sotto controllo la situazione dei malati", ha sottolineato l'assessore. Ma ha fatto sapere che "stanno arrivando dispositivi di protezione individuale come mascherine, camici e calzari". Prosegue "il montiraggio dei medici di base ai pazienti a casa" e presto saranno "distrubuiti saturimetri e kit di telemedicina".

Positivo dg assessorato al Welfare

E' positivo al coronavirus il direttore generale dell'assessorato al Welfare della Lombardia, Luigi Cajazzo. Il dg e' ricoverato all'Ospedale Sacco di Milano. Il Dg regionale dell'assessorato Welfare guidato da Giulio Gallera, sarebbe ricoverato all'ospedale Sacco di Milano.