Coronavirus in Lombardia: "Oltre 8.700 casi, resistiamo ma è una corsa contro il tempo"

I dati della Regione: 605 in terapia intensiva. Gallera: "In alcuni ospedali capacità ricettiva è azzerata, lavoro straordinario per creare nuovi posti"

Battaglia contro il coronavirus

Battaglia contro il coronavirus

Milano, 12 marzo 2020 - La Lombardia prosegue la sua battaglia contro il coronavirus. Stando ai dati forniti dall'assessore al Welfare Giulio Gallera nella regione si registrano ad oggi 8.725 persone positive al coronavirus (+1.445 rispetto al dato di 24 ore fa) su 29534 tamponi fatti , "con una crescita non esponenziale ma in linea con il dato di ieri". I ricoverati sono 4.427 (+395) e "la difficoltà che vivono nei nostri ospedali è che questi pazienti, che continuano ad arrivare, restano nei reparti per molti giorni". Al momento sono 605 (+45) le persone ricoverate in un reparto di terapia intensiva, 1.085 dimessi e 744 decessi (+127). "I numeri - ha detto Gallera - anche oggi sono numeri crescenti. Ma l'efficacia delle misure, dopo il cambiamento di clima iniziato da lunedì, la verificheremo alla fine della prossima settimana". 

Ospedali "di frontiera" al limite

"La difficoltà dei nostri ospedali è che questi pazienti che continuano ad arrivare restano ricoverati molti giorni, in pneumologia o infettologia. Quindi il problema della resistenza del sistema sanitario è che questi pazienti non si continuino a sommare, ma che si possa dimettere o collocare altrove alcuni pazienti, altrimenti la capacità ricettiva è azzerata, non c'è più la capacità di accogliere i pazienti. In alcuni presidi siamo a questo punto". "Sono giorni molto intensi - ha spiegato - che stanno mettendo alla prova la capacità di resistere del sistema sanitario. Medici, infermieri e oss stanno facendo un lavoro straordinario insieme alle direzioni strategiche, impegnate ogni giorno a recuperare spazi e ridisegnare reparti degli ospedali. C'è uno studio costante per ampliare capacità di risposta all'emergenza e poter dire 'Noi stiamo resistendo, ce la stiamo facendo'. E sono fiero di poter dire che per ora la battaglia la stiamo vincendo. Sperando che presto il numero dei contagi inizi a calare". 

I dati delle province

E' ancora l'area di Bergamo a guidare i contagi da coronavirus in Lombardia. A Bergamo si contano 2.136 tamponi positivi, segue Brescia 1.598 e Cremona 1.302. Lodi si ferma a 1.123 casi, dai 1.035 di ieri, "diminuiscono in particolare i contagi nella prima zona rossa "a dimostrazione che quella è la strada giusta, dobbiamo rimanere in casa".  Milano ha una "crescita lenta ma costante" con 1.146 positivi (925 ieri), di cui 451 in città. Numeri più contenuti per Como 98, Lecco 199, Monza e Brianza 130, Mantova 169, Pavia 468, Sondrio 23 e Varese 98. Sono 235 i casi in corso di verifica.

Bergamo, l'epicentro dell'emergenza

L'epicentro della diffusione del coronavirus in Lombardia è quindi la provincia di Bergamo e nella provincia di Bergamo è Nembro, cittadina di 11.500 abitanti della Bassa Valle Seriana, una realtà completamente stravolta dall'epidemia in corso: l'incidenza odierna dei casi di contagio parla di 11,97 contagiati ogni mille abitanti. Il paese confinante, Alzano Lombardo, 13.600 abitanti, ha un'incidenza di casi di positività pari a 6,37 ogni mille abitanti. Gran parte dei casi si erano concentrati inizialmente attorno all'ospedale di Alzano Lombardo. Oggi l'attenzione è puntata sull'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, struttura aperta dieci anni fa per sostituire i vecchi Ospedali Riuniti e che ora è a rischio collasso per la presenza di pazienti ricoverati da Covid-19. A Bergamo l'incidenza di casi positivi è pari a 2,31, mentre l'altra località dove l'incidenza è elevata è Zogno, che si trova valle Brembana pur confinando, oltre i monti, proprio con Nembro e Alzano: l'incidenza di casi è pari a 7,88 ogni mille abitanti. 

Terapia intensiva: corsa contro il tempo

"Siamo a 1067 posti di terapia intensiva, ne abbiamo 120 posti in un giorno - ha spiegato Gallera- . E' un lavoro incredibile. A Cinisello sei posti nella notte. Presto altri al San Carlo e al Papa Giovanni XXIII. Ma l'obiettivo è ridurre i ricoverati soprattutto a Cremona, Lodi, Crema, Bergamo, Seriate e Brescia. Abbiamo coinvolto tutto il sistema sanitario, università, Rsa, case cura, ospedali privati. Abbiamo recuperato 209 posti per portare pazienti che stanno meglio ma non possono ancora essere dimessi. Oggi cè un team che lavora su questo, per raccogliere tutte opportunità del territorio. Tutti, nel pubblico e privato, sono in campo e stanno lavorando. C'è un unico sistema che sta dando una risposta straordinaria".

Progetto posti letto in Fiera

Il progetto di 500 letti di terapia intensiva potrebbe essere al Mico di Fieramilano. "Stiamo elaborando il prototipo - ha sottolineato - anche grazie a una disponibilità di Fiera Milano che non solo dà la location dove realizzare questi moduli, dove c'è il Mico, ma addirittura è disposta a farsi carico, almeno in parte, della realizzazione di queste aree in cui collocare i letti di terapia intensiva". Sul progetto, ha concluso Gallera, "abbiamo appena finito una riunione a cui ha partecipato anche il nuovo commissario della Protezione civile". 

Reclutati cento medici e infermieri

"I medici e infermieri stanno rispondendo alla nostra chiamata. Martedì è arrivato il decreto che consente di assumere velocemente, in serata l'avviso e in due giorni sono arrivate 650 domande: persone del mondo sanitario che vogliono aiutarci in questa battaglia. Cento sono state già valutate e distribuite: metà specializzandi e laureati in medicina, il resto infermiere e ostetriche. Energie nuove e fresche. proseguiremo a fare valutazione delle altre candidature. Vogliamo aprire nuovi reparti, è una corsa contro il tempo ma stiamo facendo un lavoro serio". 

Decreto: "Chieste misure più rigide"

Ieri è stata la giornata del decreto - ha proseguito Gallera -. L'architrave è stata redatta in Lombardia. Era fondamentale dare un messaggio forte per creare le condizioni per una riduzione complessiva della vita sociale e scambi con altre persone. E' l'unico modo per sconfiggere coronavirs . Reputo importante che si sia ritenuto di estenderlo in tutta Italia. Noi stiamo reistendo con i denti ma contagiosità rischierebbe di travolgere altre regioni, magari con sistemi sanitari meno strutturati. Si possono cambiare alcune misure, soprattutto su alcune attività rimaste aperte e imprese ancora attive. Prendiamo atto che questo decreto che va sicuramente in una direzione giusta, anche se noi avremmo preferito misure più rigide. Non è il momento di discutere. Per noi è fondamentale il tema dei controlli per accertare che siano tutelati lavoratori di realtà rimaste aperte e del rispetto delle misure in atto anche a tutela dei cittadini".

Chiuso aeroporto di Linate

In base al Ministero dei Trasporti, il traffico passeggeri di Aviazione Commerciale e Generale sarà concentrato sull'aeroporto di Milano Malpensa, con la chiusura temporanea dell'intero aeroporto di Milano Linate che garantirà i soli voli di emergenza sanitaria e/o per trasporto organi.  In particolare, almeno, in un primo momento, il traffico passeggeri sarà concentrato sul terminal 2 di Milano Malpensa al fine di contenere al minimo il numero di persone e mezzi nelle attività operative a tutela della salute di tutti.

Milano, le ordinanze del sindaco

Emergenza coronavirus. Ieri, il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha firmato un'ordinanza con le prime misure economiche a favore dei milanesi, che sarà in vigore per 15 giorni. ''Le nuove regole vanno rispettate con grande attenzione - ha detto il primo cittadino - Io ho firmato un'ordinanza che incide sulle rette scolastiche, sul pagamento dei tributi, sulla chiusura dei mercati comunali all'aperto, sull'apertura di area B e area C. Se servirà altro lo faremo a partire da oggi, quando firmerò un'ordinanza per rendere liberi i parcheggi di superficie sia per le strisce gialle (riservate ai residenti), e su quelle blu, di solito a pagamento". 

Milano deserta al debutto delle nuove regole

Milano appare deserta, una città ancora più nuda, il giorno del debutto delle nuove misure decise dal governo per contrastare l'epidemia da coronavirus. Ora si incontra a stento qualche auto, rare le persone alle fermate degli autobus peraltro ridotti nelle corse. Chiusi bar, negozi, centri estetici, a tirare su le serrande sono solo i tabaccai, i meccanici, le poche edicole che ancora sopravvivono alla crisi dei giornali, qualche farmacia, il fruttivendolo comincia espone la propria merce fuori al negozio mentre le pompe di benzina non sono tutte aperte. Si incrociano camion di merci e furgoni di formai. Le poche persone che si trovano per strada, nella città che fa della fretta la propria cifra, hanno un passo lento, sguardi bassi, molti sono in strada solo per portare in giro il cane, evitano di incrociarsi.

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