Coronavirus e consumi, i lombardi spendono per il fai-da-te

Fase 2, nel bricolage valori già tornati ai livelli pre-Covid, fatica l’infanzia. L’allarme: pochi clienti nei negozi, si salva l’alimentare

Un carrello della spesa vuoto

ARCHIVIO DEFLAZIONE SPESA SUPERMERCATO ACQUISTI.

Milano, 22 maggio 2020 - Un po’ per necessità, un po’ per riempire le giornate del lockdown. Due mesi di chiusura in casa per l’emergenza coronavirus hanno trasformato la Lombardia in una regione fai-da-te. Lo rivela l’indagine dell’Osservatorio Stocard sui consumi nei negozi nella prima parte della Fase 2. Secondo l’app per smartphone che consente di digitalizzare le carte fedeltà (45 milioni di utenti nel mondo), nei centri di bricolage gli acquisti sono tornati ai livelli pre-Covid: fatto 100 gli scontrini emessi tra il 10 e il 16 febbraio - gli ultimi prima dei contagi - nelle prime settimane di riaperture gli acquisti sono arrivati al 98% e 97%, il 25% in più di fine lockdown (27 aprile-3 maggio).

L’indagine ha interessato oltre 3 milioni di lombardi "una delle regioni più colpite dalla crisi sanitaria e probabilmente quella con maggior voglia di tornare alla normalità – spiega Valeria Santoro, country manager di Stocard Italia –. Nelle prime due settimane post lockdown abbiamo notato un aumento sostanzioso degli acquisti in molti settori, un segnale di incoraggiamento". Nella pulizia della casa i consumi sono cresciuti del 26% rispetto all’ultima settimana di lockdown, raggiungendo il 94% del pre-Covid tra il 4 e il 10 maggio. Anche gli acquisti dei beni che ruotano attorno agli animali domestici - +18% rispetto al 27 aprile-3 maggio - stanno tornando ai livelli pre-coronavirus (89%). Perde rispetto a prima dell’emergenza sanitaria l’elettronica di consumo, scesa al 71% all’inizio della Fase 2 ma in ripresa al 78% tra l’11 e il 17 maggio: +12% e +19% rispetto al lockdown. Nelle librerie i lombardi hanno acquistato rispettivamente il 43% e il 46% degli articoli, il 21 e il 24% in più del 27 aprile-3 maggio. Frenano invece i negozi per l’infanzia, dove si spende circa la metà dell’ultima settimana senza contagi. E neppure la Fase 2 ha cambiato lo scenario, con consumi in crescita del 5%. Nella grande distribuzione i lombardi hanno speso il 72% e il 73% del pre-Covid, il 9-10% in più di fine lockdown.

Per tutti la sfida è far tornare i clienti in negozio. Secondo un’indagine di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, nelle prime due giornate di questa settimana, rispetto a una giornata pre-Covid solo l’alimentare ha avuto una buona affluenza: 76%. I servizi alle imprese sono scesi al 45%, la vendita al dettaglio non alimentare al 30%, la ristorazione al 20%. Crollano al 2% le agenzie di viaggio. Solo il 4,3% delle oltre mille imprese intervistate ha giudicato positive le misure del Governo per la Fase 2 " partita al rallentatore – afferma Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza –. Si scontrano la voglia di ricominciare in sicurezza e le forti difficoltà di alcuni settori come la ristorazione. Ed emerge, come ha sottolineato il nostro presidente Carlo Sangalli, l’urgenza di abbreviare i tempi degli interventi di sostegno e renderli più robusti: più risorse a fondo perduto, meno burocrazia, più rapidi i pagamenti degli ammortizzatori sociali".