Coronavirus in Lombardia, bollettino oggi 20 ottobre: 2.023 nuovi casi e 19 morti

Il rapporto positivi/tamponi scende al 9,3%. A Milano oltre la metà dei nuovi casi

Coronavirus

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Milano, 20 ottobre 2020 - Numeri pesanti anche oggi, martedì 20 ottobresul fronte dell'emergenza Coronavirus in Italia.  A livello nazionale sono 10.874 i nuovi contagi (contro i 9.338 di ieri) e 89 le vittime (ieri +73), ma con un maggior numero di tamponi effettuati nelle ultime 24 ore: 144.737 a fronte dei 98.862 di ieri. La regione con il maggior numero di contagi resta la Lombardia, con 2.023 nuovi casi, seguita da Piemonte (1.396) e Campania e (1.312). Sempre in Lombardia oggi si registrano 19 morti, per un totale di 17.103 morti in Lombardia dall'inizio della pandemia. Dei 2.023 nuovi casi, 78 risultano 'debolmente positivi' e 7 a seguito di test sierologico. Complessivamentre sono 21.726 i tamponi effettuati nelle ultime 24 ore, per una percentuale positivi/tamponi pari al 9,3%, in calo rispetto a ieri (11,5%).  Aumentano i ricoveri sia in terapia intensiva (+10, in totale 123) che negli altri reparti (+132, complessivamente 1.268). I guariti/dimessi sono 334.

I dati del 20 ottobre
I dati del 20 ottobre

I dati delle province

La provincia lombarda più colpita è sempre Milano, con 1.054 nuovi casi, di cui 515 in città, seguita da Varese (+245), Monza e Brianza (+123) e Brescia (+101). Va meglio nelle altre province dove si registrano aumenti a due cifre: a Mantova  i nuovi casi sono 88, a Como 79, a Lecco 57, a Pavia 54, a Bergamo, duramente colpita nella prima ondata, il contagio resta contenuto: 45 i nuovi casi.  Nel Lodigiano sono 44, a Sondrio 33 e a Cremona 17.

"Previsione choc: "Entro fine mese 600 ricoveri in terapia intensiva"

Dopo tre ore di confronto serrato tra il governatore lombardo Attilio Fontana, i sindaci delle città capoluogo, il presidente lombardo dell’Associazione Nazionale dei Comuni, Mauro Guerra, e i capigruppo dei partiti che siedono in Consiglio regionale, compresi quelli di minoranza, ieri sera la Lombardia ha deciso di chiedere una ulteriore stretta anti Covid al Governo, in primis il coprifuoco dalle 23 alle 5.  Immediato il via libera del ministro Speranza. Ma perché si è arrivati all’ulteriore stretta? Più di tutto ha pesato lo scenario delineato dalla direzione generale dell’assessorato regionale al Welfare: "Una proposta – quella qui menzionata – che nasce dalla rapida evoluzione della curva epidemiologica e dalla previsione della 'Commissione indicatori' istituita dalla direzione generale del Welfare, secondo cui, al 31 ottobre, potrebbero esserci circa 600 ricoverati in terapia intensiva e fino a 4.000 in terapia non intensiva"

Pregliasco: "A Milano situazione esplosiva

Dopo la drammatica impennata dei contagi, la Lombardia si prepara al coprifuoco. Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano, ha spiegato: "Ne abbiamo parlato nel Comitato tecnico scientifico della Regione Lombardia venerdì scorso e avevamo già fatto presente al presidente Fontana questa esigenza, in considerazione della situazione che nella regione è esplosiva". "Credo sia giusto in questa fase parlare di coprifuoco, anche se fa impressione - ha sottolineato -. Deve fare impressione", se necessario anche paura, "perché questa è la situazione e le persone, soprattutto i giovani, devono capire" che il quadro dei contagi è serio. E che "il Natale che verrà dipende da noi"

Le conseguenze del Covid grave, studio sui "sopravvissuti" 

Conseguenze fisiche, psicologiche, addirittura perdita di capacità cognitive, dopo il ricovero in terapia intensiva. Università degli studi di Brescia, Asst Spedali Civili e Fondazione Alessandra Bono accendono i riflettori sull’“outcome” a lungo termine nei pazienti che sopravvivono alla malattia critica, dando il via al Centro di ricerca LOTO (LOng Term Outcome). Il Centro trae le sue origini dal progetto ‘La vita dopo la terapia intensiva’, nato dalla collaborazione tra la Fondazione Alessandra Bono e l’Asst Spedali Civili di Brescia: un programma di follow up clinico la cui missione è di accogliere e supportare il bisogno di cura dei pazienti sopravvissuti alla terapia intensiva.