Coronavirus e fase 2, Atm: dirigenti in strada a smistare i pendolari

A Milano mezzi e vagoni per il 25% dei viaggiatori di prima. Nuovi cartelli e più corse. Mobilitato in massa il personale per gestire i flussi

Nuova segnaletica sulla metropolitana

Nuova segnaletica sulla metropolitana

Milano, 28 aprile 2020 - Dirigenti, funzionari e impiegati dell’Atm in strada, davanti alle fermate, per fornire informazioni e gestire al meglio il flusso di passeggeri dal 4 maggio in poi. Sì, perché con la riapertura, seppur parziale, delle attività produttive, il numero di passeggeri su metrò, tram e autobus tornerà a salire e il metro obbligatorio di distanziamento fissato dal Governo rischia di creare il caos, perché vagoni e mezzi potranno caricare solo il 25-30% dei passeggeri rispetto al peridio precedente all’emergenza coronavirus.

In vista di lunedì prossimo, l’Azienda trasporti milanesi si è portata avanti iniziando già a posizionare cartelli e adesivi sui vagoni del metrò per far capire agli utenti dove possono stare e dove no. Ma non solo. Dal 4 maggio le corse dei mezzi, che negli ultimi due mesi sono state ridotte dal 30% al 50% a seconda degli orari, torneranno ai numeri pre-coronavirus. Tant’è. Ma ripartiamo dai tutor davanti alle fermate. Il direttore generale di Atm Arrigo Giana (foto), durante la commissione Partecipate del Comune, ne annuncia un massiccio impiego, come avvenuto per la chiusura di parte della M2: «Stiamo riconvertendo tutto il personale, che si occupa di funzioni per ora sospesa, ad attività di informazione e di gestione sul campo dei flussi di passeggeri. Stiamo anche raccogliendo adesioni volontarie da parte di dirigenti, funzionari e impiegati, che normalmente rispondono massicciamente a queste richieste dell’azienda, per trasferire anche loro, almeno all’inizio, ad attività di informazione».

Il distanziamento di un metro, conferma il direttore generale di Atm, limiterà «dal 25 al 30% la capacità di carico precedente all’emergenza coronavirus. L’appiattimento delle curve e delle punte di affluenza di passeggeri del mattino e del tardo pomeriggio diventa dirimente. Se no diventano flussi ingestibili per questione fisiche di spazi». Non basta. Giana auspica un cambio di rotta da parte del Governo: «La distanza del metro, forse, dovrà essere discussa. Le associazioni di categoria a livello europeo si stanno chiedendo se questo distanziamento è compatibile con sistemi di trasporto pubblico urbani» .In commissione intanto, la neopresidente di Atm Gioia Maria Ghezzi assicura ai consiglieri comunali che «cercheremo soluzioni innovative in questa fase di emergenza. Adatteremo la strategia in corsa e spingeremo per una mobilità integrata, rimanendo attenti alla situazione finanziaria di Atm».