Coronavirus, ripartiranno per primi gli artigiani. L’obbligo di mascherine e distanze

Bar, discoteche e parrucchieri saranno gli ultimi a riaprire: clienti troppo vicini. Ingressi contingentati al cinema

Emergenza Coronavirus, negozi chiusi (Imagoeconomica)

Emergenza Coronavirus, negozi chiusi (Imagoeconomica)

Roma, 2 aprile 2020 -  Nel picco, o meglio plateau, dell'epidemia da coronavirus, l'Italia pensa già alla ripartenza. Il governo ragiona su cosa riaprire e quando. Non sarà un via libera di massa, ma selettivo. Ecco allora alcune domande a cui abbiamo tentato di dare risposta, confidando che il trend dei contagi - condizionato dalle misure di contenimento .- segua l'andamento ipotizzato dagli esperti. 

a cura di Giovanni Panettiere

Come avverrà la riapertura degli uffici?

L’unico dato certo al momento è che l’Italia resterà ’chiusa’ fino a Pasqua. La riaperturà di uffici, fabbriche ed esercizi commerciali ci sarà, ma avverrà in maniera progressiva. Solo per il 4 maggio, scavallato il ponte della Festa dei lavoratori, è possibile prevedere un ritorno alla normalità. Anche se non sarà più tutto come prima. In attesa di capire quando si tornerà davvero al lavoro, cresce la preoccupazione per una possibile recrudescenza dei contagi, a lockdown ultimato. Da qui l’idea di reinserire gradualmente i dipendenti nelle aziende. Il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, lascia intravedere la possibilità di riportare al lavoro in un primo tempo solo chi è già immunizzato dal Covid-19. "Penso che noi dobbiamo fare in modo che si cementifichi la diga rispetto al virus – ha premesso l’esponente del Carroccio nel corso del consueto appuntamento stampa sull’andamento dell’epidemia –, poi bisogna far sì che le imprese riescano ad aprire. Il test seriologico, che sperimenteremo, va in questa direzione e si rivolge proprio ai lavoratori, sarà utile alle nostra imprese per avere la patente di ‘immunizzato’". Potrebbero essere le Regioni, in ultima istanza, a definire calendari e modalità della ripresa delle attività produttive nei loro territori.

Quali attività riprenderanno  per prime?

Nell’ottica di un progressivo ritorno alla vita antecedente alla crisi sanitaria, i primi titolari di esercizi commerciali a rialzare le saracinesche saranno gli artigiani con un basso afflusso di clienti. Dovranno avere più pazienza, invece, parrucchieri, barbieri ed estetiste che nei loro saloni sono abituati ad ospitare diverse persone, tutte a distanza ravvicinata l’una dall’altra, in attesa del loro turno. Come dire, una situazione ideale per una possibile trasmissione del morbo. Gli ultimi a riaprire saranno bar e ristoranti.

Nelle aziende sarà garantita più sicurezza?

La possibilità di riaprire per le aziende sarà subordinata alla garanzia di standard elevati di sicurezza nell’ottica di scongiurare il ritorno di alti tassi di contagio. L’epidemiologo dell’università di Pisa, Pier Luigi Lopalco, ha sottolineato la necessità di "ristrutturare il lavoro, le fabbriche e i luoghi di lavoro". Nello specifico, bisognerà osservare la distanza di un paio di metri fra un dipendente e un altro. Non solo, occorrerà sorvegliare l’adozione delle mascherine da parte di tutti i dipendenti. Si valuta poi di fare slittare il ritorno al lavoro delle fasce più esposte a complicazioni dovute al contagio: lavoratori più avanti con l’età e immunodepressi. 

Quando tocca a ristoranti e palestre?

Andremo ancora al cinema? E le cene al ristorante bisogna scordarsele per sempre? Sono le domande che ci stiamo ponendo un po’ tutti in questi giorni. Il Covid-19 ha minato, prima, e annullato, poi, il nostro tempo libero, ma riusciremo a riprenderci di nuovo i passatempi che addolciscono e arricchiscono le nostre giornate. Con opportune accortezze, però. Molto probabilmente i cinema in una prima fase riapriranno solo a un numero ridotto di spettatori, nell’ottica di garantire il più possibile la famosa distanza di sicurezza. Nei bar dovranno essere scongiurati gl assembramenti davanti al bancone. I tavolini, dove tornare a consumare caffé e brioche, dovranno essere posti ad almeno due metri l’uno dall’altro. La stessa accortezza verrà osservata dai gestori dei ristoranti. Quanto alle palestre, è possibile che in un primo momento i piani di allenamenti saranno definiti e seguiti in modalità remoto.

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