Coronavirus, medici di base Lombardia: "Dati sempre più inattendibili"

Il segretario della Fimmg: "Ci chiediamo se chi gestisce i numeri è solo incompetente, se vive in un universo parallelo o se ci sta marciando"

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Milano, 28 marzo 2020 - E' un duro affondo quello di Paola Pedrini, segretario della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) della Lombardia in merito all'emergenza coronavirus che sta drammaticamente colpendo il territorio lombardo. Nel mirino i dati, definiti "sempre più inattendibili". "Ci chiediamo - spiega - se chi gestisce i numeri è solo incompetente, se vive in un universo parallelo o se ci sta marciando. Non vorremmo che la confusione sui dati servisse a nascondere la responsabilità dei generali nella Caporetto della sanità pubblica italiana".

La presa di posizione arriva dalla Fimmg Lombardia. In una nota i dottori affermano che "è vero, le richieste dei pazienti ai medici di famiglia, almeno in Lombardia, sembra si stia riducendo, ma siamo molto preoccupati che questa notizia tragga in inganno l'opinione pubblica. Sta passando un messaggio sbagliato, veicolato anche da alcuni dirigenti delle aziende sanitarie: diminuiscono gli accessi al Pronto soccorso, quindi la gente ha paura di andarci o i medici di famiglia li mandano troppo tardi". 

"Chi di noi sta lavorando in prima linea non si può permettere il lusso della chiacchiera: è assolutamente chiaro che le persone andrebbero al volo in ospedale quando stanno male, ma i servizi di emergenza urgenza non ce la fanno a garantire tutti i ricoveri perché posti comunque non ce ne sono: i letti non si liberano", prosegue la nota. Quindi un invito a ribaltare "il ragionamento": "Prima si facevano i tamponi solo ai ricoverati, da qualche giorno si fanno ai ricoverati e agli operatori sanitari sintomatici, che sono quasi tutti ovviamente positivi anche se con pochi sintomi. Questo ha creato un dato di positivi non ricoverati sul territorio che prima non esisteva". Questi numeri sono "falsi perché riferiti ai soli operatori sanitari e non alla popolazione intera. A questi numeri possiamo eventualmente aggiungere qualche tampone di controllo ancora positivo fatto ai dimessi convalescenti", conclude la comunicazione.