Coronavirus, in Lombardia la maxi-mobilitazione è già scattata

Università, ospedali e medici costretti al superlavoro: esami sui pazienti sospetti ed esiti in poche ore. Il Pirellone: nessun caso

Turisti cinesi

Turisti cinesi

Milano, 1 febbraio 2020 - «Nessun caso di Coronavirus in Lombardia. I due turisti cinesi risultati positivi, pur essendo atterrati a Malpensa, si sono subito spostati a Verona. La comunicazione arrivata via mail dal Ministero della Salute ci tranquillizza". Lo ha sottolineato ieri il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, evidenziando che "non ci sono stati contatti tali da far scattare la profilassi nei confronti delle persone che hanno incrociato i due sul territorio lombardo". In ogni caso la "task force" per l’allerta resta in moto: è l’assessore al Welfare Giulio Gallera a fare il punto.

Il primo anello della catena sono i controlli a Malpensa, gestiti da un’unità speciale, Usmaf (Ufficio di sanità marittima aerea e di frontiera) che dipende direttamente dal Ministero della Salute il quale aveva disposto inizialmente controlli sugli aerei a Fiumicino dove atterravano voli diretti Wuhan-Roma. Dal 26 gennaio la soglia di attenzione si è alzata, passando da modesta a moderata, così le attività di monitoraggio si sono intensificate anche negli altri scali tra cui Malpensa.

In Lombardia finora sono stati effettuati 33 controlli durante i quali non si è riscontrato nessun caso di Coronavirus: di questi, 28 hanno già avuto esito negativo e gli altri 5 sono in fase di valutazione. Nell’arco di 3, massimo 5 ore, arriva il verdetto. Si tratta di persone che si sono presentate autonomamente e in via precauzionale, per dubbi su alcuni sintomi. "La task foce per riconoscere e affrontare eventuali casi di Coronavirus è al completo – aveva già evidenziato l’assessore due giorni fa – con tre laboratori dove trasmettere i campioni da analizzare e 17 reparti di malattie infettive di riferimento". I tre laboratori sono nel dipartimento di Scienze biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano, all’Irccs Policlinico San Matteo e all’Asst Fatebenefratelli-Sacco: ricevono i campioni biologici, lavorando in sinergia con il laboratorio dell’Istituto superiore di sanità, e informano contestualmente l’Unità organizzativa Prevenzione della Regione e la struttura di ricovero. Mentre la rete dei 17 reparti specializzati nelle malattie infettive, che si occupa della gestione e del ricovero, è sparsa su tutta la Lombardia.

Nei giorni scorsi erano state inviate le indicazioni procedurali sia ai medici di base e sia agli specialisti ospedalieri. Importante considerare quando sarebbe avvenuto il viaggio e quali sarebbero state le frequentazioni a rischio contagio, considerando gli ultimi 14 giorni dal manifestarsi dei sintomi. "La macchina sanitaria regionale ha dimostrato di funzionare con grande efficienza – commenta Gallera – muovendosi nel rispetto di protocolli e linee guida nazionali e internazionali. Il nostro sistema ha dato prova di massima competenza e reattività. Anche questo messaggio deve dare sicurezza e tranquillità, sappiamo come agire".