Nuovo decreto e coprifuoco alle 23: le Regioni spingono, ma il Governo frena

I governatori mettono pressione in attesa del Cdm: "Bisogna dare respiro alle attività". Il ministro Gelmini: "Guai ad avere fretta, il Covid continua a circolare"

Si accende la discussione sul coprifuoco

Si accende la discussione sul coprifuoco

In attesa del Consiglio dei ministri (in programma oggi alle 17) che dovrà varare il decreto ripartenza in vigore dal 26 aprile, le Regioni continuano a mettere pressione sul Governo per quanto riguarda l'orario del coprifuoco. A accanto ai governatori c'è anche la Lega di Matteo Salvini, che ha specificato: "Se non si cambia, non voteremo il decreto".

"C'è un'interlocuzione con l'esecutivo guidato dal premier Draghi. La Conferenza delle Regioni propone, come misura assolutamente responsabile, l'ampliamento di un'ora, fino alle 23, per permettere alle attività, nei limiti delle regole, di avere un minimo di respiro. Oltretutto ripartiranno solo i locali che hanno spazi all'aperto, una forte limitazione che spero nelle prossime settimane possa essere superata. Abbiamo elaborato linee guida anche le attività al chiuso e speriamo di ripartire con la ristorazione prima dell'1 giugno", le parole di Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza e governatore del Friuli Venezia Giulia.

Una linea condivisa anche dal presidente della Liguria, Giovanni Toti: "Posticipare il coprifuoco almeno fino alle 23, altrimenti sarà inutile aprire i ristoranti la sera. Consentire di pranzare e cenare anche al chiuso, con le regole già previste per le zone gialle", scrive sulla sua pagina Facebook il governatore ligure, elencando quelle che sono le richieste avanzate dalle Regioni al governo in vista del decreto. Tra queste l'ipotesi di "aumentare la didattica in presenza anche per le scuole secondarie, ma compatibilmente al sistema dei trasporti pubblici - scrive Toti -. Inoltre bisogna dare la possibilità alle palestre di svolgere attività individuali".

 E ancora, "trovare al più presto le possibili date di ripartenza per fiere, congressi ed eventi come matrimoni e altre celebrazioni - conclude -, suggerimenti di buonsenso e compatibili, a nostro avviso, con la situazione legata all'emergenza sanitaria. Speriamo vengano accolte". Parla di compromesso, invece, Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia Romagna: "Io metterei il coprifuoco alle 23. Se ci si trasferisce tra comuni per andare a cenare il rischio è che alle 21 uno debba già aver terminato per tornare a casa, ma sono dettagli. Si è trovato un buon compromesso che potrebbe essere migliorato già oggi". Parole molto pesanti, invece, quelle di Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia). Nel mirino, in particolare, c'è il ministro Lamorgese: "Non bastava la presa in giro delle finte riaperture, adesso il ministro vuole pure intimorire gli imprenditori già stremati dalle insensate restrizioni decise dal Governo", attacca Meloni in merito all'annuncio del ministro dell'Interno di eseguire controlli rigidi sulle riaperture. "La proposta di spostare il coprifuoco dalle 22 alle 23 è un misero contentino - conclude Meloni -. Bisogna togliere immediatamente questa inutile misura e consentire alle attività di riprendere a lavorare".

Ma il Governo tira dritto

Ma il Governo pare voler tirare dritto sulla decisione di mantenere il coprifuoco alle 22. "Il coprifuoco evoca brutte cose e non vediamo l'ora di allungare l'orario e di poterlo poi abolire, ma tutto deve essere progressivo. Noi abbiamo proposto alle 22 perché abbiamo ascoltato il Comitato tecnico scientifico e perché questo ritorno a regole normali deve essere graduale per evitare impennate del virus", spiega il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini. "E' chiaro - aggiunge Gelmini - che da parte del Governo c'è fiducia che i comportamenti corretti delle persone ci porteranno a passare dalle 22 alle 23 e fino alle 24 per poi togliere del tutto il coprifuoco". Quando? "Su questo punto non c'è il partito delle aperture e il partito delle chiusure, dobbiamo essere uniti contro il virus. Non c'è un pezzo di politica contro l'altro, c'è un mondo intero in lotta contro il Covid. Siccome il Covid c'è, rimane e circola, dobbiamo fare grandissima attenzione. Poi queste scelte competono al Consiglio dei ministri e ci confronteremo, ma c'è la volontà di allentare le misure gradualmente senza permettere al virus di ripartire". Nel Cdm in programma oggi alle 17, secondo il ministro dell'Agricoltura, Stefano Patuanelli, "non ci sarà la discussione sul coprifuoco che rimane alle 22. Ora c'è un processo graduale, un percorso con date e tappe che vanno affrontate mentre prosegue il piano vaccinale".