Coprifuoco, fino a quando? Le ipotesi tra favorevoli e contrari

Le posizioni di scienziati e governatori sono piuttosto distanti. Ma è pressing dai ristoratori. Crisanti: "Se fossimo cittadini modello..."

Coprifuoco a Milano (Ansa)

Coprifuoco a Milano (Ansa)

Milano - Italia verso la zona gialla. Lunedì 26 aprile potrebbero esserci le prime riaperture. Ma restano ancora gli ultimi nodi da sciogliere prima del decreto legge Covid atteso tra mercoledì e giovedì. Tra questi il coprifuoco.  Le posizione di scienziati e governatori restano distanti. L’idea della Lega e Fratelli d'Italia è quella di allungare l'orario dalle 22 alle 23, una sola ora. Un azzardo, visto che già da palazzo Chigi, è filtrata la totale contrarietà a un’ipotesi del genere per il mese di maggio. ma potrebbe esserci qualche spiraglio con l’arrivo della bella stagione e quindi a giugno. 

Favorevoli e contrari

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha spiegato che la ripartenza procederà con “un percorso di gradualità” e “in questa fase la scelta del Governo è di mantenere il coprifuoco. Il Governo valuterà la curva epidemiologica di settimana in settimana”. Dello stesso parere il sottosegretario al Ministero della salute Pierpaolo Sileri, secondo cui non bisogna correre troppo: l'incidenza dei contagi è ancora alta e bisogna scendere sotto i 5 casi ogni 10mila abitanti. "I numeri attuali, seppur migliori, non sono ancora così buoni da abbattere tutte le restrizioni. Portare l'Rt di molto sotto lo 0,8 permetterà di alleggerire alcune misure e allungare il coprifuoco fino a toglierlo del tutto, ma non corriamo troppo", ha detto. A contestare la decisione del Governo sono stati oprattutto Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Il leader della Lega, in un tweet, ha ribadito: “Prossimi obiettivi: anticipare riaperture al chiuso e cancellare il coprifuoco delle 22. Avanti, non si molla”. La leader di Fratelli d'Italia ritiene ritiene che mantenere il coprifuoco sia “uno sfregio alla libertà individuale” e una “follia”. “Vorrebbe dire che alle 21.15 uno deve alzarsi dal ristorante, cioè comprimere ancora di più la presenza dei clienti: ma chi può tenere in piedi un ristorante in queste condizioni?”, ha detto su Facebook. Meloni si è detta d’accordo con il tweet di Guido Crosetto: “Non ha alcuna motivazione sanitaria - ha scritto il deputato - è esclusivamente uno sfregio alla libertà individuale, una manifestazione muscolare inutile e pericolosa come precedente. L’assenza di una ragione reale per limitare le libertà minime è una assoluta follia”. La richiesta di una modifica alle restrizioni serali è arrivata anche dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che ha detto: “Io ceno alle 21.30 perché finisco di lavorare a quell'ora, perché non mi possono dare la cena?" Toti spera che si “sistemino questi punti” ma ha aggiunte “le ultime novità mi sembrano già un passo avanti per riaprire gradualmente il Paese”.

Crisanti: "Spostarlo di un'ora? Se fossimo cittadini modello..."

"Riconosco che il coprifuoco alle 22, se si vogliono aprire i ristoranti all'aperto la sera, è presto. Spostarlo avanti di un'ora? Se fossimo tutti cittadini modello, sì. Si potrebbe anche avere un allentamento della misura, ma ci vorrebbe fiducia. Fiducia che la gente non si assembri e non faccia quel che abbiamo visto nelle vie della movida in passato quando c'è stato un minimo di apertura. Fiducia che credo in questo momento non ci sia tantissimo", ha evidenziato all'Adnkronos Salute il virologo Massimo Clementi.  "Il coprifuoco alle 22, per le mie abitudini spartane, va anche bene - ha sorriso  Clementi - ma riconosco che è presto". Del resto, il direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell'ospedale San Raffaele di Milano e docente all'università Vita-Salute vede come comprensibili i timori sul rischio assembramenti, "vista l'esperienza passata. Ricordiamo tutti - ha concluso - quelle immagini di folla" con l'allentamento delle restrizioni.

Nuova protesta dei ristoratori

Nuova protesta dei ristoratori di Tni Italia: bloccata l'autostrada A1 vicino all'uscita del casello di Incisa (Firenze). Il traffico si è fermato in entrambe le direzioni, sia per Roma che per Bologna. "Ci sono imprenditori - ha spiegato il presidente di Tni, Pasquale Naccari -, gente stanca di subire, che vorrebbe riaprire e tornare a lavorare, rispettando i protocolli di autogrill e mense. Vorrebbero lavorare, e non all'esterno col freddo". "No al coprifuoco, e' iniquo". E' una delle voci che arrivano dai ristoratori. "Siamo stati costretti, siamo alla disperazione", hanno detto alcuni ristoratori prendendo la parola. "Noi vorremmo aprire in sicurezza, stare tranquilli, rispettare i protocolli", ma il "coprifuoco non ci può permettere di riaprire. Come si fa, la gente a che ora dovrebbe venire a cenare? E come si fa a riaprire dovendo rispettare i protocolli assurdi solo all'esterno. E chi non ha spazi organizzati all'esterno, come fa?". E ancora: "Come si fa ad aprire all'esterno se alle 19 fa già un freddo della miseria? Ci state rovinando", ha detto un altro ristoratore.

Il coprifuoco tra permessi e multe

Il coprifuoco serale è una misura restrittiva contro il Covid-19 attuata in Italia e in molti altri Paese dell’Unione europea e non. Il suo scopo è impedire alle persone di circolare liberamente di sera, recarsi a casa di amici e parenti e frequentare i luoghi all’aperto. L’obiettivo è limitare la circolazione e, di conseguenza, assembramenti e la diffusione del contagio. Introdotto dal governo Conte, il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino è stato confermato dal premier Draghi che, almeno per il momento, non accenna ad eliminarlo. Questa misura è stata inserita tra quelle previste nel decreto legge in vigore fino al 30 aprile; significa che - almeno fino a maggio - tutti i cittadini (salvo casi di necessità, salute e lavoro) dovranno attenersi al divieto. Attualmente - e fino a nuove disposizioni - chi esce dopo le 22 rischia la multa da 400 a 1.000 euro, elevabile fino alla metà in caso di più violazioni. Unica eccezione alla regola del coprifuoco si ha in zona bianca, dove cadono molte delle misure di prevenzione e protezione contro il coronavirus. Al momento nessuna Regione ha i numeri poter entrare in questa fascia di rischio.

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