Cop 26, storico accordo fra 40 Paesi: stop all'utilizzo del carbone

L'intesa non è però stata sottoscritta da Cina, India, Stati Uniti e Australia

La Cop 26 a Glasgow (Ansa)

La Cop 26 a Glasgow (Ansa)

Glasgow (Scozia) - Da qui ai prossimi vent'anni eliminare del tutto l'utilizzo del carbone per la produzione di energia eletttrica. Questo è l'ultimo ambizioso obiettivo su cui quaranta Paesi (e alcune decine di organizzazioni internazionali) partecipanti alla conferenza sul clima di Glasgow (Cop 26) hanno trovato accordo, con il fine di ridurre sensibilmente le emissioni che causano il riscaldamento globale.  

I termini degli accordi saranno annunciati oggi nel corso degli incontri che riuniranno i ministri dell’Economia dei paesi partecipanti. L'intesa, in particolare, prevede l'impegno a evitare gli investimenti in nuove centrali a carbone in patria e all'estero oltre ad eliminare gradualmente la produzione di energia a carbone entro il decennio del 2030 nei Paesi piiù ricchi e in quello successivo nei Paesi piu' poveri. Tra i "big" che non hanno sottoscritto l'accordo troviamo la Cina, l'India, l'Australia e gli Stati Uniti

La riduzione quasi drastica nei consumi di questo combustibile fossiile era uno degli obiettivi principali di Cop26 ed è per questo considerata una sorta di "missione" da portare a termine, per cercare di mantenersi entro il limite di aumento della temperatura media globale di 1,5 C° entro la fine del secolo. 

L’accordo è stato definito un "successo" da alcuni partecipanti, ma molti osservatori hanno invece fatto notare che gli impegni assunti "non saranno sufficienti per incidere nettamente su una delle principali cause del riscaldamento globale". Le critiche poi si sono concentrate sulla scelta di lasciare ai Paesi aderenti la "facoltà" di proseguire con l’utilizzo del carbone ancora per molti anni invece di fissare una scadenza precisa.

Inoltre, non è ancora chiaro quali saranno le prossime mosse di Stati Uniti e Cina, anche se negli ultimi giorni ci sono stati segnali da entrambi i Paesi per ridurre i consumi e soprattutto interrompere gli investimenti esteri per la costruzione di nuovi impianti.

L’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) ha stimato che lo sviluppo di sistemi per l’energia basati sui combustibili fossili, quindi non solo sul carbone, dovrebbe essere interrotto già a partire da quest’anno per mantenersi entro il limite di 1,5 °C. I responsabili dell’organizzazione globale, a questo proposito, hanno più volte invitato i Paesi a "interrompere l’impiego del carbone, che causa grandi quantità di emissioni di anidride carbonica".